Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Conto e carta difficile da pignorare

anche per aziende e pos

Camani e Gruppo Pd:“Boom codici bianchi nei Pronto soccorso Veneto, anomalia costosa per cittadini” – Veneto


PressRelease – Responsabilità editoriale di
CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 4 feb. 2025 -       “Il Veneto, in ambito sanitario, detiene un primato in negativo decisamente preoccupante. Secondo i dati elaborati e diffusi recentemente da Agenas, emerge infatti che a fronte di 1.417.000 accessi nei Pronto soccorso nel 2023, il 54,99% di questi è stato classificato come un Codice bianco. Un’anomalia che non trova riscontri nelle altre Regioni, che si traduce in una spesa significativa per i cittadini e che impone la massima attenzione per l’adozione di adeguate contromisure”. La sottolineatura, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a palazzo Ferro Fini, viene dai consiglieri regionali del Pd Veneto, nel giorno della discussione in Aula di una “nostra Mozione sul tema”. La Capogruppo Vanessa Camani, assieme ad Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione consiliare Sanità e Sociale e prima firmataria della Mozione, hanno in particolare evidenziato che “il divario tra il Veneto e gli altri territori è abissale: la Valle d’Aosta è al secondo posto con il 28,24%. Ma addirittura il gap si fa ancora più marcato se si valutano le Regioni di dimensioni simili o maggiori rispetto al Veneto: i Codici bianchi rappresentano il 13,06% in Emilia-Romagna, il 10,37% in Piemonte e l’8,23% in Lombardia. Ecco perché è fondato parlare di anomalia”. “Questo divario tuttavia si annulla se guardiamo alla sommatoria tra Codici bianchi e verdi – hanno spiegato le esponenti Dem – Il Veneto, pur rimanendo sempre ai primi posti per accessi non urgenti con il 74,80%, risulta in linea con il 75,28% della Lombardia o con il 65,15% dell’Emilia-Romagna. Il problema dunque, dove sta? È direttamente legato ai costi. Mentre per i Codici verdi i cittadini non pagano, per quelli bianchi il costo fisso è di 25 euro, salvo esenzioni, più il ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali eventualmente prescritte a carico del cittadino. E non è un caso se sono proprio i ricavi dai ticket nei Pronto soccorso a segnare il divario più grande tra il Veneto e le altre Regioni. Perché a fronte di ricavi per 33.857.491 euro a livello nazionale, ben 14.376.257 sono riferiti al Veneto (dati Agenas, anno 2022) che doppia l’Emilia-Romagna al secondo posto pur avendo un numero inferiore di accessi ai Pronto soccorso”. “Il Pd ha depositato una Mozione che impegna la Giunta regionale ad agire su più fronti – ha reso noto Camani – Questo, a partire dagli interventi urgenti sui Pronto soccorso, con investimenti sul personale, sempre più in sofferenza per l’enorme numero di accessi, cui si aggiungono le aggressioni quasi quotidiane. Non solo, chiediamo nuovamente, come avevamo fatto in sede di bilancio, di definire spazi e percorsi differenziati per i Codici bianchi e Codici verdi, al fine di limitare le congestioni dei reparti, oltre ad una revisione della disciplina dell’assegnazione dei colori in fase di dimissione”. Presenti alla conferenza stampa anche i consiglieri Dem Chiara Luisetto, Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, i quali sono stati concordi sul fatto che la “situazione debba essere affrontata a monte. Le Liste d’attesa rappresentano un’emergenza ancora irrisolta e i cittadini preferiscono un’estenuante attesa al Pronto soccorso piuttosto che aspettare mesi per una visita specialistica. Non solo: l’altro tassello mancante è quello dei medici di famiglia, che svolgono un’indispensabile funzione di filtro e contenimento degli accessi al Pronto soccorso. Secondo gli ultimi dati regionali disponibili, sono 650 le zone carenti in Veneto. Nonostante l’aumento del massimale degli assistiti e l’impegno dei professionisti, migliaia di cittadini faticano ad accedere a questo insostituibile servizio, essendo costretti a rivolgersi all’emergenza-urgenza. E la prospettiva non lascia spazio a margini di miglioramento: secondo la nostra ricerca, finora confermata dai dati reali, tra il 2021 e il 2035, saranno 1.921 i medici che andranno in pensione. Serve dunque un cambio di rotta urgente per conservare la dotazione organica attuale e, se possibile, aumentarla. La difficoltà di coprire i pensionamenti dipende dalla scarsa attrattività del ruolo, fin dalla fase di formazione. Un laureato che frequenta il corso in Medicina generale riceve infatti una borsa dal valore inferiore del 57,7% rispetto a un collega specializzando in un altro settore”. “Tra le richieste di impegno alla Giunta regionale – hanno aggiunto in conclusione i consiglieri regionali del Pd – la nostra Mozione prevede quindi anche: un aumento graduale dell’importo delle borse di formazione; l’obbligo di servizio per almeno tre anni in Veneto alla conclusione del percorso di formazione per i medici di Medicina generale; l’aumento dei posti di formazione e la restituzione delle borse ricevute per chi abbandona; la sollecitazione istituzionale per arrivare a discutere, nelle sedi parlamentari, il Progetto di legge statale da noi presentato per equiparare la formazione in Medicina generale alle altre specializzazioni universitarie”.

PressRelease – Responsabilità editoriale di
CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Carta di credito con fido

Procedura celere



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve