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PATT * CONGRESSO PARTITO 2/2: “L’INTERVENTO INTEGRALE DEL SEGRETARIO POLITICO, SIMONE MARCHIORI”


11.56 – domenica 2 febbraio 2025

INTERVENTO DI SIMONE MARCHIORI CANDIDATO A SEGRETARIO POLITICO DEL PATT

Congresso del Partito Autonomista Trentino Tirolese – Pergine, 02 febbraio 2025

Care amiche, cari amici, autorità, ospiti e militanti del PATT,

è con grande emozione e profondo senso di responsabilità che prendo la parola oggi davanti a voi, in questo Congresso che rappresenta non solo un momento di democrazia interna, ma anche una tappa fondamentale per il presente e il futuro del nostro Partito e del Trentino.

Assistenza e consulenza

per il sovraindebitamento

Prima di entrare nel merito del mio intervento, permettetemi di ringraziare tutti voi per essere qui oggi. Un grazie particolare lo rivolgo alla Commissione Congresso e al suo presidente, Luca Campidelli, per l’enorme lavoro svolto in poco tempo, al Presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ci onora della sua presenza e vicinanza, al nostro grande amico ed europarlamentare Herbert Dorfmann in rappresentanza della Südtiroler Volkspartei, a Joël Farcoz e Michel Savin dell’Union Valdôtaine con i quali abbiamo condiviso momenti indimenticabili alla guida dei rispettivi movimenti giovanili prima ed ora dei nostri storici partiti, a Andrea Bona del BARD, ai segretari e ai rappresentanti dei partiti della coalizione provinciale, ai consiglieri provinciali, ai sindaci presenti, ai rappresentanti della stampa, al ministro Calderoli e al presidente del PPE Manfred Weber che, non potendo farlo in presenza, hanno voluto comunque far pervenire un indirizzo di saluto per il nostro Congresso, segno tangibile di come, essere autonomisti e territoriali, non sia sinonimo di localismo ma vada di pari passo con un’apertura e un confronto più ampi con i livelli nazionale e internazionale. Ma il ringraziamento più sentito e importante lo voglio dedicare soprattutto a voi, iscritti e simpatizzanti, che siete i veri protagonisti di questa giornata e siete la prova tangibile di quanto il nostro partito sia vivo, partecipato e centrale nel dibattito politico della nostra terra. La vostra passione e il vostro impegno sono la linfa vitale del PATT.

UN VERO CONGRESSO, UN VERO PARTITO
Partirei proprio da qui, dal nostro Congresso, per il mio intervento: in un panorama politico in cui troppo spesso i partiti si chiudono in dinamiche autoreferenziali (e quante volte è successo anche a noi, in passato ma anche negli ultimi anni), consentitemi di riconoscere al PATT il merito di essere probabilmente l’unico partito in Trentino a celebrare congressi veri, basati sulla partecipazione, con numerosi incontri preparatori sul territorio e con un dibattito che non dura il tempo di una mattinata, ma si sviluppa internamente nell’arco di mesi ed esternamente tiene banco per giorni, coinvolgendo i cittadini, gli organi di informazione e l’opinione pubblica.

Questo è il segnale più chiaro di quanto il nostro Partito possa essere ancora centrale e di come da questo Congresso passi davvero un pezzo importante del presente e del futuro politico del Trentino.

Essere qui oggi significa credere nella politica che parte dalla base, che ascolta, che discute e che decide insieme. E noi siamo orgogliosi di essere il Partito che ancora difende questo metodo di operare.

Certo, questa impostazione non può essere fine a se stessa. Presuppone una chiara consapevolezza di chi siamo e di che ruolo vogliamo avere, di che regole mettiamo alla base della nostra comunità politica e di che strada vogliamo scegliere per il futuro del nostro Movimento e della nostra terra. Ma presuppone anche una grande responsabilità di chi si mette al servizio del Partito, nei suoi organi o come amministratore (qualsiasi sia il livello ricoperto): anteporre il bene comune ai propri interessi, ciò che serve al Partito rispetto al proprio tornaconto elettorale, i nostri aderenti e i loro bisogni rispetto alle proprie cariche.

