VITTORIA! L’ATTIVISTA CURDA-IRANIANA MAYSOON MAJIDI È STATA ASSOLTA DALLE ACCUSE INFAMANTI DI ESSERE UNA SCAFISTA, DOPO 10 MESI DI DETENZIONE E UN LUNGO SCIOPERO DELLA FAME!

Lei, innocente, è stata risucchiata dalle nostre carceri ed ha rischiato di morire.

Almasri invece, conclamato torturatore, stupratore e responsabile di crimini contro l’umanità, su cui pende un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale, è stato comodamente accompagnato a casa sua.

Maysoon Majidi è una regista e un’attivista ventottenne che ha preso parte alle mobilitazioni delle donne iraniane, doppiamente oppressa perché donna e curda. A dicembre 2023 ha raggiunto l’Italia dopo essersi imbarcata dalla città turca di Izmir. Arrivata in Calabria, su un’imbarcazione con altri 77 migranti, è stata arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, accusata di aver coadiuvato il capitano dell’imbarcazione distribuendo acqua e cibo.

Majidi è rimasta 10 mesi reclusa nel carcere di Castrovillari e poi a Reggio, da innocente. Secondo il decreto Cutro rischia fino a 30 anni di reclusione. Come è possibile?

L’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione (in linea con la politica migratoria Ue) prevede che chiunque aiuti i migranti nell’attraversamento delle frontiere sia possibile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anche se il migrante in questione non ne trae alcun beneficio economico.

In questo modo migliaia di migranti sono stati accusati in maniera infamante di essere scafisti, e messi allo stesso livello delle organizzazioni criminali come quella di Almasri, solo perché hanno guidato delle imbarcazioni (spesso lasciare dalle organizzazioni criminali in mano agli stessi migranti, come raccontato da Matteo Garrone in “Io Capitano”), o assistito i migranti durante la traversata come ha fatto la stessa Maysoon Majidi.

Secondo il giornalista Lorenzo D’Agostino le accuse si fondano su processi farsa in cui gli stessi inquirenti (poliziotti nello specifico) costruiscono false testimonianze che inchiodano gli stessi migranti e consentono di trovare il capri espiatorio: lo scafista. In questo caso la reclusione di Maysoon si basava solo su due traballandi testimonianze, che dopo una lotta politica e giudiziaria durata 10 mesi si sono rimangiate tutto.

Chi sono i responsabili della carcerazione di Maysoon? Il metodo denunciato da D’Agostino si chiama Italia Job ed è stato ideato, sempre secondo D’Agostino, “da Pietro Grasso (Liberi e Uguali), che dirigeva la Direzione Nazionale Antimafia quando la DDA di Catania inaugurava “un percorso giudiziario nuovo ed inesplorato” nel perseguire (finti) scafisti; il suo successore Franco Roberti (PD) che ne ha fatto un vero e propio metodo con l’aiuto di Minniti; successivamente Cafiero de Raho (M5S), successore di Grasso e Roberti, nelle riunioni a porte chiuse della DNAA sosteneva la necessità di “disciplinare” le ONG per facilitare la campagna di arresti contro gli scafisti.”

In questi anni PD, Si, Verdi e M5S hanno fatto finta di niente, accusando al massimo il Decreto Cutro, che semplicemente inasprisce le pene contro gli scafisti, senza mai andare alla radice del problema: l’articolo 12 del Testo Unico sull’Immigrazione, dai loro stessi esponenti utilizzato per incriminare i (finti) scafisti.

Abbiamo lottato per chiedere la liberazione di Maysoon Majidi, ma anche la fine del sistema criminale che, non prevedendo corridoi umanitari ne permessi di lavoro, e finanziando i lager libici grazie al memorandum Italia Libia del Pd, obbliga le persone ad affrontare viaggi pericolossissimi per mettersi in salvo da persecuzioni, miseria e devastazione climatica.

Un sistema che con l’altra mano riempie di soldi dittatori e organizzazioni criminali per esternalizzare le frontiere fuori dall’Europa, in Libia, Turchia, Tunisia, Albania etc.

E che per ripulirsi la coscienza ha inventato l’accusa di (finto) scafista.

I responsabili di tutto ciò sono tanto la destra, quanto il centrosinistra, che ipocritamente oggi difende Maysoon Majidi dopo aver prodotto le condizioni della sua detenzione. I beneficiari sono i gruppi criminali e gli imprenditori italiani che possono assumere non lavoratori, ma schiavi senza diritti.

È contro questo sistema che lottiamo ogni giorno.