Belluno, 1° febbraio 2025 – Ecco la risposta data dell’assessore al turismo Paolo Luciani durante il consiglio comunale di ieri, all’interrogazione “Quali criteri scelti dall’Amministrazione per assegnare i contributi 2025 alle Associazioni Cittadine?”, presentata dai consiglieri comunali Mirco Costa, Riccardo Samaria e Giuseppe Vignato del gruppo Valore Comune.
Luciani ha ripercorso i criteri e l’iter da seguire per la richiesta e l’ottenimento del contributo rivolto a tutte quelle associazioni, enti e gruppi che nel corso dell’anno hanno realizzato eventi di interesse per la collettività nel territorio della città di Belluno, con riferimento al “Regolamento unico per lo svolgimento degli eventi richiesta patrocinio uso attrezzature” approvato con delibera di consiglio comunale nel 2018.
“L’iniziativa per la quale viene chiesto il contributo – ha spiegato l’assessore – deve rientrare tra le attività che possono essere svolte dal Comune e che, invece, vengono esercitate nell’interesse della collettività, anche sulla scorta dei principi di sussidiarietà orizzontale, da soggetti privati destinatari di eventuali risorse pubbliche. Deve trattarsi di iniziative che hanno attratto visitatori e dato lustro alla città di Belluno, anche di valore innovativo, creando animazione negli spazi coinvolti e favorendo un’ampia partecipazione di visitatori, anche attraverso la diffusione sulla stampa e in rete”.
In quanto al valore del contributo assegnato, il Comune stabilisce a suo insindacabile giudizio l’entità e/o le modalità del proprio intervento in base al valore sociale e culturale dell’iniziativa, all’interesse pubblico della stessa e al beneficio per la collettività, in correlazione alle finalità perseguite nei diversi settori d’intervento, nonché in relazione al contributo materiale già eventualmente concesso. In ogni caso il contributo concesso non può essere superiore al 50% della spesa (prevista o sostenuta) e comunque successivamente rendicontata dal richiedente e non deve determinare un attivo finale nel bilancio della manifestazione.
Inoltre, il contributo può essere richiesto solamente da enti o associazioni che, per l’iniziativa proposta, non abbiano già ricevuto in corso d’anno un contributo finanziario dal Comune.
Infine l’assessore nella sua risposta ha sottolineato come il bando sia ogni anno rivolto sia agli organizzatori di singole manifestazioni sia a quelli di eventi continuativi, ovvero ripetuti negli anni, sia a chi propone iniziative estemporanee.
In quanto alla presenza, tra i beneficiari, anche di un’associazione non avente sede nel comune di Belluno, Luciani ha ricordato come “il bando sia riferito a tutti coloro che hanno svolto iniziative, attività ed eventi nel territorio del comune di Belluno nel corso dell’anno, a prescindere da dove abbia sede l’associazione”. “I benefici sociali attesi per il nostro territorio dall’assegnazione di contributi ad associazioni aventi sede fuori comune di Belluno – ha concluso ieri, esponendo la sua risposta – sono i medesimi di quelli attesi dall’assegnazione di contributi ad associazioni aventi sede in comune di Belluno, in quanto, come già detto, i contributi sono rivolti alle manifestazioni che si svolgono a Belluno”.
Risposta all’interrogazione sulla questione del canile
Di seguito la risposta dell’assessore ai lavori pubblici Franco Roccon all’interrogazione “Canile”, presentata dalla consigliera di Insieme per Belluno Lucia Olivotto, per chiedere chiarimenti in merito ai progetti di questa Amministrazione per il canile sanitario.
