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Fragmented Nations (on dropping bomb*shells)


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Bologna, 31 gennaio 2025 – Dal 6 al 16 febbraio 2025 il Museo civico del Risorgimento del Settore Musei Civici Bologna è lieto di accogliere la mostra collettiva Fragmented Nations (on dropping bomb*shells), una riflessione sulla natura incerta e fragile del tempo presente attraverso sette opere video degli artisti Bojan Stojčić, Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi, Marco Brambilla, Rashid Masharawi, Sasha Kurmaz, Shabi Habib Allah e Younès Ben Slimane.

Il progetto espositivo, a cura di Carmen Lorenzetti e Dušan Josip Smodej, è promosso da Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento in collaborazione con OOU Nomadic Gallery e rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

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Fragmented Nations (on dropping bomb*shells) presenta la frammentazione come condizione geopolitica e realtà esistenziale. Giustapponendo display contemporaneo e storico, la mostra fa entrare in risonanza i manufatti conservati nella collezione permanente del Museo civico del Risorgimento, testimonianze delle aspirazioni alla costruzione dell’Unità d’Italia da cui mossero le guerre di Indipendenza del XIX secolo, con le precarietà del (dis)ordine globale del XXI secolo. Il dialogo tra passato e presente illumina così la natura ricorsiva dei conflitti e la fragilità delle identità nazionali.

Nel dicembre 2023, l’Istituto italiano per gli studi politici internazionali ha pubblicato un dossier intitolato Il mondo nel 2024: la grande frammentazione che, a distanza di un anno, in retrospettiva fornisce un quadro convincente e solido per questa esposizione. Il rapporto identifica i principali fattori di frammentazione nel mondo odierno: tensioni geopolitiche, conflitti crescenti, instabilità economica e rottura della cooperazione multilaterale. Guerre come quelle in Ucraina e Gaza illustrano come le divisioni radicali e le mutevoli alleanze stiano rimodellando l’ordine globale. Analogamente, l’ascesa del Sud del mondo e la sua sfida all’egemonia del Nord segnano un riallineamento fondamentale delle strutture di potere internazionali, con le vecchie potenze dominanti che cercano di estendere le loro sfere di influenza a scopo di deterrenza.
Esempi di questa tendenza sono la posizione della Cina nei confronti di Taiwan e le dichiarate ambizioni egemoniche del neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo cui le annessioni territoriali di Canada, Groenlandia e canale di Panama sarebbero una necessità per la sicurezza nazionale. Queste aspirazioni sottolineano un modello ricorrente di espansionismo territoriale e ideologico, evocando domande più profonde sulla natura della sovranità, la persistenza di impulsi neocoloniali e il fragile equilibrio di potere in un panorama globale sempre più diviso.

Le opere selezionate interrogano i temi cruciali delle relazioni geopolitiche, dei conflitti, delle migrazioni e delle tecnologie di sorveglianza, invitando gli spettatori a riflettere sulla dissonanza tra le promesse di unificazione e le realtà della frammentazione. Mentre la storia e le narrazioni contemporanee si scontrano, le forze che plasmano sia la persistenza che la dissoluzione delle nazioni vengono sfidate.

Elenco opere esposte

Bojan Stojčić
Hope Hotel Phantom, 2023
Video a canale singolo, 22 min.
L’opera documenta lo spazio in cui, nel novembre 1995, i leader di Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Serbia si incontrarono per mediare un accordo di pace che avrebbe posto fine a quattro anni di violenta guerra in Bosnia ed Erzegovina.
Negoziato all’Hope Hotel situato nei terreni della base aerea Wright-Patterson, l’accordo di Dayton rinchiuse la Bosnia ed Erzegovina in un simulacro di democrazia tramite un sito che era un simulacro in sé: una base militare dall’altra parte del mondo, un’intimidazione per le parti firmatarie.
27 anni dopo, nel luglio 2022, Bojan Stojčić volò in America dalla Bosnia-Erzegovina e prenotò una stanza all’Hope Hotel. Lì, riempì gli stessi letti e le stesse sale conferenze delle persone che un tempo avevano plasmato il suo futuro, un fantasma negli echi di questo evento storico: un sogno trasformato in incubo.

