Belluno, un passo indietro per l’azienda che il 14 novembre aveva annunciato di voler tagliare 160 posti di lavoro. Ceramica Dolomite vara il piano
Fermati i licenziamenti collettivi alla Edim-Bosch. Non ci saranno esuberi tra i lavoratori dello stabilimento di Setteville, nel Bellunese, ma per la crisi dell’azienda della componentistica auto del gruppo tedesco si procederà attivando la cassa integrazione, nella formula da definire in una nuova riunione l’11 dicembre, con le uscite volontarie incentivate e l’impegno a definire la situazione per i 10 in contratto interinale, che, attivata la cassa, non potranno essere prorogati. È l’accordo raggiunto a Feltre nella sede di Confindustria dai sindacati nazionali e territoriali di Belluno e Monza di Fim Cisl e Fiom Cgil e dalla delegazione dell’azienda, guidata dall’amministratore delegato Sandro Soccol.
L’annuncio dei tagli
Un passo indietro per l’azienda che il 14 novembre aveva annunciato di voler tagliare 160 posti di lavoro, dimezzando gli stabilimenti di Villasanta, in Brianza, e di Setteville, dove gli esuberi dichiarati erano stati 40 su 80 addetti, con l’obiettivo poi di vendere i due stabilimenti. «Una dichiarazione d’intenti che porta fuori dal tavolo gli esuberi», ha detto il segretario di Fiom Cgil di Belluno, Stefano Bona. I licenziamenti saranno sostituiti da «uscite volontarie incentivate con attività di outplacement pagate interamente da Bosch»; riguarda sempre 30 addetti. Per i 10 interinali l’uscita sarà immediata. Sono ancora da valutare gli strumenti più idonei per garantire la cassa integrazione. Il passo finale sarà la convocazione al ministero dello Sviluppo economico per la firma dell’accordo finale. «Come Regione ribadiamo la nostra disponibilità a sostenere questo percorso con l’assistenza delle nostre strutture tecniche e gli strumenti regionali di politica attiva del lavoro disponibili», ha intanto confermato ieri l’assessore regionale al Lavoro, Valeria Mantovan. «Non possiamo permetterci di perdere altri posti di lavoro in una provincia difficile come quella di Belluno», ha commentato Ciro D’Alessio, coordinatore nazionale automotive per la Fiom.
Il rilancio
Ora per Edim-Bosch resta aperta anche la questione del rilancio dell’azienda. Lo stabilimento di Setteville, che opera lavorazioni di alluminio in pressofusione per componenti di sicurezza per auto (scatole dello sterzo, cambi e pompe per l’olio), era stato acquisito nel 2017 da Bosch dall’allora Albertini; da lì arrivavano forniture per i cambi anche di Mercedes. A novembre Bosch aveva riaperto il piano di cessione dello stabilimento. Ipotesi per ora sospesa e rimandata al 2025. «Di fatto stiamo puntando a preservare il futuro industriale dello stabilimento e in questa prospettiva vorremmo discutere con Bosch anche gli investimenti per dare un futuro alle sedi in Lombardia e nel Bellunese», ha aggiunto Mauro Zulian, rappresentante di Fim Cisl per Belluno-Treviso.
Le prospettive
Intanto arriva alla stretta finale il piano di rilancio di Ceramica Dolomite di Borgo Valbelluna. Da lunedì i 350 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione ordinaria per un mese. Una soluzione messa a punto con i sindacati dopo aver chiuso lo schema di cassa integrazione straordinaria, aperta a fine luglio. «Era funzionale a una revisione delle attività operative, anche con esternalizzazioni – sostiene l’assessore Mantovan -. Tale manovra di ristrutturazione è stata invece attuata con una riorganizzazione interna resa possibile grazie al confronto con sindacati e lavoratori», che aveva fatto rientrare gli esuberi. Il 19 dicembre, la convocazione di un tavolo per discutere le prospettive di rilancio per il 2025, dopo aver definito l’aumento di capitale da parte della cordata dei Soci (Finint, Delfin, Rossi Luciani).
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