Italia Viva esprime forte preoccupazione per la recente decisione della Giunta regionale di aprire le porte all’Università degli Studi Link (ex Link Campus University), un’università privata con un passato segnato da problematiche amministrative e finanziarie. In particolare, l’università ha dovuto
affrontare difficoltà legate alla chiusura della sua sede a Malta per non aver rispettato gli standard
accademici richiesti dalle autorità locali.
Questa scelta, a nostro avviso, potrebbe compromettere ulteriormente il sistema universitario pubblico delle Marche e solleva dubbi sulla capacità della Giunta regionale, ma anche del Governo nazionale, di affrontare le reali sfide del settore sanitario.
La manovra è incomprensibile: il sistema universitario pubblico va potenziato, non sottovalutato
Mentre le università pubbliche marchigiane, come l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Urbino Carlo Bo, l’Università degli studi di Macerata e l’università di Camerino, si trovano a lottare per ottenere risorse e migliorare l’offerta formativa, la Giunta regionale, con il supporto dell’Assessore Saltamartini e dell’onorevole Carloni (Lega), ha deciso di favorire l’arrivo di una facoltà di Medicina e Chirurgia privata in città come Fano, Ascoli Piceno e Macerata.
Non è un caso che sia stata la stessa corrente politica a favorire l’ingresso della Link Campus anche in Umbria, a Città di Castello, con corsi di Infermieristica e Fisioterapia. Questo ateneo potrebbe sollevare interrogativi su possibili conflitti di interesse, dato che risulta legato anche al marchio CEPU, noto per i suoi servizi di preparazione agli esami universitari. È possibile che chi offre aiuto agli studenti per laurearsi gestisca anche l’università?
Perché non si investe nelle università pubbliche marchigiane?
La domanda che ci poniamo è semplice: perché la Regione Marche non investe nelle proprie università pubbliche, che rappresentano una risorsa fondamentale per il territorio, e piuttosto favorisce l’espansione di un ateneo privato il cui passato ha suscitato più di una preoccupazione?
La Link Campus University: un curriculum discutibile
Il passato della Link Campus University non è esente da critiche. Nel 2019, il governo di Malta ha revocato la sua licenza, sottolineando gravi irregolarità amministrative e finanziarie e la non conformità agli standard accademici. Eppure, nonostante questo, l’ateneo è ora pronto a offrire corsi di Medicina e Chirurgia nelle Marche. È davvero questo il modello di formazione che vogliamo per i nostri studenti e per la nostra sanità?
La giunta Acquaroli non affronta il vero problema: servono più specialisti, non più laureati
L’entusiasmo della Giunta Acquaroli per questa nuova iniziativa appare, a nostro avviso, scollegato dalla realtà del settore sanitario. Ecco alcuni punti da considerare:
1. Carenza di specialisti, non di laureati: Il vero problema non è il numero di laureati in Medicina, ma la scarsità di medici specialisti. Sebbene i posti nelle facoltà di Medicina siano
aumentati, le borse di specializzazione restano vuote. Il motivo? Le condizioni lavorative per i medici in Italia sono critiche.
2. Università “sotto casa” non è la soluzione: La possibilità di studiare Medicina e Chirurgia in città più piccole non risolve la questione della qualità della formazione. Infatti come è noto, non è la distanza che porta gli studenti a cercare opportunità all’estero, ma i test di ingresso e i costi delle università private.
3. Le condizioni di lavoro sono il vero ostacolo alla permanenza dei medici in Italia: I medici italiani emigrano non per la distanza dalla loro casa, ma per le migliori opportunità
economiche e professionali offerte all’estero, dove le condizioni di lavoro sono migliori e le carriere meno esposte a problematiche di contenzioso medico-legali e aggressioni.
4. Ospedali marchigiani hanno bisogno di professionisti, non di studenti: La carenza di medici negli ospedali marchigiani non può essere risolta semplicemente aumentando il
numero di corsi universitari. La vera sfida è attrarre e trattenere medici in Italia, migliorando le condizioni di lavoro e la competitività del nostro sistema sanitario.
5. Investire nelle università pubbliche e nelle condizioni di lavoro: Se la Regione vuole davvero migliorare la sanità marchigiana, è fondamentale investire nelle università pubbliche,
come l’Università Politecnica delle Marche, e migliorare le condizioni di lavoro per i medici.
Italia Viva chiede alla Regione di fermare questa manovra e difendere il sistema universitario pubblico marchigiano
Italia Viva si oppone fermamente a questa decisione e chiede alla Giunta Acquaroli di rivedere il suo approccio. Le università pubbliche delle Marche sono una risorsa preziosa, e non possiamo permetterci di indebolirle ulteriormente per favorire atenei privati di dubbia qualità. Se vogliamo veramente una sanità più efficiente, dobbiamo investire nel potenziamento delle nostre istituzioni pubbliche, offrendo condizioni di lavoro più favorevoli per i medici e creando un sistema formativo di qualità.
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