04 febbraio 2025 18:17
È trascorso un mese dalla tragica scomparsa di Serafino Congi e relativamente al servizio di emergenza urgenza del nostro presidio ospedaliero, purtroppo, nulla è cambiato. La situazione rimane ad oggi la stessa del 4 gennaio scorso. Una grande e popolosa realtà di montagna come San Giovanni in fiore ed il suo comprensorio hanno bisogno di un servizio di emergenza/urgenza e pronto soccorso efficienti e degni di questa delicata funzione. Dotato di medici, mezzi e strumentazione tecnologica adeguati a garantire soccorso tempestivo per tutelare la vita di chi vive lontano dagli ospedali Hub e Spoke.
Garantire un servizio di emergenza urgenza efficiente è un obbligo ed un imperativo. Nessun argomento e/o motivazione può giustificare la grave situazione in cui versa il servizio di emergenza/urgenza nella nostra regione e le sue implicazioni drammatiche in particolare per le popolazioni delle aree montane ed interne di cui la triste e dolorosa vicenda di Serafino è solo una amara testimonianza. Di fronte alla situazione preoccupante determinatasi è necessario ed urgente assumere misure straordinarie, facendo ricorso a provvedimenti amministrativi e legislativi finalizzati ad incentivare il reclutamento e la mobilità dei medici e del personale sanitario anche attraverso incentivi economici e di altro tipo; per dotare di ambulanze adeguate e del relativo personale il servizio; per la dotazione ed il potenziamento di strumentazione tecnologicamente avanzata ed innovativa. Oggi la vera priorità è garantire la sicurezza ai cittadini di San Giovanni in Fiore come a tutti i calabresi. Non servono parole ma fatti concreti.
Dopo la grande manifestazione silenziosa con la partecipazione di circa otto mila persone, era stato annunciato un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza. Il Consiglio è stato convocato dopo oltre un mese, alle 9.15 del mattino del 7 febbraio prossimo, con altri argomenti all’ordine del giorno da affrontare prima della problematica della Sanità. È evidente l’intento di scoraggiare la partecipazione della popolazione.
Una decisione incredibile frutto di un comportamento ed una tattica tesi ad assorbire il sentimento di preoccupazione e sdegno che pervade la comunità sangiovannese. Un sentimento che avrebbe dovuto trovare una voce forte e determinata proprio nella amministrazione comunale. La Sindaca Succurro ha preferito, al contrario, continuare a rappresentare risultati positivi di potenziamento del nostro ospedale e dei servizi sanitari sul territorio anche dopo il recente incontro con il Direttore Generale dell’Asp, i cui risultati sono assolutamente insoddisfacenti come rilevato da molti partecipanti all’ incontro. A tal proposito sono pienamente condivisibili le valutazioni espresse in un comunicato dal comitato “Si-La Salute Bene Comune” alle cui iniziative unitarie esprimiamo convinto sostegno perché vanno nella giusta direzione. Sappiamo bene le difficoltà ed i problemi presenti da tempo nel nostro ospedale. Tuttavia mai si era giunti alle preoccupanti condizioni di oggi.
Negli scorsi anni (2020) il nostro presidio ospedaliero, pur non navigando nell’oro, aveva 6 medici in medicina generale con 20 posti letto; 4 medici in chirurgia dove si effettuavano piccoli e medi interventi chirurgici; 6 medici in pronto soccorso e 4 medici che garantivano i turni al 118. Alla medicina del territorio erano presenti 9 specialisti, come elencati la sera di venerdì 30 gennaio u.s., da un giovane nel corso della manifestazione svoltasi davanti al comune. Il ‘comitato 18 gennaio’ invita i cittadini e tutte le forze organizzate e rappresentative (associazioni, chiesa, sindacati, partiti, comitati, movimenti, ecc.) ad unirsi su una piattaforma ed un obiettivo comune per: GARANTIRE SUBITO UN SERVIZIO DI EMERGENZA/URGENZA E DI PRONTO SOCCORSO EFFICIENTE. RIPRISTINARE E POTENZIARE I SERVIZI OSPEDALIERI E TERRITORIALI NECESSARI. SAN GIOVANNI IN FIORE ED I COMUNI MONTANI HANNO DIRITTO ALLA TUTELA DELLA VITA. Solo così si possono evitare altre tragedie come quella di Serafino Congi.
Comitato “18 Gennaio”
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