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I bilanci (dal 2018 al 2021) «mai formalmente adottati dall’Asp di Cosenza». Dal danno erariale al superamento delle criticità


COSENZA Chiusura dei bilanci pregressi entro il 31 dicembre 2024, riduzione dei tempi di pagamento ma anche governance della rete ospedaliera e territoriale. Questi i “compiti a casa” assegnati ai commissari delle aziende sanitarie provinciali dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, nella sua qualità di commissario della sanità. Un input recepito dal dg dell’Asp di Cosenza Antonello Graziano, sommerso dalle carte e dai conti (che non tornavano) dei bilanci 2018 – 2019 – 2020 – 2021 mai «formalmente» adottati dall’azienda sanitaria cosentina. La notizia delle scorse ore è estremamente importante, l’Asp ha approvato i bilanci pregressi – come anticipato ieri dal Corriere della Calabria e come verrà certificato venerdì 7 febbraio nella conferenza stampa indetta dall’Asp bruzia. Graziano snocciolerà numeri e dati relativi alle informazioni contabili che circoscrivono la rendicontazione economico-finanziaria dell’Ente. Il percorso è stato particolarmente tortuoso, «si è rilevata tutta una serie di criticità ed errori contabili, tali però da non rendere nulle le registrazioni all’epoca effettuate», si legge nella relazione pubblicata sull’Albo pretorio.

I bilanci tramandati oralmente e il debito monstre

I conti che non tornavano mai all’Asp di Cosenza resteranno, almeno si spera, solo un lontano ricordo. Quello che riporta la mente ai bilanci tramandati oralmente, alle bacchettate del Collegio dei revisori, alle sonore bocciature ed al continuo turnover di commissari alla guida di una struttura diventata per anni ingovernabile. Un buco nero che la procura di Cosenza aveva messo sotto i riflettori nell’inchiesta denominata “Sistema Cosenza“, coordinata all’epoca dei fatti da Mario Spagnuolo. Il procedimento, ancora in corso dinanzi al tribunale bruzio, mira a far luce sulla mancata o parziale presentazione dei bilanci 2015, 2016 e 2017 dell’Azienda sanitaria provinciale bruzia. Sul punto, sono illuminanti le testimonianze rese da Sergio Tempo, commercialista e revisore in diversi enti sub-regionali. Tempo ha ricoperto il ruolo di presidente dei revisori dei conti della Asp di Cosenza da fine 2015 al 30 novembre 2018. «Sul bilancio del 2015 avevo ricevuto alcuni tabulati, ma non si comprendeva l’esatto ammontare complessivo per esprimere un giudizio sui vari bilanci di esercizio». Su quale fosse il motivo di questa difficoltà nel redigere un parere, Tempo risponde così: «Arrivavano dati a singhiozzo e poco comprensibili». Sul contenzioso monstre che l’Asp di Cosenza avrebbe accumulato dal 2013 fino al 2016, Tempo riferisce di importi elevati: «Da 450 milioni di euro si arriva ad un importo pari a circa 600 milioni di euro». Il fondo rischi previsto dall’Asp – sempre secondo Tempo – ammontava a «16 milioni di euro, e quindi inadeguato».

Il danno erariale

Ma veniamo ai numeri dei bilancio appena approvati. Rispetto alle immobilizzazioni immateriali e materiali, si segnalava «la mancanza di un inventario completo dei beni aziendali, nonostante il sollecito fatto nel 2018 dal Collegio pro-tempore. Nel 2019 la situazione restava immutata. Di conseguenza (…) il Collegio non era in grado di rilevare la corretta corrispondenza tra l’importo indicato in bilancio tra ciascun elemento patrimoniale e il corrispondente saldo risultante dalle scritture inventariali e di magazzino». Ed ancora, alla chiusura dell’esercizio 2017 «l’Azienda non aveva ancora iniziato l’attività di regolarizzazione dei sospesi di cassa 2018 e ante, di conseguenza nel 2019 si rilevava una discordanza tra il fondo cassa contabile o di diritto risultante dalle scritture dell’Ente e la giacenza di cassa effettiva risultante al tesoriere». Un groviglio di errori da matita blu e numeri annotati su fogli sparsi e dalla lettura quasi incomprensibile che ha convinto il Collegio a «segnalare un danno erariale».
In tutti i verbali, redatti nel corso dell’anno 2019, sempre il Collegio «rilevava, costantemente, la non coerenza della spesa con gli obiettivi di equilibrio economico-finanziario del tutto inconciliabili rispetto agli obiettivi di rientro programmati dal piano sanitario regionale, rilevato peraltro anche dal management di allora».

Il lavoro dell’Asp di Cosenza

Graziano e la sua task force hanno avuto l’arduo compito di assicurare la riconciliazione del rendiconto con le scritture contabili mantenute dall’Azienda, «tenuto conto che anche i pagamenti effettuati dall’Istituto Tesoriere per azioni esecutive sono stati correttamente imputati e registrati negli esercizi di competenza in cui sono stati eseguiti». Tuttavia anche nel 2020, analogamente a quanto accaduto per gli anni 2018 e al 2019, il rilievo maggiore ha riguardato «la regolarizzazione dei sospesi di cassa che nel 2022 ha rappresentato l’attività più onerosa per i Servizi Finanziari protempore». Nella nota datata gennaio 2020 il Collegio Sindacale pro-tempore sollecitava il settore “Gestione Risorse Economiche Finanziarie” ad «adottare tutti i provvedimenti necessari a rimuovere tale criticità» poi superata nel corso del 2023 con la chiusura del primo bilancio utile riferito all’anno 2022, «procedendo alla verifica dei regolarizzi dei singoli sospesi di cassa afferenti sia gli incassi che le uscite». (f.benincasa@corrierecal.it)

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