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Acqua, bolletta cara in Toscana (e per il momento non calerà)


Dal 2016 al 2024 la tariffa del servizio idrico per una famiglia media in Italia è cresciuto del +40%, e Firenze ha il primato negativo a livello nazionale fra le città capoluogo di provincia: lo rivela il XVI rapporto nazionale sulle tariffe idriche, realizzato da Federconsumatori con la collaborazione della Fondazione Isscon, presentato proprio a Firenze. Se oggi un nucleo familiare di 3 persone, che consuma 150 metri cubi d’acqua all’anno, spende mediamente 354,01 euro, a Firenze tale cifra sale a 564,04 euro: la bolletta più cara in assoluto. Ma anche negli altri gestori del servizio idrico in Toscana, secondo quanto evidenzia il rapporto, il conto è più salato rispetto alla media nazionale.

Le famiglie toscane consumano di meno

“Pur non volendoci nascondere rispetto al tema delle tariffe, perché le tariffe a metro cubo sono tra le più alte d’Italia, il costo medio per la famiglia toscana non è molto differente dal costo medio italiano”, precisa Alessandro Mazzei, direttore generale dell’Autorità idrica Toscana. “I toscani consumano meno delle famiglie italiane, probabilmente anche a causa delle tariffe più alte”, sostiene Mazzei ,secondo cui “di fronte a un consumo medio di 150 mc a famiglia, in Toscana se ne consumano 104, quindi quasi un terzo in meno. Questo fa sì che poi la spesa complessiva, che è quella che incide sul portafoglio delle famiglie, non sia diversa tra la Toscana e l’Italia”.

Tuttavia, ammette il direttore dell’Ait, “ci sono da capire le motivazioni per cui le tariffe sono più alte da noi rispetto ad altri ad altre zone del paese. Sicuramente noi abbiamo fatto molti investimenti, negli ultimi 12 anni il flusso di investimenti che sono stati fatti in Toscana è praticamente il doppio, ogni anno, della media nazionale. Comunque si dovrà continuare a fare tanti investimenti, perché abbiamo molte sfide davanti. Quindi l’idea è quella di provare a trovare nuovi assetti organizzativi che ci consentano di affrontare queste nuove sfide”.

“Bene la multiutility senza la Borsa”

Fra gli indirizzi suggeriti da Federconsumatori c’è anche la crescita dimensionale, o l’aggregazione, dei gestori più piccoli, con una preminenza del peso del pubblico rispetto al privato. “Certamente superare la frammentazione è un elemento di valore – ha osservato Monia Monni, assessora regionale all’ambiente -, perché è chiaro che un soggetto con spalle più larghe riesce ad affrontare meglio un piano di investimenti ad ammortizzarne i relativi costi. Credo che continuare a ragionare in un’ottica di multiutility sia un elemento di grande vantaggio per il sistema, abbandonata l’idea della Borsa che non avrebbe permesso di fare ciò che serve, perché la necessità è quella di investire dove serve e non dove rende. Però l’idea della multiutility, secondo me, è un’idea che va perseguita e salvaguardata, perché in un tempo di transizione ecologica, se abbiamo strumenti pubblici efficaci per tenere le amministrazioni e quindi le comunità dentro la transizione, riusciamo a fare gli investimenti che ci servono a progredire su quella strada della sostenibilità senza lasciare nessuno indietro”.

“Difficile pensare a una riduzione delle tariffe”

Per una riduzione del costo della bolletta, tuttavia, i tempi non sembrano maturi. “Io credo che non vi sia in prospettiva, ad onor del vero, la possibilità di una diminuzione tariffaria”, sostiene Nicola Perini, presidente di Publiacqua e di Confservizi Cispel Toscana, secondo cui “alle aziende dell’idrico verrà chiesto un impegno sul riuso, un impegno sulla gestione delle acque meteoriche, per cui io credo che sia complesso pensare a una diminuzione tariffaria”.

Secondo Perini, “che le tariffe toscane siano le più alte è un dato oggettivo che dipende da diversi fattori. Quello più significativo è che la Toscana è stata la prima regione a mettere in campo la legge Galli, e si porta dietro 20 anni di investimenti e 20 anni di ammortamenti, il che porta ad avere dei costi più alti delle altre regioni”. Tuttavia, ha aggiunto il presidente di Publiacqua, “credo che debba essere fatta una grossa analisi sul fatto che la tariffa è cieca e sorda riguardo alla ricchezza sul prelievo, e questo è un elemento di cui va tenuto conto. Tutto il servizio idrico si poggia sulla tariffa e non sulla fiscalità, nel locale e nel nazionale. Allora su questo tema molto probabilmente noi dovremmo fare un’analisi per essere più equi nel prelievo tariffario”.

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