Daniil Revkovskyi e Andrii Rachynskyi
Civilians. Invasion, 2023
Video a canale singolo, 56 min. 38 sec.
Civilians. Invasion raccoglie innumerevoli foto e video catturati da civili, militari e giornalisti, che documentano le esperienze civili durante l’invasione russa dell’Ucraina, alcune delle quali sono diventate virali sui social media mentre molte sono rimaste oscure.
Utilizzando algoritmi di ricerca su piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram, il progetto ha reperito video che mostrano tentativi di sopravvivenza, distruzione e morti, spesso da piccoli canali personali che hanno cambiato focus all’inizio della guerra. Molti account sono inattivi, con il destino dei loro creatori sconosciuto.
Questo archivio conserva prove fondamentali di crimini di guerra e crisi umanitaria, salvaguardandole da una potenziale cancellazione.

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Marco Brambilla
Limit of Control (Prompted), 2024
Video a canale singolo, 2 min., loop
Una visione iper-satura del panorama mediatico americano offre un ritratto della società, del potere e della coscienza individuale. Scene di disordini civili sono campionate da oltre 500 film utilizzando la tecnica di montaggio rapido della serie Sync del 2004 di Brambilla.
Limit of Control (Prompted) utilizza l’intelligenza artificiale per elaborare il montaggio risultante e presenta una narrazione impressionistica che cattura lo spettacolo contemporaneo del ciclo di notizie americane di 24 ore. L’opera intreccia le rappresentazioni teatrali di protesta e disobbedienza civile di Hollywood con feed di notizie reali per creare un video in loop generato dall’intelligenza artificiale che confonde i confini tra realtà e finzione, notizie e intrattenimento.
La colonna sonora è campionata da spunti musicali ed effetti sonori da registrazioni di proteste reali utilizzando software di intelligenza artificiale per creare un collage sonoro come composizione finale.

Rashid Masharawi

From Ground Zero, 2024
Feature film, 1 h 53 min.
From Ground Zero è un notevole progetto cinematografico collettivo avviato dal regista e dal produttore Rashid Masharawi, che comprende lavori di Ahmed Al Danaf, Ahmed Hassouna, Alaa Damo, Alaa Islam Ayoub, Aws Al Banna, Basel El Maqousi, Bashar Al Balbisi, Etimad Washah, Hana Wajeeh Eleiwa, Islam Al Zeriei, Karim Satoum, Khamis Masharawi, Mahdi Kreirah, Mohammad Al Sharif, Mostafa Kulab, Mustafa Al Nabih, Neda’a Abu Hassnah, Nidal Damo, Rabab Khamis, Reema Mahmoud, Tamer Nijim e Wissam Moussa.
Il film cerca di umanizzare e dare visibilità alle vite dei residenti di Gaza, le cui esperienze sono spesso ridotte a statistiche astratte all’interno delle narrazioni internazionali, in particolare occidentali. Questa iniziativa è in linea con la missione più ampia della Fondazione Masharawi, che si impegna a dare potere ai giovani registi palestinesi fornendo risorse tecnologiche e cognitive per supportare le loro attività creative.
Il film comprende 22 episodi, con contributi di registi per lo più di età compresa tra 18 e 28 anni, che esplorano le sfaccettate realtà della vita nella Striscia di Gaza. La narrazione oscilla tra toni di orrore e malinconia, unificati da una speranza collettiva sovrastante.
From Ground Zero funge non solo da potente dichiarazione artistica, ma anche da documento socio-politico vitale, presentando le dure realtà della vita sotto assedio e mettendo in primo piano le voci creative di una nuova generazione. In particolare, il film è stato selezionato per gli Academy Awards del 2025 e ha ottenuto il sostegno di Michael Moore.

Sasha Kurmaz
State of Emergency, 2018
Video a 4 canali, 40 min.
State of Emergency è un collage di filmati documentari personali e trovati che esamina il panorama sociale e politico dell’Ucraina dopo l’inizio dell’aggressione militare russa nel 2014.
L’opera approfondisce le complessità delle crisi contemporanee attraverso la lente dell’individuo quotidiano, affrontando temi come sorveglianza, protesta, controllo statale, resistenza pubblica, criminalità e salute mentale.
Nel corso di quattro anni, Kurmaz ha raccolto, prodotto e analizzato un vasto archivio di filmati, realizzando infine un video-collage che presenta un ritratto schietto della società ucraina in crisi. Per estensione, il pezzo riflette anche sulla condizione più ampia delle società sotto costrizione, offrendo un profondo commento sulla resilienza, la vulnerabilità e la condizione umana in tempi di sconvolgimento.

