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Statali, arriva il nuovo aumento in busta paga


Il governo ha dato il via libera a un incremento dell’indennità di amministrazione per i dipendenti ministeriali, con l’obiettivo di uniformare il trattamento economico tra i vari ministeri. Questa misura, formalizzata attraverso un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) e firmata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, e dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, punta a ridurre le disuguaglianze retributive all’interno della Pubblica Amministrazione, riconoscendo un aumento delle indennità per diverse categorie di lavoratori.

Statali, arriva il nuovo aumento in busta paga: chi ne beneficerà e da quando

Il provvedimento stabilisce nuovi importi per l’indennità annuale, che viene aggiornata a seconda del ruolo ricoperto. Per i funzionari, ad esempio, l’importo raggiungerà una cifra superiore ai cinquemila euro annui, mentre per gli assistenti si attesterà a poco più di tremila euro e per gli operatori poco sotto questa soglia. Questo aggiornamento, che comporta un incremento medio di circa cinquanta euro al mese, si traduce in un beneficio economico significativo per molti dipendenti pubblici, considerando anche la retroattività del provvedimento.

Infatti, l’entrata in vigore dell’aumento è stata fissata al primo gennaio 2023, il che significa che i lavoratori interessati riceveranno anche gli arretrati maturati nel corso dell’ultimo anno. Le somme aggiuntive che verranno accreditate con le prossime buste paga superano i mille euro per ciascun dipendente coinvolto. Si prevede che l’erogazione avverrà entro la fine del primo trimestre dell’anno, presumibilmente già nei cedolini di marzo.

Tuttavia, l’entità dell’aumento non sarà uniforme per tutti i ministeri. Nei dicasteri dove le indennità erano già superiori alla media, come nel caso del Ministero della Giustizia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’incremento sarà leggermente inferiore rispetto a quello previsto per altri comparti. Questo perché l’intervento del governo è stato pensato principalmente per armonizzare i compensi all’interno della Pubblica Amministrazione, piuttosto che per introdurre un aumento generalizzato uguale per tutti.

Parallelamente alla misura sugli stipendi, l’esecutivo sta valutando un’altra iniziativa che potrebbe coinvolgere un’ampia platea di lavoratori del settore pubblico. Si tratta dell’ipotesi di estendere ai dipendenti statali la possibilità di richiedere un anticipo sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR), una possibilità che oggi è riservata esclusivamente ai lavoratori del settore privato.

Attualmente, il TFR anticipato può essere richiesto da chi ha almeno otto anni di servizio e deve affrontare spese specifiche, come l’acquisto della prima casa o esigenze sanitarie particolarmente onerose. L’anticipo può raggiungere fino al settantacinque per cento dell’importo maturato, rappresentando così una risorsa economica importante per chi si trova in difficoltà o ha necessità di liquidità immediata.

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Il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha confermato che il governo sta lavorando con il Ministero dell’Economia per valutare le modalità di estensione di questa possibilità anche ai lavoratori della Pubblica Amministrazione. L’eventuale introduzione di questa misura rappresenterebbe un passo significativo per garantire una maggiore flessibilità economica ai dipendenti pubblici, consentendo loro di accedere a una parte delle somme accantonate senza dover attendere il termine del rapporto di lavoro.

Queste misure si inseriscono in un più ampio piano di interventi che il governo sta portando avanti per migliorare le condizioni economiche e normative dei dipendenti pubblici. L’obiettivo è quello di garantire un trattamento più equo e bilanciato, riducendo le disparità esistenti tra i vari comparti e riconoscendo il valore del lavoro svolto dai dipendenti statali. Con l’aumento delle indennità e la possibile introduzione dell’anticipo del TFR, si punta a rendere più attrattivo il settore pubblico e a migliorare le condizioni di chi vi opera quotidianamente.



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