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Turismo e “fuga” dei lavoratori: interviene Confcommercio


12.02.2024 – 15:01 – Nel contesto di una crescente preoccupazione per il fenomeno della “fuga” dei lavoratori stagionali nei settori chiave del turismo, della ristorazione e del commercio, il Presidente di Confcommercio Caorle, Corrado Sandrin, interviene con un appello strategico e proposte concrete. Il dibattito si concentra sulla realtà veneta, una delle aree maggiormente colpite da questo problema, e sottolinea la necessità di interventi sinergici tra livello locale e nazionale. Secondo Sandrin, è cruciale stabilire un dialogo aperto con le Amministrazioni Comunali per garantire soluzioni abitative adeguate per il personale stagionale e promuovere politiche che favoriscano la residenzialità stabile. Inoltre, sollecita il Governo a considerare misure straordinarie per rendere il lavoro stagionale più attraente, come l’estensione dei contratti e incentivi fiscali. Queste proposte mirano non solo a trattenere i lavoratori nella regione, ma anche a garantire una qualità di vita dignitosa attraverso politiche mirate e riforme adeguate.

“Si tratta di una questione complessa – dichiara Sandrin – che interessa tutte le località ove è predominante il carattere stagionale dell’offerta turistica. Abbiamo letto più volte sulla stampa di questo problema che interessa la costa veneta. Problema che per un’efficace soluzione richiede interventi a livello locale, ma anche a livello nazionale”.
Per quanto riguarda la dimensione locale, il Presidente Sandrin suggerisce una strategia che passi attraverso il dialogo con le Amministrazioni Comunali interessate: “Servono alloggi da adibire al personale stagionale. Penso che nei futuri interventi urbanistici autorizzati dalle Amministrazioni Comunali dovrebbero essere sempre previste delle volumetrie riservate all’ospitalità per i lavoratori del turismo che non vivono nelle nostre località di vacanza. Un privato che volesse investire in tal senso avrebbe la certezza di poter occupare gli spazi destinati ai lavoratori e potrebbe contare sul sostegno di Confcommercio e Federalberghi nella relativa gestione”.

“Per le località turistiche deve diventare una priorità l’adozione di politiche che tutelino la residenzialità stabile – prosegue Sandrin – L’autorizzazione di interventi urbanistici che prevedano aree dedicate all’edilizia agevolata può agevolare i più giovani a rimanere nel nostro territorio e a non dover emigrare in altre realtà dove i prezzi del mattone sono meno cari. Il mio invito alle Amministrazioni Comunali delle località turistiche della costa è quindi quello di far sì che in tutti gli interventi urbanistici debbano necessariamente essere previste delle quote significative riservate all’edilizia a prezzo calmierato”.

La soluzione alla fuga dei dipendenti richiede necessariamente anche l’adozione di misure straordinarie da parte del Governo a tutela del lavoro stagionale, al fine di accrescerne l’attrattività per le giovani generazioni che oggi si approcciano verso il mondo del lavoro.

“Gli imprenditori stanno sempre più cercando di prolungare la durata dei contratti di lavoro dei propri dipendenti ed in questo sforzo dovrebbero essere sostenuti dallo Stato che potrebbe istituire dei meccanismi premiali per tutte quelle imprese turistiche a carattere stagionale che dovessero decidere di aumentare il periodo di apertura. Penso ad esempio all’esonero contributivo per i lavoratori turistici impiegati al di fuori dell’estate. Urge – propone ancora Sandrin – una riforma della Naspi per i lavoratori del turismo che deve essere ritoccata al rialzo al fine di consentire ai lavoratori stagionali di poter affrontare più serenamente il periodo invernale. Un tempo la vecchia indennità di disoccupazione consentiva ai lavoratori impiegati nel ricettivo e nei servizi ad esso collegati di poter vivere una vita dignitosa. Oggi non è più così”.

Serve dunque una politica di defiscalizzazione dagli oneri che incidono sulla busta paga per quanto riguarda il lavoro festivo e straordinario stagionale: in questo modo il datore di lavoro potrebbe pagare meglio il lavoratore durante l’intenso periodo estivo, senza che il costo per l’impresa venga a crescere esponenzialmente. Sempre secondo Confcommercio servirebbe una maggiore flessibilità dal punto di vista della contrattualistica, ad esempio prevedendo per il contratto a chiamata la possibilità di effettuare la registrazione di legge non dal giorno precedente, ma dal giorno effettivo di prestazione dell’attività lavorativa da parte del dipendente.

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“Chiediamo al Governo di prendere seriamente in mano il tema del lavoro in ambito turistico che ha delle sue specificità che, in questo momento, non vengono adeguatamente tutelate. Il turismo – conclude Sandrin – produce una straordinaria ricchezza per il nostro Paese e, quindi, servono delle norme ad hoc adatte a risolvere i problemi di questo settore che rimane trainante per l’economia italiana” .

[g.m]





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