“Come da programma elettorale questa Amministrazione si sta impegnando per risolvere l’annoso problema (ignorato dalle precedenti amministrazioni o, comunque, non assunto tra le priorità), del Canile sanitario e dei servizi collegati – ha spiegato Roccon nella sua risposta, ripercorrendo il lavoro svolto negli ultimi mesi e i passaggi che hanno portato fino ad oggi -. Il lascito testamentario e le conseguenti entrate determinate dalla vendita del bene, circa 190 mila euro, sono vincolate ai processi di sviluppo di questo progetto e il corrispettivo è stato interamente incassato dal Comune solo pochi mesi fa. Tra i mesi di settembre e di novembre 2024 all’interno del tavolo di coordinamento istituitosi per l’occasione tra Comune e AULSS 1 Dolomiti è stata assunta la decisione di dismettere il vecchio canile e di realizzarne uno nuovo nel territorio comunale di Belluno”.
Le due parti, Comune e Azienda sanitaria, hanno concordato sulla necessità di realizzare dunque una nuova struttura (canile sanitario + uffici e + ambulatori di area veterinaria) perché quella esistente e in uso in via Cappellari è vecchia e inadeguata. La nuova struttura sarà, come quella attuale, al servizio dell’intero territorio bellunese. Da questa decisione hanno preso il via le valutazioni tecnico economiche che, sulla base delle norme che determinano i requisiti ambientali e la localizzazione dei canili, hanno portato ad individuare un terreno di proprietà idoneo ad ospitare la nuova sede a Levego, in adiacenza all’area produttiva.
“E’ stato quindi condiviso un programma di lavoro – ha spiegato Roccon – e si è pervenuti alla definizione di un accordo di programma che è stato formalizzato in una delibera di Giunta”. Secondo questo accordo:
• il Comune di Belluno metterà a disposizione il terreno su cui realizzare l’opera e affiderà con incarico esterno la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica comprensiva della variante urbanistica al Piano degli Interventi, utilizzando le risorse derivanti dall’alienazione dell’immobile di Limana lasciato in eredità al Comune e destinate proprio al canile.
• L’AULSS provvederà a redigere una stima dell’immobile di Via Cappellari finalizzata all’alienazione del bene al fine di utilizzare parte dell’introito ricavato dalla vendita per co-finanziare la realizzazione dei suddetti uffici e ambulatori veterinari annessi al Canile Sanitario, previa autorizzazione da parte della Regione Veneto.
A seguito della redazione del progetto verranno ricercati i necessari ulteriori finanziamenti per la realizzazione dell’opera.
Di seguito la risposta dell’assessore ai lavori pubblici Franco Roccon all’interrogazione “Prospettive per la casera Vaus”, presentata dai consiglieri comunali Maria Teresa Cassol e Claudia Bettiol del Partito Democratico al fine di chiedere chiarimenti in merito ai progetti di questa Amministrazione per la sistemazione e la rimessa in funzione della struttura.
“Il complesso rurale di Casera Vaus era stato interessato negli anni 2000 – 2004 da un progetto di riqualificazione, sistemazione e recupero finalizzato ad un utilizzo turistico – didattico e ambientale – spiega Roccon nella sua risposta -. L’allora Comunità Montana Bellunese, titolata alla progettazione, non diede però più corso alle idee progettuali, né incontrò l’interesse del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi a cui la stessa Comunità Montana si era rivolta”.
Lo scarso interesse dimostrato dalle passate amministrazioni comunali e dallo stesso Ente Parco (interessato e ben predisposto, invece, a investire nello sviluppo turistico della sponda destra del torrente Ardo con il progetto di realizzazione del sentiero dell’Ardo oggi in itinere), uniti alle vicende che hanno coinvolto l’Unione Montana Bellunese negli ultimi 5 anni, hanno di fatto determinato uno stato di abbandono del bene.
Una situazione che questa Amministrazione ha deciso di capovolgere al fine di dare alla struttura la possibilità di nuove funzioni e nuovi utilizzi.
“Abbiamo inserito il bene nel programma delle alienazioni – conclude l’Assessore -, assieme ad altre strutture che a causa dello scorrere del tempo e del cambio dei processi produttivi agricoli hanno subito un progressivo abbandono”.
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