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Intelligenza artificiale in Piemonte: nella guerra globale dell’IA c’è spazio per le piccole imprese creative. Ecco le loro storie


di
Christian Benna

Sono, giovani, tascabili, lavorano sull’eccellenza per l’industria spaziale, la scuola, la fabbrica del futuro

«Piccole Ai» crescono all’ombra della Mole. Applicativi per missioni spaziali (Aiko Space), per la fabbrica del futuro (Inventio), la scuola 4.0 (Algor), gestione sicura dei dati (Clear Box), manutenzione predittiva e monitoraggio infrastrutture (Focoos). 

In mezzo allo scontro tra titani, tra Usa e Cina, nella grande partita per il predominio sull’intelligenza artificiale generativa e gli LLM, i large language model come Chatgpt, Gemini e Deepseek, più di 25 miliardi di investimenti solo nel 2023, Torino prova a ritagliarsi uno spazio di gioco nell’innovazione di domani con la vecchia ricetta delle Pmi made in Italy di fine anni Novanta alla sfida della globalizzazione. 




















































Società snelle, iper specializzate e altamente innovative, prodotti/applicativi verticali in nicchie di mercato, logica di filiera con il tessuto produttivo del territorio. In altre parole sul territorio si stanno facendo largo le prime «multinazionali tascabili» dell’Ai made in Torino.

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L’Aiko Space: «Guideremo i rover su Marte»

Prendiamo il caso di Aiko Space, fondata da Lorenzo Feruglio 7 anni fa. Da allora la società che si occupa di sistemi per l’automazione delle missioni spaziali ha raccolto più di 6,5 milioni da investitori del calibro da Deep Ocean e Primo Venture. «Con queste risorse vogliamo incrementare il nostro team da 40 a 70 persone. Amplieremo la presenza in Francia, dove abbiamo una sede a Tolosa, e ci prepariamo a sbarcare negli Usa», spiega Feruglio. Aiko collabora con i big dell’aerospazio, come Thales Alenia, che a Torino costruirà la navicella per atterrare sulla Luna come i moduli della prima stazione spaziale privata e i rover per Marte. La scaleup torinese ha sviluppato un software Ai, Oliver Orbital che porta a bordo delle missioni spaziali più autonomia e manutenzione predittiva. Non è Hal 9000 di Odisseo dello spazio, il supercomputer di bordo del film di Stanley Kubrick, ma poco ci manca. «In Italia e Torino in particolare c’è l’industria di riferimento dell’aerospace. Vogliamo intendiamo espanderci ma il quartier generale e lo sviluppo restano qui», continua Feruglio.

Algor: «Facciamo mappe concettuali per gli studenti»

La nuova corsa all’oro, l’Ai, come nuovo paradigma che rivoluzionerà la società e l’economia del futuro, e quindi anche la geopolitica, sta drenando enormi risorse, almeno in termini di annuncio dichiarati a tambur battente da Microsoft, Meta, Google, Invidia, Alibaba. Si stima che nel 2025 gli investimenti nel settore, language model e non solo, supereranno i 100 miliardi di dollari. Di questi quasi la metà andranno a finanziare startup specializzate in applicativi industriali. «Nella grande partita dell’Ai generativa l’Italia come il resto d’Europa è rimasta fuori. Ma possiamo essere competitivi in nicchie di mercato, con applicativi verticali», spiega Mauro Musarra ceo di Algor società di edutech, la app che crea mappe concettuali con l’aiuto dell’Ai. «Torino è un ecosistema ottimo per partire con un’idea e trovare fondi fino a 200 mila. Il passo successivo è complicato. Infatti pensiamo di aprire una seconda sede, forse a Milano, o in un’altra città europea. Ci stiamo ragionando».

Focoos Ai: Insegniamo all’Ai a guardare»

In Italia è nata Ai Cdp ventures con una dotazione di un miliardo per sostenere i progetti di Ai made in Italy. Non sono i 500 miliardi promessi da Trump al settore, ma è già un inizio. Eppure nel nostro paese manca, salvo qualche caso, come Leonardom tra i primi a investire e a saltare a bordo dell’Istituto Ai4 industry di Torino, o Intesa Sanpaolo con il centro Centai, ancora la spinta delle aziende. In Piemonte il mercato del’Ai vale appena 73 milioni di euro l’anno a fronte di 674 milioni a livello nazionale. Ma solo il 3% delle aziende utilizza l’Ai generativa. 

A provare ad accelerare l’adozione di Ai nelle aziende c’è Focoos Ai, spinoff del Politecnico di Torino che addestra reti neurali per dare occhi all’intelligenza artificiale e che sta ultimando un sostanzioso round di accolta capitali per la crescita. Racconta il ceo Antonio Tavera: «Ogni qualvolta che ci sono telecamere in grado di raccogliere immagini e video, il nostro software è in grado di individuare anomalie e e fare manutenzione predittiva nell’agricoltura di precisione, monitoraggio sicurezza. E così anche a bordo dei satelliti in orbita». 

Clearbox: «Alleniamo l’Ai delle ziende»

Se la grande sfida dell’Ai è una partita in cui l’Europa sembra rimasta ai margini, nelle applicazioni su nicchie di mercato il made in Torino da riscuotendo successo. Come nel caso del tema della privacy. In città è nata e sta crescendo Clearbox startup che si occupa di generare dati sintetici e data set artificiali per l’addestramento modelli Ai per le aziende.«Aiutiamo le aziende a lanciare progetti di AI – spiega Shalini Kurapati, ceo di Clearbox- Per sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale ci vogliono molti dati ma spesso reperirli e utilizzarli non è così semplice per le imprese. Questi sono dati generati da algoritmi di intelligenza artificiale sulla base di dati veri, che ricreano in modo matematico e statistico situazioni di vita reale».

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3 febbraio 2025



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