Il tour insieme al filosofo evoluzionista Telmo Pievani. Paolini: «La vera specie in estinzione è il pensiero scientifico»
Marco Paolini arriva in Trentino-Alto Adige con un lungo tour insieme al filosofo evoluzionista Telmo Pievani e la nuova pièce Darwin, Nevada, co-produzione del Teatro Stabile di Bolzano. «Darwin, l’evoluzionista riluttante» potrebbe essere il sottotitolo dello spettacolo che Paolini dedica a Darwin, studioso, biologo e geologo inglese, padre della teoria evoluzionistica del mondo. Nella pièce realtà e fantasia si fondono. Paolini sottolinea: «È la genesi di un’idea complessa, come la nostra mente, con tutti i suoi limiti, possa concepire un pensiero in grado di mettere in discussione tutto quello che abbiamo studiato e che i nostri autorevoli amici credono essere vero, e quale travaglio interiore nasca dalla consapevolezza della portata eversiva di una scoperta». Lo spettacolo, che ha debuttato a Milano, arriva al Teatro Zandonai di Rovereto martedì 18 febbraio, ore 20.30, al Teatro Sociale di Trento dal 20 al 23 febbraio e in Alto Adige al Teatro Comunale di Bolzano dal 27 febbraio al 2 marzo.
Teatro d’immagini e visioni
Il lavoro, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano con il Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro Ert, Vanishing Point, Jolefilm, in collaborazione con La Fabbrica del Mondo, nasce dalla sinergia tra Paolini, autore della drammaturgia con Francesco Niccolini e Telmo Pievani e il regista britannico Matthew Lenton, che crea teatro d’immagini e visioni. Un progetto che parte dal desiderio di innescare una riflessione sul rapporto tra conoscenza e informazione in un momento storico come il nostro, nel quale, evidenzia Paolini, «la vera specie in estinzione è il pensiero scientifico». Sul palco, affiancano Marco Paolini Clara Bortolotti, Cecilia Fabris, Stefano Moretti, Stella Piccioni. Le scene e i costumi sono di Emma Bailey, le luci di Kai Fischer, sound design di Mark Melville. Con la consulenza scientifica di Niles Eldredge e James Moore.
Il furto dei taccuini di Darwin
La costruzione del racconto parte da un fatto di cronaca: il furto dei taccuini di Darwin avvenuto nel 2000 all’Università di Cambridge. Un furto scoperto solo vent’anni dopo e felicemente conclusosi poi con la restituzione della preziosa refurtiva, intatta, alla vigilia di Pasqua del 2022. Il pacchetto era accompagnato da un biglietto anonimo con l’augurio «Librarian, Happy Easter». Chi abbia rubato i taccuini e perché, e che cosa sia accaduto in quegli anni rimane un mistero. Paolini avanza un’ipotesi fantasiosa e se ne serve per catturare l’attenzione del pubblico e scandagliare il tema che gli sta a cuore: il conflitto che Darwin visse con sé stesso, per vent’anni, quelli intercorsi tra la stesura degli appunti presi durante la lunga spedizione scientifica per mare e per terra alla quale partecipò tra il 1831 e il 1836, e la pubblicazione del libro “L’origine delle specie per selezione naturale” nel 1859: aveva consapevolezza della forza dirompente delle sue teorie e dell’impatto che avrebbero avuto sulla società.
Le due ragazze
Con il furto dei taccuini si fonde, nella narrazione teatrale, la vicenda immaginaria di due ragazze, Sue Ellen e Sunny, che in fuga dal Burning Man Festival, interrotto da una pioggia alluvionale, travolgono col loro camper, nel buio della notte, un uomo. Scopriranno che è Fernando Morión Nevada, partito per fare il giro del mondo, dopo avere lasciato la fidanzata Lupe ad aspettare il suo ritorno. Il fatto misterioso è che ha con sé dei libretti di appunti su uno dei quali è tracciato lo schizzo di uno strano albero (quello evolutivo) con sopra scritto «I think» (penso): è la pagina 36 del taccuino «B» sulla Trasmutazione delle specie. Il tutto avviene nei pressi di Darwin, un villaggio realmente esistente, dedicato allo scienziato, ma ora praticamente abbandonato, nel deserto del Mojave, al confine con il Nevada.
Sarà Ed, sceriffo del luogo e fidanzato precario di Lupe, a fare luce, suo malgrado, sulla vicenda.
Informazioni sul sito www.piccoloteatro.org
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