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Da Termoli il progetto pilota che mette in rete le sartorie sociali d’Italia. E che crede in un’economia diversa ed equa


Faburama aveva due sogni, e li chiedeva all’Italia: o diventare un calciatore oppure un sarto. Quest’ultimo è riuscito a realizzarlo: a Barcellona Pozzo di Gotto (provincia di Messina) dove vive dopo aver affrontato un lungo viaggio dal Gambia, ha aperto, nel 2019, una sartoria sociale. E ora, che l’attività è ben avviata e lui si gode una riuscitissima integrazione insieme alla sua famiglia, sta progettando di aprirne una anche nel suo Paese d’origine, “perché non auguro a nessuno di fare il viaggio che ho fatto io”. Per dare un’opportunità di vita altra ma non ‘altrove’ ai suoi connazionali, con un occhio di riguardo alle donne che in genere si dedicano alla famiglia e non lavorano. “Da noi non è come in Italia, e allora ho pensato di creare anche un asilo nido nella sartoria”.

Oggi Faburama, insieme a tanti arrivati da più parti d’Italia, era a Termoli dove sta nascendo un progetto che mette in rete (per ora) ben 40 esperienze di sartorie sociali sorte dal Sud al Nord del Paese. Un’iniziativa presentata stamane presso i locali di Scuola & Lavoro (non a caso, essendo il centro – come affermato dalla direttrice Patrizia Santella che ha voluto ospitare l’evento in nome di una mission comune – nato appunto per far incontrare la formazione e il lavoro) in Largo Martiri delle Foibe.

Tra i tanti nel pubblico anche Roberto Sanseverino, da decenni impegnato in esperienze di formazione professionale a Napoli. Nel difficile quartiere di Scampia è nato anni fa Tecuma, iniziativa di sartoria sociale nata per contrastare l’abbandono scolastico e che si basa su un modello educativo chiamato (di qui l’acronimo del progetto) “testa-mani-cuore”. Che oggi è un brand e che lavora per importanti aziende di moda. Nata appunto come sartoria sociale per spalancare un nuovo orizzonte di vita a chi lo aveva segnato.

 

Il progetto pilota ufficialmente sottoscritto oggi a Termoli, alla presenza di tanti ‘nodi’ della rete (alcuni videocollegati). Insieme a questi anche il parlamentare Giorgio Lovecchio (Commissione Bilancio), l’onorevole Remo di Giandomenico (Aast), gli assessori regionali Gianluca Cefaratti (Lavoro) e Stefania Passarelli (Sociale). Questi ultimi hanno voluto manifestare la vicinanza e il sostegno della Regione a questa nuova costituenda realtà che fa proprio un nuovo paradigma per il mercato del lavoro, troppe volte asfittico e “dormiente” e sicuramente non etico ed equo, che restituisce valore all’artigianato e che si intreccia con la coesione sociale e la sostenibilità. E che “creerà indotto ma cancellando la speculazione e lo sfruttamento lavorativo”. Chissà, pensando magari al capitalismo umanistico dell’illuminato imprenditore della moda Brunello Cucinelli.

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Perché sociale? Perché questi non sono solo laboratori di confezione ma sono altresì spazi di rinascita per persone fragili, offrendo loro un’occasione di riscatto e speranza. Tra gli obiettivi anche quello di ridare centralità al “locale” per renderlo globale, opponendosi alle logiche di mercato che sacrificano la sostenibilità e i diritti.

 

Proprio in una terra, il Molise, che ha perso negli anni un importante azienda del settore, in cui però altre esperienze e laboratori (anche innovativi) sono nel frattempo nati, si riaccende una luce forte che si irraggia da Termoli e che guarda a tutt’Italia. “Non pensavamo che avrebbero aderito 40 sartorie sociali, pensate che in Italia ne sono 90”, così Maurizio Varriano, coordinatore molisano di Borghi d’Eccellenza (qui in qualità soprattutto di presidente del Parco Letterario e del Paesaggio “F.Jovine”, altro partner del progetto), presentatore della speciale mattinata che è stata arricchita anche dalle note di Lino Rufo.

Altri protagonisti istituzionali e accademici del partenariato che sostiene l’iniziativa sono: Fondazione Banco Napoli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Slow Fiber, Next, Fismo Confesercenti Genova, Accademia delle Belle Arti di Napoli, insieme a enti pubblici e locali come l’Associazione Artemusa e il Distretto Turistico Molise Orientale o ancora il circolo Arci “Francesco Jovine” di Guglionesi, presieduto da Giorgio Gagliardi. Una rete di cui fa parte anche Confcooperative Molise (presente il presidente Riccardo Terriaca) anche perché, come affermato oggi, “qui in Molise c’è molto bisogno di cooperazione”.

 

La rete delle Sartorie sociali che ha il suo fulcro a Termoli vuole dimostrare che un’altra economia è possibile, una che non lascia indietro nessuno e guarda al futuro con un occhio di riguardo per il passato. Un’economia civile che parla di inclusione, solidarietà e – perchè no – bellezza. La strada è tracciata, ora non resta che percorrerla.





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