Questa doverosa premessa è necessaria per sottolineare ancora una volta come il PATT non possa più permettersi di cedere alle sirene di predicatori con la verità in tasca, di passare da mero Comitato di interessi o da Partito in cui la linea scelta democraticamente viene puntualmente disattesa dai vari rappresentanti o criticata da chi, fuoriuscito dal Partito, non perde occasione per dare giudizi, dispensare consigli o criticare pesantemente. E’ un’offesa alla democrazia rappresentativa, ma soprattutto a tutti coloro che, da volontari, hanno contribuito con i propri mezzi ed il proprio tempo a tramandare e coltivare i nostri ideali.

E se ho deciso di ricandidarmi per un ulteriore mandato da Segretario, è perchè sento ancora oggi, dopo quasi vent’anni dal mio primo tesseramento al PATT, la stessa passione, la stessa carica ideale e lo stesso entusiasmo che oggi come allora mi fa credere che un Trentino migliore sia possibile solo se accompagnato da un Partito Autonomista forte, che ideali e valori sono elementi concreti e parte integrante del nostro modo di fare, che il nostro Partito non è fatto da singoli individui, ma da una vera e propria comunità di persone che, come una grande famiglia, cresce e si sviluppa con il contributo di tutti. Ma soprattutto che le scelte, che abbiamo fatto e che faremo, sono il frutto del confronto e dell’impegno di tutti noi, un’occasione per crescere e migliorarci, non un elemento per farci la guerra a vicenda.

LE SCELTE FATTE E IL PERCORSO COMPIUTO
E proprio parlando di scelte, l’ultimo congresso ci ha posto di fronte a decisioni importanti. Abbiamo scelto, con coraggio e con responsabilità, quale direzione prendere per uscire da una vera e propria traversata del deserto (i cinque anni slegati da qualsiasi alleanza sia a destra che a sinistra), che ha svilito e diviso il Partito, impedendoci di poter esprimere posizioni veramente incisive per il Trentino e la nostra gente. Abbiamo scelto, tutti insieme, confrontandoci, scontrandoci, dibattendo, di costruire un’alleanza con il presidente Fugatti non per convenienza o per posizioni di rendita, ma sulla base di un programma chiaro, concreto e centrato sui bisogni del Trentino. Una scelta che, pur in un contesto elettorale difficile, ci ha dato un grande peso politico, portando il PATT ad avere due rappresentanti in Giunta provinciale.

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Questa non è stata una scelta facile, nessuna scelta lo è, ma oggi possiamo dire che il PATT è tornato ad avere un ruolo di governo, a incidere sulle scelte strategiche della Provincia, a portare avanti la nostra visione autonomista e territoriale all’interno dell’amministrazione.

Questo risultato, da solo, non è sufficiente. E’ solo un primo passaggio per dimostrare, con impegno, determinazione e duro lavoro, che il Trentino del futuro lo possiamo costruire tutti assieme. Ma è, soprattutto, il primo passo per aumentare la nostra base elettorale, motivando e convincendo sempre più trentini della bontà delle nostre idee e della necessità di scegliere le due Stelle Alpine. Perchè nei prossimi appuntamenti elettorali dobbiamo poter contare su una base di voti più solida e ampia. Ecco perchè comunicare i nostri risultati diventa non solo importante, ma decisamente strategico. Non è facile per noi, che non abbiamo una cassa di risonanza nazionale, bucare lo schermo. Possiamo contare solo sulle nostre forze e sulla presenza costante e assidua sul territorio.

Negli ultimi anni ci siamo dovuti concentrare più sulla gestione delle dinamiche interne che dell’elaborazione politica. E’ giunto il momento, adesso, di uscire da questo schema di gioco: passiamo in attacco, lasciando i ruoli di difesa. Perchè se nel 2023 il programma del PATT è diventato in larghissima parte quello della coalizione è perchè, con la forza di idee buone, sostenibili e strutturate, abbiamo avuto il coraggio di osare assieme alla lungimiranza di non fermarsi al presente, immaginando collaborazioni e percorsi politici che rappresentano l’unica via per il futuro politico della nostra terra.