Shadi Habib Allah
30kg Shine, 2017
Video a canale singolo, 19 min. 40 sec.
30kg Shine intreccia tre momenti che si svolgono sullo sfondo di una storia di fantasmi ambientata a Gerusalemme nel 1936. Questa narrazione, probabilmente ideata per confinare le persone in casa di notte, ha facilitato il furto segreto di beni e manufatti da tombe e case.
Il video passa da una donna incaricata di vegliare di notte per prevenire ulteriori misfatti, mentre afferma di essere in possesso di oggetti che le sono stati rubati. Nell’ultimo segmento, l’artista documenta l’ampia rete di tunnel scavati per la costruzione di 22.000 tombe sotterranee commissionate dalle autorità israeliane. In particolare, questi lavori coinvolgevano lavoratori palestinesi a cui erano stati concessi permessi per entrare a Gerusalemme esclusivamente per questo scopo. Lavoravano e dormivano in questi tunnel per 3 settimane prima di ogni visita alle loro case e famiglie. Il desiderio di essere sepolti in Terra Santa si estende anche a individui non originari di Gerusalemme, a simboleggiare una rivendicazione della terra, un’affermazione profondamente intrecciata con la travagliata eredità della colonizzazione israeliana radicata nelle narrazioni bibliche. Un’atmosfera oscura e notturna pervade i tre episodi, trasmessa attraverso immagini frammentate e dialoghi radi e diretti pronunciati da personaggi appena visibili.
Il video fonde abilmente elementi realistici e surreali, presentando una verità cruda e straziante che riflette le realtà prolungate e dolorose della storia della regione.

Younes Ben Slimane
We knew how beautiful they were, these islands, 2022
Video a canale singolo, 20 min., loop
L’opera esamina i rituali di cura e di sepoltura dignitosa attraverso i teneri gesti di personaggi che raccolgono i resti e gli oggetti di affetto appartenenti ai migranti morti in mare. Offre uno sguardo toccante sulle speranze, i sogni e le illusioni di coloro che hanno perso la vita; le loro esistenze persistono e sono rese visibili attraverso l’atto del ricordo, evocato dai loro effetti personali e dalla sepoltura dei loro corpi. Questo meccanismo di ricordo coinvolge lo spettatore, suscitando profondi sentimenti di pietà ed empatia.
La narrazione si svolge su una stretta striscia di terra che si affaccia sul mare, situata al confine tra Africa ed Europa. La scena è avvolta nell’ombra della notte, che offre nascondiglio ai personaggi, le cui azioni sono rivelate solo attraverso la debole illuminazione delle torce che evidenziano primi piani di mani e oggetti.
Il paesaggio sonoro è composto da suoni ambientali (passi, gesti e respiri) che sottolineano la solitudine e la gravità del momento. L’ambientazione notturna immerge lo spettatore in uno stato liminale, carico di emozioni, sfumando i confini tra immagine e spazio fisico, tra realismo documentario e finzione fantasiosa, tra realtà incrollabile ed evocazione lirica dello spazio.

SCHEDA TECNICA

Mostra
Fragmented Nations (on dropping bomb*shells)

Artisti
Bojan Stojčić | Daniil Revkovskyi and Andrii Rachynskyi | Marco Brambilla | Rashid Masharawi |Sasha Kurmaz | Shabi Habib Allah | Younès Ben Slimane

A cura di

Carmen Lorenzetti e Dušan Josip Smodej

Promossa da

Settore Musei Civici Bologna | Museo civico del Risorgimento

Periodo di apertura

6 – 16 febbraio 2025

Inaugurazione

Venerdì 7 febbraio 2025 ore 17.00

Orari di apertura

Martedì e giovedì 9.00 – 13.00
Venerdì 15.00 – 19.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 18.00
Chiuso lunedì e mercoledì

Ingresso
Intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale visitatori > 19 anni e ≤ 25 € 2 | gratuito possessori Card Cultura | gratuito possessori qualsiasi tipologia di biglietto Arte Fiera (dal 6 al 9 febbraio 2025)

Informazioni
Museo civico del Risorgimento
Piazza Giosue Carducci 5 | 40125 Bologna
Tel. + 39 051 2196520
www.museibologna.it/risorgimento
museorisorgimento@comune.bologna.it
Facebook: Museo civico del Risorgimento – Certosa di Bologna
YouTube: Storia e Memoria di Bologna

Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei

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