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Smart working per Pubblica Amministrazione nel 2025: novità


Il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali ha cambiato le regole di accesso allo smart working nella Pubblica Amministrazione nel 2025.

Per gli statali delle PA centrali è prevista una corsia preferenziale e maggiore flessibilità per l’uso del lavoro agile e da remoto, purché compatibile con la natura della prestazione lavorativa.

Previsto l’accesso agevolato allo smart working anche per i neo assunti e per i lavoratori anziani che stanno per andare in pensione.

In questo articolo vi spieghiamo cosa è cambiato nel 2025 per lo smart working dei dipendenti pubblici e come funziona dopo il rinnovo del CCNL.

PROROGA SMART WORKING PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NEL 2025

Nel 2025 la proroga per lo smart working per la Pubblica Amministrazione vale per i lavoratori fragili, i genitori di minori, caregivers e i dipendenti in temporanea difficoltà, oltre che i neo assunti e i lavoratori anziani. Questi dipendenti pubblici, cioè, possono richiedere di lavorare da remoto, ma devono ricevere l’autorizzazione, che spetta ai dirigenti responsabili di ciascun ufficio.

Le novità previste per il 2025 sono disciplinate dal CCNL Funzioni Centrali 2022 2024 e dalle linee guida del 29 Maggio 2024 firmate dal Ministro PA Paolo Zangrillo. Vediamo i dettagli.

COME CAMBIA LO SMART WORKING NEL 2025

Nel 2025 lo smart working per gli statali è cambiato radicalmente grazie alla maggiore flessibilità introdotta e alle nuove regole di accesso decise dal CCNL Funzioni Centrali 2022 2024. A differenza di quanto accadeva fino allo scorso anno, nel 2025 i lavoratori con gravi situazioni di salute, personali e familiari, possono svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, derogando al criterio della prevalenza della presenza.

Cioè, il CCNL Funzioni centrali – redatto in base alle linee guida del 29 Maggio 2024 firmate dal Ministro PA Paolo Zangrillo – prevede la possibilità di concordare un numero di giorni di lavoro da remoto. Tali giorni possono essere anche superiori a quelli svolti in presenza. L’ultima parola però spetta al dirigente responsabile, che sarà incaricato di individuare misure organizzative necessarie attraverso accordi individuali.

Inoltre, il CCNL rinnovato ha:

  • riconosciuto l’accesso agevolato allo smart working anche ai neo assunti, nei primi 3 anni di impiego, nei Ministeri, nelle Agenzie Fiscali e in altri Enti delle Pubbliche Amministrazioni Centrali;

  • introdotto la nuova clausola chiamata “Age management” che riconosce ai dipendenti pubblici over 60 la possibilità di lavorare in modalità agile per gestire al meglio il proprio tempo tra ufficio e casa.

CHI PUÒ RICHIEDERE LO SMART WORKING NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Possono richiedere lo smart working tutti i dipendenti pubblici purché siano in possesso di specifiche motivazioni. Tra questi, come stabilito nel CCNL Funzioni Centrali 2022 2024, rientrano i lavoratori pubblici con gravi situazioni di salute, personali e familiari. Inoltre, possono presentare richiesta di accesso al lavoro agile anche i dipendenti che non hanno delle esigenze particolari o determinate motivazioni.

Ad avere la parola finale sull’accesso allo smart working è il dirigente dell’ufficio interessato. Tuttavia, se arrivano più richieste, i dirigenti sono tenuti a seguire un ordine di priorità nell’accoglimento delle richieste, che riconosce una corsia preferenziale a:


  • dipendenti con figli fino a 14 anni di età;

  • dipendenti con figli disabili, senza alcun limite di età;

Ricordiamo anche che, in tutti i casi, l’adesione al lavoro agile deve avere natura consensuale e volontaria.

COME FARE RICHIESTA

Per richiedere l’accesso allo smart working nella Pubblica Amministrazione è necessario presentare una formale domanda al dirigente che si occupa del vostro ufficio di riferimento o del personale, in generale.

Il modulo – prodotto in base a questo schema “fac simile” (PDF 882 Kb) – deve essere firmato dal lavoratore, dal datore di lavoro e dal sindacato di riferimento. Bisogna specificare però che alcune Pubbliche Amministrazioni offrono modelli specifici, adattati alle loro esigenze particolari. In questi casi, i modelli devono essere richiesti all’ufficio competente, compilati e consegnati secondo le modalità stabilite dalla stessa Amministrazione Pubblica.

Poi, per l’avvio del lavoro agile è necessario sottoscrivere l’accordo individuale, che spiega nel dettaglio termini e modalità di svolgimento dello smart working per il lavoratore interessato, nel rispetto dei limiti previsti dal CCNL e dalle esigenze della specifica PA.

In caso di dubbi, vi consigliamo di chiedere informazioni alla dirigenza della vostra PA di appartenenza.

QUANDO IL DATORE DI LAVORO PUÒ RIFIUTARE LO SMART WORKING

Il datore di lavoro nella Pubblica Amministrazione può rifiutare una richiesta di smart working in alcune situazioni specifiche. Ad esempio, se il lavoro del dipendente richiede la presenza fisica in ufficio per garantire il funzionamento dell’Ente o se la modalità agile potrebbe compromettere la sicurezza o la riservatezza dei dati sensibili.

Altre circostanze possono essere la mancanza di accesso alle attrezzature necessarie per svolgere il lavoro da remoto, o se il datore di lavoro ritiene che lo smart working possa influire negativamente sulle prestazioni del dipendente. È importante verificare le linee guida specifiche e le policy interne dell’Ente presso cui si lavora, poiché potrebbero esserci altre motivazioni o restrizioni particolari.

Infatti, sono i dirigenti a determinare i dettagli e le regole “interne” per garantire la possibilità di accedere allo smart working.

QUANTI GIORNI DI SMART WORKING POSSONO FARE I DIPENDENTI PUBBLICI

Il numero di giorni di smart working che si possono fare nella Pubblica Amministrazione può variare a seconda delle politiche interne di ogni Ente e delle specifiche esigenze lavorative. In generale, molte Pubbliche Amministrazioni permettono ai dipendenti di lavorare da remoto fino a due giorni a settimana, ma ci possono essere estensioni a seconda dei regolamenti approvati dalla PA.

Infatti, come previsto nelle linee guida del 29 Maggio 2024 firmate dal Ministro PA Paolo Zangrillo e dal rinnovato CCNL Funzioni Centrali 2022 2024, tramite specifici accordi individuali c’è la possibilità tra datore di lavoro e dipendente di concordare un numero di giorni di lavoro da remoto, che possono essere anche superiori a quelli svolti in presenza, nel rispetto di quelle che sono le esigenze del dipendente e dell’ufficio.

A tal proposito vi invitiamo a leggere il nostro articolo su alcuni esempi di Enti che hanno adottato dei progetti specifici di smart working.

LA GUIDA ALLO SMART WORKING

Vi invitiamo a leggere la guida allo smart working in Italia che spiega tutte le regole attive in base alla normativa già vigente.

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi segnaliamo l’approfondimento sulla sentenza che cambia le regole dello smart working per lavoratori disabili.

Mettiamo a vostra disposizione anche la lista dei Comuni dove si lavora in smart working.

Potrebbe interessarvi approfondire infine come funziona lo smart working per disabili.

Se volete conoscere altre novità sugli aiuti alle persone, vi consigliamo di leggere questa sezione.

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