La nostra forza sta in questo: comunicare le nostre idee e metterle in pratica. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo se dedichiamo a questo obiettivo ogni singola forza. Ma se queste energie le dirottiamo sulla gestione dei conflitti interni saremo sempre perdenti. L’immagine di un partito diviso è la peggior cartolina che possiamo dare ad un elettore che nutre già una scarsa fiducia nel sistema, Ma è anche il peggior tradimento che possiamo infliggere a tutti i nostri militanti che da anni, molti da decenni, lavorano nell’ombra, senza chiedere nulla in cambio, perchè credono in un sistema di valori e in un simbolo che ha una storia. Ecco perchè da questo congresso deve uscire un messaggio chiaro: il dibattito interno è sacrosanto ed è importantissimo che questo congresso venga celebrato con più voci a confronto. Ma non può esserci spazio per chi ci considera un autobus da utilizzare a seconda del proprio interesse, così come non c’è nemmeno spazio per i ricatti di chi non accetta le regole e le decisioni di quella maggioranza silenziosa che si riunisce, discute, decide, che c’è sempre e non esce mai verso l’esterno per danneggiare il Partito.

IL PERCORSO DI ALLARGAMENTO DELLA NOSTRA AREA POLITICA
Dico questo perchè uno degli obiettivi strategici del mandato congressuale che oggi si conclude era il rafforzamento dell’area autonomista, civica, territoriale e popolare. Un percorso che ha visto una tappa fondamentale con la convergenza tra il PATT e Progetto Trentino. E qui permettetemi di ringraziare Silvano Grisenti e tutti gli aderenti a Progetto Trentino, che oggi sono parte integrante del nostro Partito, così come un grazie va a tutti gli esponenti civici che allo stesso modo si sono messi in gioco sotto il simbolo delle Stelle Alpine e, in particolare, il ringraziamento va a Maria Bosin e Mauro Fiamozzi per essersi cimentati in questa sfida congressuale, che ha arricchito il dibattito e garantito la pluralità di visioni.

Allo stesso tempo, tuttavia, non possiamo nascondere il rammarico per la mancata partecipazione degli Autonomisti Popolari. Abbiamo considerato il processo di unificazione come qualcosa di naturale, dandoci delle regole comuni e concordate e mettendo sempre davanti a tutto la condivisione di un percorso e di un obiettivo politico. Evidentemente c’era bisogno di più tempo, forse di darlo meno per scontato. Resta il fatto che l’adesione al Partito è il primo passo per farne parte e per decidere assieme la strada da intraprendere. E questa adesione non può essere legata alla presenza o meno di una persona piuttosto che un’altra: dato che siamo tutti convinti che l’unanimismo in democrazia è pressoché impossibile da realizzare, la strada era quella di confrontarsi con proposte alternative. Anche perchè non aderire al partito significa prendere un’altra strada. Una scelta legittima che va rispettata, ma che va contro quanto stabilito, costruito e concordato tutti assieme. L’impegno nostro, comunque, deve essere quello di tenere le porte aperte ed essere pronti all’ascolto, al confronto e alla collaborazione in particolare con chi, come Mario Tonina, riveste un ruolo delicato ed essenziale per il nostro territorio ed al quale non faremo mancare il sostegno per continuare a garantire a tutto il Trentino e in particolare alle nostre vallate, servizi sanitari e politiche sociali competitivi e all’altezza.

Il percorso di allargamento e di costituzione di un grande partito di raccolta, tuttavia, non può e non deve essere abbandonato. Anche perchè non era da considerarsi concluso nemmeno con l’adesione di Progetto Trentino e degli Autonomisti Popolari. Continueremo a lavorare con chi si riconosce nei nostri valori e nei nostri ideali, con chi crede nella costruzione di un grande partito autonomista, inclusivo e radicato nel territorio. Il nostro obiettivo è dare una casa politica a chi cerca un riferimento serio e credibile, a movimenti e associazioni che vogliono contribuire ad un progetto forte per il Trentino. C’è chi ha già manifestato interesse nel nostro progetto (e qui mi si permetta di salutare gli amici de “La Civica” con i quali condividiamo questa esperienza di governo, assieme a tutti gli altri esponenti moderati della maggioranza), chi ci osserva in attesa di capire l’evoluzione della situazione politica e chi, ed è la categoria più importante, di fronte ad un progetto credibile e serio è pronto a riavvicinarsi alla politica contrastando la sfiducia e la disaffezione che purtroppo caratterizzano il nostro tempo. Sta a noi giocare in maniera intelligente le nostre carte. Sta a noi riuscire a vincere questa sfida.
Se sarò chiamato nuovamente a ricoprire il ruolo di Segretario, partiremo da subito a confrontarci con tutti coloro che vorranno averci come interlocutori privilegiati per costituire sinergie e collaborazioni. Ciò non significa procedere a suon di fusioni o imbarcando chiunque lo chieda: dobbiamo preservare credibilità, riconoscibilità e soprattutto identità e per fare questo dobbiamo procedere gradualmente senza chiudere le porte in faccia a nessuno ma nemmeno temere, magari per gelosie o timori infondati, chi si mette a disposizione del nostro progetto.

