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«Sempre grato a Berlusconi. I complimenti di Verón un onore»


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L’arrivo di Reda Belahyane, il rientro annunciato di Vecino, l’inserimento nella lista della Serie A dell’ex esubero Toma Basic. Per stessa – velata – ammissione del direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani, è più che probabile che il tecnico biancoceleste Marco Baroni abbia intenzione – perlomeno nelle gare di cartello – di optare per un cambio di sistema e virare sul più accorto 4-3-3 che già gli ha fatto vincere più di qualche partita (su tutte, le sfide interne con Cagliari e Genoa).

Le dichiarazioni di Rovella 

Chi resta assolutamente centrale in mediana e sicuro del posto da titolare è Nicolò Rovella, ormai pilastro del centrocampo laziale.

Il numero 6 ha eguagliato da un mese il minutaggio dell’intera stagione 2023/2024, ed ha composto fin qui con Guendouzi una diga imprescindibile per la squadra. L’ex Monza – con 9 cartellini gialli in campionato – è in diffida e al prossimo giallo verrà squalificato dal giudice sportivo: il serio rischio è di saltare (come all’andata al Maradona) il match contro il Napoli capolista di Antonio Conte. Domenica alle 15.00, tuttavia, il ragazzo di Segrate sarà regolarmente presente nell’11 della Lazio per sfidare il suo passato, alla ricerca del primo gol con la maglia che indossa dall’agosto 2023.

L’unica marcatura in Italia arrivò proprio con la maglia dei lombardi, nel 2-2 di Udine dell’aprile 2023. Da lì in poi soltanto una rete annullata a Parma, che non lo ha fatto dormire la notte. «Quella rete è stata cancellata a mio avviso ingiustamente, a questo punto spero di trovarla presto davanti ai nostri tifosi, per poter esultare sotto la Curva Nord», ha confessato a Cagliari soltanto la scorsa settimana.

LE DICHIARAZIONI – All’antivigilia della sfida all’ultima della classe, il classe 2001 ha rilasciato un’intervista al Match Program del club. Rovella non si è nascosto: l’aggancio (e sorpasso, in virtù dei migliori scontri diretti) della Fiorentina ha complicato ulteriormente il cammino della Lazio. «Dopo la vittoria dei viola con l’Inter, la gara sarà ancora più importante», ha ammesso. All’Olimpico ultimamente si fa fatica: una sola vittoria nelle ultime 5 gare casalinghe, l’ultimo successo in campionato risale addirittura a fine novembre, contro il Bologna. «Credo sia un caso, perché le prestazioni ci sono sempre state. In casa ultimamente qualche disattenzione di troppo ci è costata qualche punto».

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Ventisette presenze col Monza non possono lasciarlo indifferente. «Sono stato fortunato perché c’era ancora il presidente Silvio Berlusconi, anche Palladino mi diede grande fiducia. Ringrazierò sempre Berlusconi, anche ora che non c’è più: Monza rimarrà sempre una tappa fondamentale per la mia crescita. Ogni tanto sento ancora Galliani». A Roma, il tandem con Guendouzi è indissolubile. «So che è difficile da credere, ma fuori dal campo Mattéo è un’altra persona: è buono e simpatico, fa tante battute.  Abbiamo un grande legame, siamo arrivati insieme alla Lazio e questo ha fortificato la nostra amicizia. Poi vediamo il calcio allo stesso modo, ci troviamo benissimo».

Al punto che un grande centrocampista del passato ha espresso sinceri complimenti per il loro rendimento. «Quando ho letto i complimenti che Juan Sebastián Verón ci ha regalato, è stato speciale: era un calciatore fantastico, spero di poterlo conoscere di persona. Mio padre è un suo grandissimo estimatore e quando ha letto la sua intervista è impazzito e mi ha girato subito l’articolo. Quello che sento ogni tanto è Lucas Leiva, che è stato un grande per la Lazio e non solo». Infine, un giudizio sul calciomercato di gennaio: continuano a sbarcare profili giovani, e Rovella diventa quasi un veterano. «Ci pensavo proprio ieri, ormai sono quasi uno dei più vecchi, sono arrivati tanti calciatori forti e promettenti. La bravura di mister Baroni li aiuterà a entrare subito nei meccanismi del suo gioco. Anche noi gli daremo una mano», ha concluso. Domenica sfida il passato, ma per riprendersi il 4° posto serve batterlo.

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