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Giulia Mura, l’imprenditrice ogliastrina che brilla tra le pagine de Il Sole 24 Ore | Ogliastra



Lo sapevate? La spiaggia di Museddu a Cardedu deve il suo nome a un pirata saraceno.

Pochi sanno che la spiaggia di Museddu deve il proprio nome a un pirata saraceno. Sapete chi era?

La spiaggia di Museddu, incastonata come un gioiello nella costa orientale della Sardegna, nel territorio di Cardedu, nasconde dietro la sua bellezza mozzafiato una storia intrigante che affonda le radici in un passato remoto, fatto di pirati, conquiste e leggende. Questo angolo di paradiso, con la sua sabbia dorata e le acque cristalline, porta con sé il nome di un personaggio che ha segnato la storia dell’isola in modo indelebile: Al Mugahi, noto come Museto, un pirata saraceno il cui destino si è intrecciato con quello della Sardegna in modo tanto profondo da lasciare traccia di sé per oltre un millennio.

La storia di Al Mugahi è un’epopea che sembra uscita dalle pagine di un romanzo d’avventura, eppure è realmente accaduta, segnando il destino di intere popolazioni. Secondo la leggenda, questo straordinario personaggio fu fatto prigioniero in Sardegna quando era ancora un bambino, un evento che avrebbe potuto segnare la fine della sua storia ma che invece ne rappresentò solo l’inizio. Allevato da un notabile musulmano sull’isola, Al Mugahi crebbe assorbendo due culture, quella della sua origine e quella della terra che lo aveva accolto, seppur come prigioniero. Questo background unico forgiò un carattere complesso e una visione del mondo che avrebbe influenzato le sue future imprese. Il destino di Al Mugahi prese una svolta drammatica quando, ormai adulto, riuscì a tornare in Spagna. Qui, dimostrando un’abilità politica e strategica non comune, si insediò a Denia, diventando amministratore di una Taifa, uno dei regni musulmani sorti dalle ceneri del califfato di Cordoba. Ma l’ambizione di Al Mugahi non conosceva confini: dal porto di Denia, ormai divenuto la sua base operativa, il pirata organizzò una delle più imponenti spedizioni mai viste nel Mediterraneo dell’epoca.

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Una flotta di 120 navi, con a bordo diecimila uomini armati e mille cavalli, salpò con l’obiettivo di conquistare nuovi territori e affermare il dominio saraceno sul mare. Le isole Baleari furono il primo obiettivo, cadendo rapidamente sotto il controllo di Al Mugahi. Ma il vero premio, l’obiettivo che brillava all’orizzonte come un miraggio irresistibile, era la Sardegna. Forse mosso dai ricordi dell’infanzia, forse spinto da un desiderio di rivalsa o semplicemente attratto dalle ricchezze dell’isola, Al Mugahi puntò la prua delle sue navi verso le coste sarde. La conquista della Sardegna si rivelò un’impresa titanica, degna delle gesta degli eroi mitologici. La costa occidentale cadde rapidamente sotto i colpi dell’esercito saraceno, ma l’Oriente dell’isola si dimostrò un osso duro. La distanza dalla base di Denia rendeva difficile il rifornimento e il mantenimento delle posizioni conquistate. Inoltre, il Papa Benedetto VII, consapevole della minaccia rappresentata dai pirati saraceni, aveva incaricato le flotte genovesi e pisane di pattugliare le coste tirreniche, creando una formidabile barriera difensiva. Nonostante queste difficoltà apparentemente insormontabili, Al Mugahi dimostrò ancora una volta la sua astuzia e la sua determinazione. Con manovre audaci e strategie innovative, riuscì più volte a eludere la sorveglianza delle flotte cristiane, penetrando nell’entroterra sardo e saccheggiando villaggi e città. In queste incursioni, l’area di Museddu divenne il fulcro delle operazioni di Al Mugahi.

La sua posizione strategica, al centro della costa orientale, ne faceva un punto ideale per lanciare attacchi e ritirarsi rapidamente. Qui, sulla spiaggia che oggi porta il suo nome, il pirata saraceno probabilmente stabilì un campo base, da dove coordinava le sue razzie e dove forse sognava di stabilire un dominio permanente sull’isola. La saga di Al Mugahi, tuttavia, era destinata a concludersi. Le forze cristiane, unite sotto la bandiera della fede e della difesa del territorio, riuscirono infine a sconfiggere l’emiro saraceno. La sua flotta fu distrutta, le sue armate disperse, e il sogno di un impero mediterraneo svanì come nebbia al sole. Eppure, la storia di questo straordinario personaggio non finì con la sua sconfitta. Il nome di Museddu, derivato da Museto, l’appellativo con cui era conosciuto Al Mugahi, è sopravvissuto per oltre mille anni, impresso indelebilmente nella geografia e nella memoria collettiva della Sardegna. Oggi, la spiaggia di Museddu si presenta ai visitatori come un luogo di pace e bellezza, dove il mare lambisce dolcemente la costa e il sole brilla su acque cristalline.

Eppure, per chi conosce la sua storia, ogni granello di sabbia sembra sussurrare storie di battaglie epiche, di audaci imprese e di destini che hanno cambiato il corso della storia. I turisti che si sdraiano sulla sua sabbia dorata, godendosi il sole e il mare, probabilmente ignorano di trovarsi su un luogo che è stato teatro di eventi che hanno segnato la storia del Mediterraneo. Eppure, in qualche modo, l’aura di avventura e mistero che circonda la figura di Al Mugahi sembra permeare ancora l’atmosfera di questo luogo incantevole. La storia della spiaggia di Museddu ci ricorda come i luoghi possano essere custodi silenziosi di storie incredibili, di come il passato possa intrecciarsi con il presente in modi inaspettati e affascinanti.

Ci insegna che dietro la bellezza di un paesaggio può nascondersi un intero mondo di storie, leggende e personaggi che hanno lasciato un segno indelebile nel tempo. E forse, la prossima volta che ci troveremo a passeggiare lungo la riva di Museddu, sentiremo l’eco lontana delle voci dei pirati saraceni, il rumore delle spade che si incrociano e il grido di battaglia di Al Mugahi che ancora risuona attraverso i secoli, ricordandoci che la storia è sempre viva, sempre presente, pronta a sorprenderci e a insegnarci qualcosa di nuovo sul nostro passato e su noi stessi.




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