Dobbiamo semmai trovare le formule migliori per fare in modo che l’area autonomista, popolare, civica e territoriale, sia non solo determinante ma anche imprescindibile. Perchè quest’area, slegata dai partiti nazionali, è quella che può contrastare l’omologazione del nostro sistema politico, vera sciagura per una terra di autonomia speciale. Ma è anche quella che, per valori e ideali, può “far sentire a casa” il maggior numero di trentini.

Per centrare questo obiettivo, tuttavia dobbiamo lavorare su più fronti per farci trovare pronti.

RADICI E FUTURO: IL MODELLO DEL PATT
Il primo fronte su cui lavorare è quello interno. Il nostro partito, infatti, è un unicum nel panorama politico trentino, con oltre mille tesserati, una presenza capillare sul territorio, una rete di più di cinquanta sezioni e militanti che lavorano ogni giorno per portare avanti i nostri ideali.

Ma sappiamo che per affrontare le sfide del futuro dobbiamo rafforzare ancora di più la nostra organizzazione. Serve una struttura interna più efficiente, che valorizzi i volontari e garantisca una costante presenza sul territorio. Il radicamento locale del PATT è una delle nostre forze, ma dobbiamo rafforzarlo per essere ancora più vicini ai cittadini.

Non possiamo negare che la politica negli ultimi anni è cambiata radicalmente rispetto al passato. L’avvento dei social network e l’allentamento delle reti sociali sul territorio ha sottratto occasioni importanti di confronto che per il PATT erano le principali vetrine per far conoscere la propria attività.

Per essere competitivi dobbiamo curare in modo quasi maniacale ogni aspetto della nostra attività, soprattutto quelli che si rivolgono all’esterno. Ecco perchè una delle priorità sarà quella di investire maggiormente sul ruolo del Segretario organizzativo. Se finora è sempre stato visto come una carica complementare in grado garantire gli equilibri interni, questa figura dovrà diventare il vero fulcro dell’attività di Partito. Basti pensare che nella SVP tale ruolo è stipendiato dal partito per poter svolgere queste funzioni a tempo pieno. Anche perchè chi sarà chiamato a ricoprire questo incarico non dovrà limitarsi al coordinamento di Ambiti e Sezioni organizzando serate e incontri, ma dovrà coordinare anche la comunicazione che, proprio con il Congresso di oggi, inizierà ad essere seguita da un team di esperti.

Perchè fare le cose e non comunicarle è come non farle e non possiamo di certo permetterci di far passare in sordina il lavoro che siamo chiamati a fare per le nostre comunità.

Il secondo fronte di intervento, invece, sarà quello esterno e riguarda le sfide a cui dovremo rispondere e la creazione delle migliori condizioni per essere ancora più protagonisti.

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LE SFIDE PER I PROSSIMI TRE ANNI
Il PATT, l’abbiamo detto, ha una storia di radici profonde e di uno sguardo rivolto al futuro. Dobbiamo ricordarci sempre da dove veniamo, che la nostra storia viene dalla lotta per l’autonomia, iniziata con la fondazione dell’ASAR nel 1945, e si collega alla storia di autogoverno del Trentino, che include l’impegno nelle comunità locali e valori come il volontariato e la cooperazione. Autonomia che è vista non solo come un valore storico, ma come un impegno costante per garantire al Trentino la possibilità di autodeterminarsi, specialmente in un contesto nazionale centralista. Inoltre, il nostro Partito, dopo il percorso di unificazione, abbraccia anche i principi del popolarismo cattolico e sociale, ispirandosi alle figure di Luigi Sturzo e Alcide Degasperi, con un forte impegno per la solidarietà, la giustizia sociale e la dignità della persona. Questi valori guidano il progetto politico e sociale per il futuro del Trentino e ci indicano le priorità che dovremo seguire nei prossimi tre anni di legislatura. Non posso in questa sede elencarle tutte e mi limiterò, quindi, alle tre che ritengo imprescindibili.

