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6th “MED & ITALIAN ENERGY REPORT”



“THE ENERGY TRANSITION IN THE MEDITERRANEAN BETWEEN SUSTAINABILITY AND SECURITY: a dynamic think-tanking approach”

Strasburgo. Presentato al Parlamento Europeo il sesto MED & Italian Energy Report, lavoro di ricerca intitolato quest’anno “The energy transition in the Mediterranean between sustainability and security: a dynamic think-tanking approach”, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e frutto della sinergia scientifica tra SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino, e della collaborazione con la Fondazione Matching Energies.

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L’evento, è stato patrocinato dai deputati europei Elena Donazzan e Giorgio Gori, ed è stato organizzato con la collaborazione della struttura European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo con sede a Bruxelles.
Il Report 2025 si concentra sugli impatti dei fenomeni geopolitici sugli scenari energetici, con un focus sulle forniture di gas naturale e sul ruolo potenziale delle fonti rinnovabili nel dialogo euro-Mediterraneo.

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Si sottolinea l’importanza del ruolo potenziale delle fonti rinnovabili nella costruzione di un dialogo sull’energia verde nella regione mediterranea. Attraverso soluzioni innovative e una maggiore collaborazione internazionale, l’area può affermarsi come modello di sostenibilità e sicurezza energetica per il futuro.

Nel Rapporto è presente anche un focus sui porti e lo shipping che analizza la loro rilevanza nel commercio energetico marittimo del Mediterraneo, identificando i terminal più importanti e i principali chokepoint coinvolti nella fornitura di materie prime energetiche.

L’Unione Europea resta fortemente dipendente dalle importazioni energetiche, che coprono il 58,3% del suo fabbisogno, una quota nettamente superiore rispetto alla Cina (20%) e agli Stati Uniti, che sono autosufficienti.

L’Unione Europea ha compiuto passi significativi nella diversificazione del mix energetico. L’uso del carbone, che rappresentava il 32% della produzione nel 2000, è sceso al 12%; il gas naturale è aumentato, passando dal 12% al 17%, mentre le energie rinnovabili sono passate dal 15% al 45%, un ritmo di crescita destinato a proseguire.

Secondo il rapporto, il Mediterraneo meridionale rappresenta una risorsa preziosa per l’Europa. Studi sulla produzione di energia fotovoltaica rivelano che meno dell’1% della superficie dei paesi della sponda sud potrebbe generare elettricità sufficiente non solo a soddisfare la domanda locale, ma anche a fornire energia alle nazioni europee.

La capacità installata di energie rinnovabili nella regione mediterranea evidenzia un netto squilibrio geografico. Nel 2023, l’81,9% dei 112,5 GW di capacità fotovoltaica era concentrato nella costa europea, contro appena il 2,8% in Nord Africa. Lo stesso vale per l’eolico: degli oltre 92,6 GW installati, l’82,5% si trova nella costa settentrionale, mentre solo il 4,3% è distribuito tra i paesi del Nord Africa.

In questo contesto, il recente accordo strategico tra Italia, Albania ed Emirati Arabi Uniti, firmato il 15 gennaio 2025 dalla Premier Giorgia Meloni, rappresenta una svolta per la diplomazia energetica.

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Questo patto mira a rafforzare le interconnessioni energetiche tra le sponde del Mediterraneo, con l’obiettivo di affrontare la transizione energetica in modo concreto e sostenibile.

L’accordo si inserisce in una visione più ampia che vede l’Italia come un hub energetico strategico, in grado di gestire i flussi tra Europa e Africa. Grazie a questo asse di collaborazione, il nostro Paese consolida il suo ruolo nel dialogo energetico euro-mediterraneo, favorendo lo sviluppo delle infrastrutture e promuovendo una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico regionale.

Il ritorno di Donald Trump sulla scena politica americana potrebbe avere effetti rilevanti sulle politiche energetiche. La strategia energetica del Presidente, orientata a promuovere combustibili fossili e a spingere sull’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL), potrebbe rimodellare gli equilibri geopolitici. L’espansione della produzione americana di idrocarburi mira a ridurre i costi dell’energia e a migliorare la competitività economica degli USA, in particolare nei confronti della Cina.

Negli ultimi anni, le esportazioni di GNL dagli Stati Uniti all’Europa sono cresciute dal 27% del 2021 al 48% del totale europeo nei primi mesi del 2024. Questa dinamica contribuisce a diversificare le forniture dell’Europa, riducendo la dipendenza da altri fornitori, come la Russia, e rafforzando la sicurezza energetica del continente.

