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Premi Flaiano: ancora un fiume di reazioni


Non si placa l’onda lunga e alta delle reazioni e commenti alla vicenda dei Premi Flaiano 2025 via da Pescara. In una lunga nota il presidente del consiglio regionale Sospiri parla, tra le altre cose, di “stucchevole e non appassionante polemica”. Arriva poi la nota del gruppo consiliare “Pettinari sindaco” in cui Di Pillo incalza Masci parlando di “vendette e poca umiltà”

Sulla stucchevole e non appassionante polemica sorta intorno alla vicenda del Premio Flaiano credo sia giunto il momento di placare gli animi, riacquistare tutti la necessaria lucidità istituzionale e aprire un Tavolo di confronto sereno e razionale, nell’interesse esclusivo della città di Pescara che dopo 52 anni nutre uno scontato sentimento di appartenenza e protezione nei confronti di quella rassegna che fa parte del nostro patrimonio. Qui non si tratta di chi ha torto o chi ha ragione, ma solo di trovare una soluzione condivisa a un momento di incomprensione. Già domani chiederò la disponibilità dell’avvocato Carla Tiboni, presidente della Fondazione, e del sindaco Carlo Masci per un incontro teso a ritrovare l’opportuna pacificazione utile a garantire ai pescaresi di poter continuare a godere di uno spettacolo che appartiene innanzitutto al suo pubblico che da 52 anni ne assicura il successo e la vita”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento alla polemica inerente al Premio Flaiano.

La Regione Abruzzo in primis ringrazia tutte le amministrazioni che fin qui hanno dato la propria disponibilità a ospitare sul proprio territorio il Premio Flaiano in odore di trasloco – ha detto il Presidente Flaiano -, ma mi permetto di far osservare che qui il problema non è la location del premio, che è sempre stata assicurata gratuitamente, fosse il Teatro d’Annunzio o piazza della Rinascita. Qui siamo dinanzi a un ventilato problema di fondi pubblici necessari allo svolgimento del Premio, e allora chiedo se i Comuni di Spoltore, Francavilla al Mare, Montesilvano o Chieti abbiano in bilancio i 60-70mila euro richiesti dalla Fondazione. Se così fosse, allora il problema potrebbe in parte dirsi risolto, almeno per la Fondazione, ma a oggi non mi sembra che alcuna di quelle amministrazioni comunali abbia parlato di somme da erogare al Premio. E allora, restituendo serietà al problema, credo che sedersi attorno a un Tavolo istituzionale sia d’obbligo per dissipare quel clima di scontro che si è inspiegabilmente determinato attorno a quella che dev’essere vissuta come un’occasione di cultura, di festa e di promozione della città. E il problema, chiaramente, non è che il Comune avrebbe ipoteticamente tagliato fondi al Flaiano ma poi ha dispensato generose elargizioni verso altri appuntamenti, fosse esso il FLA – Festival delle Letterature e Altro, che non può certamente essere annoverato tra le iniziative ideate dal centrodestra, né tantomeno l’Ente Manifestazioni Pescaresi che, al pari del Flaiano, è patrimonio della cultura pescarese e va difeso e tutelato. Sicuramente scegliere le rassegne da finanziare o meno è un’azione che fa capo all’amministrazione che governa, ma è altrettanto vero che il Premio Flaiano va sostenuto per la sua storia, la sua tradizione, per tutto ciò che rappresenta per Pescara e per l’Abruzzo. A questo punto, superando con buon senso istituzionale una sterile querelle che inevitabilmente ha già vissuto la sua fase di strumentalizzazione politica, la quale rappresenta un’offesa alla memoria stessa di Flaiano, ritengo ci siano le condizioni per riaprire il dialogo, capire le ragioni delle due parti in causa, da una parte il Comune di Pescara, dall’altra la Fondazione Flaiano, e metterci a lavorare per l’organizzazione dell’edizione 2025 del Flaiano che sono certo sarà ancora più bella, straordinaria e sorprendente rispetto agli anni precedenti. Daremo insieme un’entità precisa alle risorse necessarie per la manifestazione, daremo un’identità alla loro destinazione, e capiremo le possibilità offerte o meno dal Comune”

“Preferisco non chiedermi cosa avrebbe detto e fatto suo padre, che affrontava le istituzioni vis a vis”… Avv. Carlo Masci”.  Ci vuole davvero una faccia ancor più famosa di quella dei bronzi di Riace per poter affermare ciò, vista la frequente assenza dalle aule dell’assise civica, e ancor più dalle commissioni consiliari dove il Sindaco Masci da 7 mesi, si è forse affacciato una sola volta per fare proclami senza contraddittorio, conditi di foto di rito da allegare a comunicati stampa trionfalistici. C’è bisogno a nostro parere di più umiltà e di meno boria, di maggior scaltrezza e di meno odio personale, di più astuzia e di minor presunzione, visto ciò che finora ha dato una manifestazione come i “Premi Flaiano” alla città di Pescara. I sostantivi utilizzati rendono perfettamente l’idea di chi a nostro avviso predica male e razzola ancora peggio, pensando che le “vendette” personali possano passare come vezzo del regnante di turno, infliggendo alla città che sta governando, un torto costoso nell’immagine e nelle tasche di chi avrebbe incassato con la venuta di fan nella capitale adriatica. Tutto è stato premeditato visto che nel DUP approvato dalla giunta, già figurava il taglio finanziario al Flaiano di 30.000€, e che le spese a carico del Comune per l’allocazione della manifestazione in Piazza della Rinascita, a detta dell’Avv. Tiboni, non sarebbero vere, visto che esisteva un accordo con relativa caparra tra l’Avv. Carla Tiboni e l’EMP per l’affitto del teatro D’Annunzio, poi chiuso per inagibilità.



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