Siamo, infatti, in una fase di grandi cambiamenti sociali, economici, politici, ambientali e anche il nostro Trentino non ne è esente. La nostra epoca vede le valli perdere di attrattività per il venir meno di quei servizi che hanno garantito per oltre un secolo la vivibilità delle comunità, anche di quelle più piccole. La drammatica denatalità, i cambiamenti nel settore lavorativo che portano le persone a non rimanere nel paese natio, l’avvento del commercio online che ha messo in crisi quello tradizionale, l’allungamento della vita con il conseguente invecchiamento della popolazione e il necessario bisogno di servizi medici e assistenziali adeguati, si scontrano e si mescolano con altre problematiche di segno opposto. Pensiamo alla qualità della vita e ai maggiori servizi su cui possiamo contare rispetto ad altre realtà nazionali, oppure ai cambiamenti climatici che rendono meno vivibili alcune zone del Paese spingendo sempre più persone a spostarsi in Trentino per trovare condizioni più favorevoli. Insomma se i dati non mentono e i trend verranno confermati da un lato andremo incontro ad un drastico calo della popolazione trentina, specie nelle località più lontane o meno servite, ma dall’altro vi sarà un consistente aumento degli arrivi da altre parti d’Italia. La sfida sarà indirizzare questi flussi evitando che vadano a congestionare i grandi centri urbani ormai al limite, rivitalizzando zone altrimenti destinate al declino. Ma questa sfida, che potrà ingenerare un circolo virtuoso in grado di mantenere sul territorio servizi e di presidiare la montagna, è tutt’altro che semplice perchè vi è il rischio, se non opportunamente gestita, di perdere identità o di trasformare i nostri paesi in dormitori.

Per questo l’obiettivo che dobbiamo lanciare da questo congresso è quello di sostenere un imponente programma basato su viabilità, politiche abitative e familiari, servizi in montagna e nelle nostre vallate, riequilibrio del rapporto città-valli a beneficio di entrambi e politiche a favore delle nostre aziende, in particolare agricole e artigianali. Ma anche un ambizioso programma culturale che metta in evidenza l’identità profonda di un territorio, che non a caso noi definiamo trentino-tirolese, che non può essere appannaggio esclusivo di chi da sempre abita i nostri paesi, ma di tutti coloro che intendono considerare questa terra come casa loro.

Queste misure in alcuni casi sono già portate avanti dalla Giunta provinciale ed altre sono previste dal programma di legislatura, ma come PATT dobbiamo stimolare ogni sforzo affinchè le previsioni normative siano effettivamente aderenti ai bisogni dei cittadini e da questi ultimi capite e utilizzate, cogliendone le opportunità. Abbiamo tante persone al nostro interno in grado di supportare l’azione politica e amministrativa ed è ora di utilizzare queste competenze al meglio. Mi preme qui ricordare il grande lavoro in sede programmatica svolto dalle Donne Autonomiste (guidate da Patrizia Pace) e dai Giovani del PATT (con a capo Martino Tisot) che qui voglio ricordare e ringraziare per il costante impegno!

Ma un’ulteriore sfida che dovremo affrontare sarà quella dell’Autonomia. I cambiamenti che coinvolgono la geopolitica mondiale e, quindi, anche il nostro Paese, devono vederci pronti all’azione. Non è il tempo di chiuderci a riccio nel nostro fortino, ma dobbiamo creare gli strumenti per essere ancora più competitivi. Diventa necessario il confronto con lo Stato per il ripristino delle competenze e per la revisione dello Statuto con un occhio di attenzione alle relazioni transfrontaliere, in particolar modo al valore dell’Euregio che, proprio in questa situazione, può e deve fare quel salto di qualità per diventare a tutti gli effetti un riferimento amministrativo e politico dei nostri territori. Ma anche in questo caso un grande lavoro dobbiamo farlo dal punto di vista culturale: siamo una terra che mi piace definire ad alta intensità di autonomia e, rispetto al Sudtirolo, la maggioranza delle nostre comunità non parlano una lingua di minoranza. Abbiamo la possibilità di diventare il punto di riferimento per tutte le autonomie nazionali, ma anche per quelle europee. Possiamo ambire a diventare il territorio in cui studiare ed elaborare le possibili evoluzioni in materia di autogoverno, autonomia e federalismo dei territori. Ma dobbiamo tornare ad essere fieri e consapevoli del valore del nostro sistema di autogoverno. Non serve a nulla che tutti i partiti trentini si professino autonomisti se poi la percezione fra la gente è di essere come gli altri, tanto che la disaffezione al voto è in linea con il resto d’Italia. E’ una nota dolente, questa, ma solo noi possiamo invertire la tendenza con l’impegno nelle istituzioni e con l’azione del Partito.