Sul versante dei trasporti marittimi, la transizione energetica globale non può prescindere dal ruolo strategico dei porti mediterranei. Questi hub oltre a facilitare il commercio di materie prime fossili, stanno emergendo come protagonisti nella rivoluzione green. I porti italiani, ad esempio, gestiscono il 35% del traffico energetico nazionale e sono impegnati in progetti ambiziosi per diventare centri di innovazione sostenibile.

Tra le iniziative più rilevanti vi sono lo sviluppo di infrastrutture per l’accoglienza di navi alimentate con combustibili alternativi come GNL, metanolo e ammoniaca. Attualmente, il 52,6% del portafoglio ordini dei cantieri navali è destinato a unità capaci di utilizzare propellenti green, segno di una transizione in atto nel settore dello shipping.

Un altro aspetto di rilievo è rappresentato dall’aumento delle esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti all’Europa, che sono passate dal 27% nel 2021 al 48% nel 2024. Questo cambiamento sta ridisegnando le rotte del commercio energetico, enfatizzando l’importanza dei chokepoint come Hormuz, Malacca e Suez per il transito di greggio e gas.

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L’Italia, storicamente tra i paesi europei con il maggior grado di dipendenza energetica, sta facendo segnare progressi significativi verso una maggiore autonomia. Sebbene il livello di dipendenza dalle importazioni di energia sia ancora elevato (74,8% nel 2024, ben sopra la media europea), si registra una riduzione rispetto al 77,5% pre-Covid del 2019. Questo miglioramento, seppur graduale, è accompagnato da una strategia mirata di stoccaggio e utilizzo delle risorse: all’inizio della stagione invernale 2024/2025, l’Italia ha raggiunto un riempimento degli stoccaggi di gas naturale pari al 98,5%, superando la media europea e garantendosi una solida protezione contro eventuali crisi di approvvigionamento.

Parallelamente, le energie rinnovabili stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel mix energetico italiano. Nel 2024, le rinnovabili hanno coperto il 41,2% della domanda elettrica nazionale, un record storico, con il fotovoltaico che ha registrato una crescita del 19,3% rispetto al 2023, soddisfacendo da solo l’11,5% della domanda. L’insieme di fotovoltaico ed eolico ha contribuito per il 18,6% al fabbisogno elettrico nazionale, un incremento dell’8,4% rispetto all’anno precedente.

Nonostante questi progressi, il divario con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) è ancora ampio. Per il 2025, è previsto che il 48% della domanda elettrica venga soddisfatto da fonti rinnovabili, mentre per il 2030 l’obiettivo sale al 65%. Raggiungere questi target richiederà un impegno deciso, con investimenti mirati nelle infrastrutture e nel potenziamento della capacità produttiva delle rinnovabili. Ricordiamo che nei porti vanno sempre più diffondendosi grandi progetti inerenti le energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico anche offshore.

La capacità di accogliere navi con propellenti come Metanolo, GNL, Ammoniaca ed altri potrà essere una discriminante competitività di notevole portata. Il 52,6% del portafoglio ordini navale nei cantieri sarà in grado di utilizzare carburanti o propulsioni alternative.

Per i porti italiani il segmento energy vale il 35% del totale movimentato. Essi stanno affrontando e sempre più saranno protagonisti di una rivoluzione energetica. La nuova sfida è quella di diventare hub della transizione energetica, impegnandosi a rendere più ecologiche le proprie attività. Avanza il modello Green con investimenti e nuove sfide per le nostre infrastrutture.

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Per realizzare le analisi di questa edizione del Report, SRM e ESL@energycenter del Politecnico di Torino hanno implementato una piattaforma interattiva denominata ENEMED Platform che attraverso algoritmi ed accesso a varie fonti dati consente di eseguire ricerche e analisi ed ottenere informazioni aggiornate sui flussi energetici dei paesi dell’area Euro Mediterranea, anche personalizzando le visualizzazioni dei dati.

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Dopo l’introduzione dei due deputati europei e della responsabile European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo, Francesca Passamonti, sono seguite le relazioni introduttive di Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo ed Elena Baralis, Prorettore del Politecnico di Torino.

Hanno presentato il Rapporto , , , Politecnico di Torino a cui ha fatto seguito una simulazione e dimostrazione del funzionamento della nuova ENEMED Platform.

L’evento è proseguito con un dibattito, moderato da Ana Rovzar, Founder & CEO Polygon AR, centrato sui risultati illustrati dal Rapporto a cui hanno partecipato autorevoli esponenti di istituzioni italiane ed europee, di associazioni di categoria internazionali, rappresentanti dell’industria energetica e delle infrastrutture connesse all’energia.



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