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Disuguaglianze nel costo degli studi universitari in Italia


Il costo degli studi universitari in Italia è stato realizzato attraverso un report stilato dal l’O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori), suddividendo l’Italia in tre macro aeree geografiche e anche quest’anno, sempre relativamente alla tassazione massima, gli atenei settentrionali si confermano i più cari: i costi superano del +27,4% quelli delle Università del Sud e del +18,2% quelli degli atenei del Centro. Si conferma, inoltre, il primato di ateneo più caro dell’Università di Pavia, che prevede imposte massime medie di 3.902,00 euro annui (3.663,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.141,00 euro per i corsi di laurea dell’area scientifica). Seguono nell’ordine l’Università di Milano (3.206,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.060,00 euro per quelle scientifiche) e La Sapienza di Roma (2.977,00 euro e 3.080,00 euro rispettivamente per le facoltà umanistiche e scientifiche). L’applicazione della no tax area e la decisione di molti atenei di prevedere ulteriori agevolazioni sono considerati da Federconsumatori elementi positivi, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui il protrarsi dell’emergenza sanitaria sta provocando gravi ripercussioni non solo sulla salute di molti cittadini, ma anche sotto il profilo emotivo, sociale ed economico. Basti pensare che lo scorso anno, dall’indagine condotta da Federconsumatori e UDU, con la collaborazione della Fondazione Isscon, è emerso che per mantenere uno studente universitario si spendono mediamente 9.379 euro annui se in sede, 10.293 euro annui se pendolare, 17.498 euro annui se fuorisede (tra tasse universitarie, alloggio, pasti, trasporti urbani ed extraurbani, materiale didattico e digitale, cultura, attività sociali, ricreative, sport e salute); il caro-alloggi, in particolare, negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente anche, ma non solo, in relazione alla diffusione del fenomeno degli affitti brevi a scopo turistico. Costi insostenibili per molti, che vanno di pari passo con la cronica carenza di sostegni, borse di studio e studentati. Non è un caso se il tasso di abbandono dei corsi di laurea è cresciuto negli ultimi anni, raggiungendo il 14,5% nel 2021 (dati ANVUR) ed è facile prevedere che sia destinato a salire ulteriormente.

“A fronte di costi così elevati, che diventano insostenibili per molte famiglie, specialmente al Sud, permane una situazione di forte criticità dal punto di vista dei servizi: da quelli di natura abitativa, ai trasporti urbani e per i pendolari, dal servizio mensa, all’offerta di servizi culturali e ricreativi, per non parlare del costo esorbitante di libri e dispense”, afferma Michele CarrusPresidente di Federconsumatori.

Anche quest’anno, il report sulle tasse universitarie evidenzia significative differenze tra le diverse aree geografiche d’Italia, con un chiaro predominio degli atenei settentrionali in termini di costi. Le università del Nord si confermano le più care, con una tassazione massima superiore del 27,4% rispetto agli atenei del Sud e del 18,2% rispetto a quelli del centro. Questa disparità di costi è un tema centrale per l’accessibilità all’istruzione superiore, alimentando un dibattito sulle disuguaglianze economiche e sociali che persistono nel sistema educativo italiano. Tra le università italiane, quella delll’Università di Milano, con costi che si attestano a 3.206,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.060,00 euro per quelle scientifiche. Abbiamo la Sapienza di Roma, con imposte massime di 2.977,00 euro per i corsi umanistici e 3.080,00 euro per quelli scientifici.

Queste cifre evidenziano la continua crescita dei costi universitari, che pongono seri ostacoli all’accesso all’istruzione superiore, in particolare per le famiglie con minori capacità economiche. Nonostante l’alto costo delle tasse universitarie, sono stati introdotti alcuni strumenti di sostegno agli studenti. La no tax area, che esenta dalla tassazione gli studenti con redditi più bassi, e le agevolazioni previste da molti atenei, rappresentano passi positivi verso una maggiore equità. Federconsumatori ha sottolineato l’importanza di queste misure, soprattutto in un periodo difficile come quello attuale, segnato dalla pandemia che ha avuto gravi ripercussioni non solo sulla salute, ma anche sul benessere emotivo, sociale ed economico di molti cittadini. L’indagine condotta da Federconsumatori e UDU, con la collaborazione della Fondazione Isscon, ha messo in luce l’entità dei costi complessivi per gli studenti universitari. Mantenere uno studente universitario comporta una spesa media annua di 9.379 euro per chi studia in sede, 10.293 euro per i pendolari e ben 17.498 euro per i fuorisede. Questi importi comprendono non solo le tasse universitarie, ma anche le spese per alloggio, pasti, trasporti, materiale didattico, attività sociali e ricreative, sport e salute.

