Il 18 gennaio 2020, grazie al Progetto del Liceo Leopardi Majorana, la città di Pordenone è diventata parte dell’ampio Museo Diffuso delle Pietre d’inciampo, distribuito in tutta Europa con oltre 80 mila “pietre” in ricordo di chi è scomparso, vittima della violenza nazi-fascista.
Le “pietre” vengono poste in corrispondenza delle abitazioni di quei cittadini innocenti che furono allontanati con la forza dalle proprie case e deportati nei campi di prigionia o di sterminio. Poiché i rastrellamenti ad opera dei nazi-fascisti sono avvenuti in ogni parte della città, oggi ogni quartiere ha diverse Pietre d’inciampo.
Attualmente in città se ne contano 29, mentre nell’intera provincia ammontano a 87.
A seguire questa iniziativa per Pordenone ci sono gli studenti di vari indirizzi del Liceo Leopardi Majorana che, con i loro docenti, hanno condotto ricerche puntuali presso l’Archivio storico e l’Anagrafe comunali, ricostruendo le vicende dei deportati. Dal 2020 ad oggi sono stati coinvolti nel progetto 100 ragazzi, seguiti da 7 insegnanti.
Nelle prime due tappe della mattinata, alla presenza del prefetto di Pordenone Michele Lastella, dell’assessore Morena Cristofori, del consigliere regionale Alessandro Basso, delle prof.sse Susanna Corelli e Silvia Pettarin del Liceo Leopardi Majorana, delle associazioni Anpi e Aned e dei famigliari dei deportati, un rappresentante degli studenti ha raccontato le storie toccanti di quei pordenonesi che furono allontanati con la forza dalle proprie case, così come emerso dalle ricerche condotte: vicende comuni, vite spezzate in modo tragico e senza un perché.
Le 5 pietre che quest’oggi si sono aggiunte all’itinerario della memoria cittadina hanno ricordato la deportazione subita da Alfredo Venerus, che abitava in piazza della Motta, 4 (49 anni) arrestato, deportato nei campi di sterminio di Dachau e Neuengamme, liberato ma morto a Bassun il 23 giugno 1945; Giuseppe Iovine, che risiedeva in via Santa Caterina, 1 (42 anni) militare deportato l’11 settembre 1943 nel campo di prigionia di Limburg an der Lahn e assassinato il 29 aprile 1944; Attilio Furlan che abitava in via Dogana Vecchia, 1 (32 anni) arrestato, deportato nel campo di sterminio di Flossenbürg e lì assassinato; Vittorio Cescut che abitava in via Burida (24 anni) deportato in Serbia e del quale non si conosce la sorte e Aldo Stella che risiedeva in via Gere, 13 (23 anni) deportato in Germania nel settembre del 1943 e del quale non si conosce la sorte.
A vegliare su questa celebrazione commossa, il gonfalone del Comune di Pordenone.
Assieme ai ragazzi del Liceo Leopardi Majorana, hanno assistito con estrema attenzione alla posa delle Pietre anche i giovani alunni delle primarie Terzo Drusin e Gabelli con le loro insegnanti.
L’iniziativa fa parte del programma 2025 della rassegna Pordenone e la Memoria, che si svolge ogni anno in città per celebrare il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale che ricorda le vittime dell’Olocausto e che si tiene il 27 gennaio.
Adotta una pietra
Parallelamente a questa iniziativa prosegue il progetto Adotta una Pietra che intende far conoscere agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado le Pietre d’inciampo già posate in città dal 2020 ad oggi, sensibilizzando i giovani alunni alla cura di quello che è a tutti gli effetti un “monumento diffuso” e alla scoperta delle vite delle vittime della violenza nazi-fascista. In tale circostanza sono stati consegnati gli attestati di Adozione delle Pietre alle scuole coinvolte.
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Passeggiata audioguidata
Lunedì 27 gennaio alle ore 15:00 l’associazione Aned ripropone la passeggiata audioguidata Ritratto di una città in pezzi che consentirà a tutti di visitare i luoghi di Pordenone più significativi per la deportazione dalla nostra città.
La passeggiata toccherà l’area dell’ex Caserma di via Montereale (col muro dei fucilati), le Casermette di via Molinari, l’albergo Moderno e il carcere cittadino.
Il percorso avrà una durata di quasi 2 ore e la passeggiata sarà fruibile con cuffie wi-fi per gruppi di max 45 persone. Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una mail a info@deportatipordenone.it o chiamare l’Aned al 3349255783.
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