Costi alti e vantaggi minimi, Italia in ritardo sulla mobilità elettrica
È un confronto preoccupante quello tra l’Italia ed altri Paesi europei sulla mobilità elettrica. L’associazione Codici ha preso in esame, in particolare, i costi di ricarica, da cui emerge un divario netto rispetto a Francia, Germania e Spagna.
I costi di ricarica pubblica vedono l’Italia in testa con 0,65 euro/kWh, seguita da Germania (0,21 euro/kWh), Francia (0,18 euro/kWh) e Spagna (0,13 euro/kWh). Un primato che trova conferma, ma con un divario meno netto, nei costi del diesel: Italia con 1,672 euro/litro davanti a Francia (1,670 euro/litro), Germania (1,495 euro/litro) e Spagna (1,455 euro/litro).
Partendo da queste basi e utilizzando come auto tipo una elettrica con consumo medio di 0,2 kWh/km ed una diesel con consumo medio di 17 km/litro, si arriva alla triste realtà sottolineata dall’associazione Codici. Il costo al chilometro dell’auto elettrica con ricarica pubblica vede l’Italia in cima alla classifica con 0,13 euro, nettamente più cara rispetto a Germania (0,042 euro), Francia (0,036 euro) e Spagna (0,026 euro). Tutt’altra storia se si prende in esame il diesel, dove il primato è decisamente meno solitario, anzi condiviso: Italia 0,098 euro come la Francia, a seguire Germania (0,088 euro) e Spagna (0,086 euro).
Quanto conviene, quindi, l’auto elettrica in Italia? Poco, se si calcola anche il tempo necessario per compensare la differenza di costo con una percorrenza annua di 30.000 km. Prendendo come riferimento una tassa automobilistica di 300 euro per il diesel, imposta per cui l’auto elettrica è esente in alcune Regioni, il costo della ricarica pubblica è così elevato che l’auto elettrica non compensa mai la differenza di costo rispetto all’auto diesel. Il risparmio annuale è negativo. Per gli altri Paesi oggetto del confronto, invece, si va dai 9,5 anni della Germania, che segna un risparmio annuale di circa 1.000 euro rispetto al diesel, ai 6,5 anni della Spagna con un risparmio di circa 1.500 euro, passando per i 7,4 anni della Francia che fa segnare un risparmio annuale di circa 1.300 euro. Un ulteriore elemento di riflessione è rappresentato dall’analisi dei costi legati alla ricarica domestica. In questo caso, infatti, l’Italia si rimette in carreggiata con un costo al km che scende a 0,05 euro per un tempo di compensazione di quasi 6 anni ed un risparmio annuale rispetto al diesel di circa 1.700 euro.
Sono diverse le iniziative messe in campo dall’associazione Codici per sensibilizzare i consumatori sul tema della mobilità elettrica nell’ottica dell’economia circolare. Una soluzione che però al momento non appare ancora realmente praticabile, come dimostrano i dati forniti. “In Italia, con le attuali tariffe di ricarica pubblica – afferma Davide Zanon, Segretario di Codici Lombardia –, l’auto elettrica non è economicamente vantaggiosa rispetto all’auto diesel, neppure considerando l’esenzione dalla tassa automobilistica. Tuttavia, ricaricando a casa, la situazione cambia: l’auto elettrica diventa più conveniente, con un tempo di compensazione di circa 5,7 anni. Negli altri Paesi europei considerati, anche con la ricarica pubblica l’auto elettrica può essere vantaggiosa nel lungo termine. Ciò è dovuto ai costi più bassi per kWh e ad una politica più chiara ed incentivante sulla mobilità elettrica. Mentre in Italia si critica la mobilità elettrica, denunciando costi sociali dovuti alla riconversione delle aziende automobilistiche usando i dati di acquisto delle auto elettriche come scusante per questa mancata riconversione, non si dice che in realtà si fa di tutto per disincentivarla, ignorando il vero ostacolo alla riconversione che è il costo di ricarica. Con questa semplice analisi abbiamo voluto mostrare come l’acquisto di un’auto elettrica ad oggi sia un investimento a perdere. Bisognerebbe farla finita con le critiche ai consumatori, perché sono basate sul nulla”.
L’Italia, dunque, deve cambiare marcia se non vuole rimanere indietro. “La convenienza dell’auto elettrica in Italia è fortemente condizionata dal costo della ricarica pubblica – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e dalla mancanza di una strategia chiara da parte del Governo sulla transizione verso la mobilità elettrica. Questa incertezza disincentiva l’acquisto di veicoli elettrici, a differenza di altri Paesi europei dove la transizione è più definita e sostenuta da politiche incentivanti e infrastrutture efficienti. L’Italia rischia di rimanere indietro in un settore cruciale per la sostenibilità ambientale e la competitività economica”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link