Infine, un ultimo accenno, lo devo fare alle regole del gioco, alla legge elettorale: se vogliamo contare, se vogliamo davvero uscire da un sistema troppo polarizzato e valorizzare l’area autonomista, dobbiamo fare in modo che la legge elettorale attuale venga superata. Prevedere almeno un doppio turno alle elezioni provinciali consentirebbe alle forze autonomiste, civiche, popolari e territoriali, di perseguire per davvero un progetto di aggregazione, ma soprattutto di contare. Anche perchè dobbiamo avere l’obiettivo imprescindibile, una volta giunti al termine dei mandati a disposizione del presidente Fugatti (due o tre lo deciderà il Consiglio provinciale) di esprimere il prossimo presidente della Provincia autonoma di Trento. Un impegno che, come PATT, ci sentiamo di portare avanti con convinzione e determinazione.

CONCLUSIONE
Concludo questo intervento con una riflessione personale.

Fin dal primo giorno di militanza nel PATT ho vissuto la politica come prosecuzione delle esperienze di volontariato fatte in numerose associazioni: mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie energie per la comunità.

Ma ho sempre messo in campo anche un insegnamento che ho imparato fin da piccolo dalla mia famiglia: quello di essere una persona libera, che porta avanti sempre le proprie idee coerentemente ai nostri valori, prendendo posizione, schierandosi, affrontando in prima persona le sfide.

Ecco perchè, se vorrete riporre ancora una volta in me la vostra fiducia, ritengo doveroso in questa sede garantire (qualora ve ne fosse bisogno) che metterò, come sempre, davanti ad ogni scelta il Partito. Ed è il PATT l’unico, assieme alla mia famiglia, che può condizionare le mie scelte in nome di una visione superiore.

Prima di concludere per davvero consentitemi di salutare e ringraziare alcune persone che in questo percorso mi hanno accompagnato, supportato e sopportato e con le quali sono certo avremo modo di affrontare ancora tantissime sfide e condividere ancora innumerevoli momenti.

Per primo non posso che mettere Franco Panizza, da lui ho imparato cos’è la politica e devo ringraziarlo per aver sempre creduto in me. Anche se a volte ci siamo scontrati, non è mai venuto meno il rispetto e la stima reciproci. Fa strano pensare che non sarà più il nostro presidente, ma di una cosa sono certo: per il PATT ci sarà sempre e non tradirà mai il nostro Partito.

Un saluto e un ringraziamento a Lorenzo Conci, un grandissimo amico, che negli anni ha dimostrato di avere davvero le Stelle Alpine nel cuore, facendo più volte un passo indietro per il bene della nostra comunità politica e che, in questi mesi ha gestito da un punto di vista tecnico le operazioni congressuali in modo impeccabile.

Un in bocca al lupo ai due candidati alla presidenza che sono anche due grandi amici: Roberta Bergamo che è stata al mio fianco in questi anni condividendo momenti belli e momenti brutti e Mauro Verones con il quale abbiamo condiviso il lavoro nel partito e l’avventura nell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. A Paolo Gabrielli, unico candidato alla Vicepresidenza, mi sembra superfluo indirizzare un augurio per la votazione, ma semmai per il ruolo delicato che dovrà affrontare da domani.

Infine, prima di cedere la parola proprio a loro, voglio invitarvi a votare le due persone che completano con me la squadra di segreteria: Mariuccia Cemin e Leopoldo Fogarotto: storie, esperienze e provenienze totalmente diverse, le nostre, che in questi mesi si sono amalgamate e completate. Sono certo che, se saremo noi ad avere l’onore e la responsabilità di guidare il Partito nei prossimi anni formeremo davvero una squadra formidabile.

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Care amiche e cari amici, il PATT è il partito che intreccia radici e futuro. È il partito dell’Autonomia, della partecipazione, del territorio. È il partito che non si omologa alla politica nazionale, ma che vuole essere protagonista in Trentino con idee, valori e coerenza.

Oggi vi chiedo la fiducia per continuare insieme questo cammino, con la passione, la serietà e l’impegno che ci hanno sempre contraddistinto.

Viva il PATT, viva il Trentino, viva le due Stelle Alpine!



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