Il caro-alloggio, in particolare, ha visto un’impennata negli ultimi anni, anche a causa della crescente diffusione degli affitti brevi destinati al turismo. Questo fenomeno ha contribuito ad aumentare ulteriormente il costo della vita per gli studenti, rendendo sempre più difficile per le famiglie affrontare le spese universitarie. Nonostante l’adozione di alcune politiche di supporto, i costi rimangono insostenibili per molte famiglie, soprattutto quelle del Sud Italia. La carenza di borse di studio, studentati e altre forme di sostegno aggrava ulteriormente la situazione. È, infatti, emerso che il tasso di abbandono dei corsi di laurea è aumentato negli ultimi anni, raggiungendo il 14,5% nel 2021, secondo i dati ANVUR. Questa percentuale è destinata probabilmente a crescere, considerando l’attuale situazione economica e sociale.

In Europa e Nord America, diversi Paesi offrono opportunità di studio a basso costo o gratuite nelle università pubbliche. In Germania, Austria e Norvegia, le università pubbliche non richiedono tasse universitarie o applicano solo tasse amministrative ridotte. In Canada, il Vanier Canada Graduate Scholarship Program fornisce borse di studio sostanziose per studenti di dottorato.  Inoltre, gli Atenei Telematici, che offrono corsi di laurea online, stanno guadagnando terreno. I costi per le lauree online variano tra 2.000 e 4.290 euro all’anno, con spese aggiuntive per tasse amministrative e regionali. A differenza delle università tradizionali, le rette delle università telematiche sono fisse, indipendentemente dal reddito. Un aspetto positivo delle università telematiche è la loro inclusività: la percentuale di studenti con disabilità e DSA nelle università online è superiore a quella nelle università tradizionali. Questo modello offre maggiore accessibilità a studenti con esigenze particolari, grazie alla flessibilità dei percorsi formativi. In generale, questi modelli educativi contribuiscono a rendere l’istruzione superiore più accessibile, ma rimane fondamentale garantire che i costi non rappresentino un ostacolo per gli studenti, specialmente nelle realtà più svantaggiate. In Europa, diversi Paesi offrono opportunità di studio gratuito o a basso costo nelle università pubbliche: in Germania, Austria e Norvegia l’istruzione universitaria è gratuita o richiede solo una tassa amministrativa simbolica. In Nord America, il Canada offre borse di studio generose per i dottorandi. In Italia, le università telematiche stanno guadagnando importanza, con costi annuali per le lauree online che vanno da 2.000 a 4.290 euro, a cui si aggiungono tasse accessorie. A differenza delle università tradizionali, nelle università telematiche i costi sono fissi. Inoltre, queste università risultano particolarmente inclusive, con una percentuale di studenti con disabilità e DSA superiore a quella delle università tradizionali. Infatti, secondo una ricerca dell’ANVUR relativa all’Anno Accademico 2019/20, erano iscritti 36.816 studenti con disabilità o DSA, rappresentando il 2% del totale degli studenti universitari. Questo numero è in crescita costante, con una composizione di studenti disabili maggiore del 66% e il 44% affetto da DSA.

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Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori, ha evidenziato come la situazione degli studenti sia critica non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di qualità dei servizi. Molti atenei, soprattutto al Sud, presentano gravi carenze nei servizi abitativi, nei trasporti, nelle mense universitarie e nell’offerta di attività culturali e ricreative. Inoltre, il costo elevato dei libri di testo e delle dispense contribuisce a rendere il percorso universitario ancora più oneroso. Le disuguaglianze nelle tasse universitarie e la difficoltà di accesso a risorse adeguate per gli studenti sono temi che necessitano di una riflessione urgente. Se da un lato le agevolazioni come la no tax area offrono un parziale sollievo, è evidente che la situazione economica delle famiglie italiane, in particolare al Sud, continua a rendere l’istruzione universitaria un lusso per pochi. Affrontare queste problematiche richiede politiche più mirate e interventi strutturali che possano garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dal loro reddito e dalla loro provenienza geografica, pari opportunità di accesso all’educazione.

 

 

A cura di Eleonora Camarda.
Allieva del corso di “Tecnico della comunicazione mediale”.
Avviso 7/2023 PR FSE+ SICILIA 2021 2027





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