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Una mail annuncia un rimborso straordinario da parte dell’Agenzia delle Entrate? L’AdE mette in guardia: si tratta di una truffa per carpire dati personali

L’Agenzia delle Entrate non invia mai e-mail o PEC con un modulo da compilare per ottenere un rimborso: chi riceve messaggi di questo tipo è vittima della nuova campagna di comunicazione ingannevole che sta circolando.

A lanciare l’allarme sui tentativi di truffa e di furto di dati è proprio l’Amministrazione finanziaria.

Con l’avviso del 17 gennaio l’AdE mette in guardia gli utenti, illustrando le modalità utilizzate dai truffatori per carpire i dati personali dei malcapitati.

Rimborso fiscale straordinario, l’AdE: attenzione alle truffe via e-mail

Continuano i tentativi di truffa ai danni dei contribuenti italiani. Con l’avviso del 17 gennaio l’Agenzia delle Entrate invita a prestare massima attenzione alle possibili comunicazioni che hanno ad oggetto un presunto rimborso straordinario da parte dell’Amministrazione finanziaria.

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L’AdE mette in guardia contro la nuova campagna di false comunicazioni che sfrutta il nome e il logo dell’Agenzia delle Entrate per carpire dati personali e altre informazioni a cittadini e cittadine.

Si tratta infatti di phishing ovvero di una truffa online, attraverso la quale i malviventi sfruttano il tema dei rimborsi fiscali per sottrarre via mail le credenziali bancarie.

In modo simile a quello utilizzato per altre campagne malevole, i truffatori utilizzano il pretesto di un fantomatico rimborso straordinario a favore della vittima per invogliarla ad inserire i propri dati personali e altre informazioni da sfruttare per successive azioni fraudolente.

In questo caso le e-mail dannose hanno una serie di elementi in comune a cui prestare la massima attenzione per evitare di cadere nella truffa:

  • quello del mittente è un indirizzo estraneo all’Agenzia delle entrate;
  • sono presenti errori grammaticali e di punteggiatura;
  • la mail ha come oggetto: “Rimborso straordinario”
  • nel corpo del messaggio si fa riferimento ad un fantomatico rimborso fiscale di importo variabile e casuale;
  • in allegato c’è un file pdf da compilare ed inviare in risposta al mittente.

Di seguito una delle mail truffa riportate come esempio dall’Agenzia.


Attenzione: l’Agenzia non esclude che queste comunicazioni malevole possano arrivare anche alla posta elettronica certificata (PEC) della vittima, così da renderle ancora più verosimili.

truffa del falso rimborso fiscale straordinario: attenzione agli allegati

In questa particolare campagna di phishing sono molti i dati personali a cui mirano i malintenzionati, come dimostra anche il file pdf che le vittime sono spinte a compilare e ad inviare in risposta.

Nel file, spiega l’Agenzia, si fa riferimento alle seguenti informazioni:

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  • Intestazione della società
  • Indirizzo della sede legale
  • Partita Iva
  • Nome dell’amministratore delegato
  • IBAN e intestatario conto corrente

Di seguito un esempio del file inviato in allegato nelle comunicazioni truffa.


Assieme al modulo debitamente compilato, alla vittima viene anche richiesto di inviare a la copia dei seguenti documenti in corso di validità:

  • Visura Camerale aggiornata
  • Documento di identità dell’amministratore
  • Secondo documento d’identità dell’amministratore (patente o passaporto)
  • Tessera sanitaria

Come di consueto, l’Agenzia raccomanda di prestare la massima attenzione e, nel caso in cui si ricevessero comunicazioni del genere, di:

  • non cliccare su eventuali link;
  • non scaricare, aprire e compilare eventuali allegati;
  • non fornire credenziali d’accesso, dati personali;
  • non ricontattare assolutamente il mittente.

L’Agenzia delle Entrate è infatti totalmente estranea a questo tipo di comunicazioni, che come detto mirano ai dati personali e bancari dei contribuenti.

In caso di dubbi sulla veridicità di una comunicazione ricevuta dall’Agenzia, si ricorda, è sempre preferibile procedere ad una verifica consultando la paginaFocus sul phishing” oppure rivolgendosi ai contatti reperibili sul portale istituzionale o direttamente all’Ufficio territorialmente competente.



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