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Cosenza: tariffe suolo pubblico, Comune “Abbiamo operato secondo scienza e coscienza, seguendo la legge”


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COSENZA – “E’ opportuno chiarire subito che finalmente si sta facendo ordine e si sta regolamentando un settore che era ed è tuttora nel caos, con equità e giustizia sociale. Ed, infatti, quanti proprietari darebbero in fitto un locale su Corso Mazzini di 10 mq a 125 euro l’anno, ossia a 0,34 centesimi di euro al giorno? Oggi, nel rispetto del Piano di Riequilibrio (ex 268 TUEL), le tariffe sono state determinate nella misura consentita per popolazione alla città di Cosenza in 50 euro al mq per le occupazioni permanenti ed a 1,20 centesimi di euro per le occupazioni temporanee”.

La diminuzione dei costi era legata alla pandemia

Interviene l’amministrazione comunale di Palazzo dei Bruzi dopo le dichiarazioni della minoranza. “Ciò non è una novità, essendo queste tariffe, la base di partenza da cui inderogabilmente si sarebbe dovuti partire già dall’introduzione del Canone Unico Patrimoniale. Le variazioni in diminuzione a questa previsione normativa nazionale sono state frutto dell’eccezionalità della pandemia Covid 19 da un lato e dall’idea che i tavoli e le sedie, sebbene di proprietà degli esercenti, fossero di libero utilizzo dei cittadini (senza nessun obbligo di consumazione). Entrambe le circostanze attenuanti delle tariffe sono, oggi, venute meno”.

“Il Consiglio Comunale all’unanimità ha approvato il regolamento generale delle Entrate (sconosciuto presso questo Ente sebbene ne fosse un obbligo di legge) in cui per le entrate extra tributarie quale l’occupazione di suolo pubblico prevede che il piano tariffario debba essere commisurato in funzione degli oggetti che occupano il suolo ed in misura del tempo che questa occupazione persiste”.

“Non esistono privilegiati”

Ne consegue che, nel rispetto del dettato regolamentare approvato all’unanimità da tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, oggi non si tassa più la categoria merceologica (bar, ristoranti, fruttivendoli, etc.), ma la tipologia degli oggetti che occupano il suolo pubblico ( tavoli, sedie, ombrelloni, espositori della frutta, etc.). Nessun paragone è quindi possibile tra vecchie e nuove tariffe, ammenochè non si voglia dire alla città che esistono privilegiati e cittadini comuni. Altra innovazione è dettata dall’introduzione di una nuova zona a ridotta tassazione, portando le zone da 3 a 4. Ciò significa che la tariffa per l’occupazione dello spazio su Corso Mazzini sarà superiore a quella di Corso Telesio, per esempio, sulla base di un criterio oggettivo di equità derivante dalla redditività potenziale della zona. Tutto ciò è stato ampiamente discusso nella relativa commissione consiliare, su proposta di modifica sollecitata proprio dalla minoranza a cui si deve il merito di aver rappresentato l’effettiva disparità tariffaria tra permanente e temporanea e la non rispondenza della tariffa minima di partenza alle normative nazionali”.

“La Giunta in virtù delle modifiche regolamentari approvate dal Consiglio Comunale, sopra richiamate, ha semplicemente e giustamente equiparato le tariffe tra occupazione annuale e quella permanente, riducendo i coefficienti moltiplicatori nella sua discrezionalità. Ma tant’è! Siamo orgogliosi del lavoro portato avanti, indirizzato a dare regole certe, eque e condivise alla collettività e senza penalizzare alcuno. Lo siamo ancor di più perché questo stimolo al rispetto delle regole ed all’equità è venuto in primo luogo dalla minoranza di questa amministrazione. Certo i servizi li devono pagare sia i cittadini, con i tributi, che le attività commerciali con le tariffe imposte secondo normativa. A questo proposito, v’è da aggiungere, comunque, che si sta lavorando ad una manifestazione d’interesse in cui saranno previste delle agevolazioni rispetto, per esempio, al tipo di pagamento che si sceglierà di effettuare, se annuale o mensile, o rispetto ad eventuali sponsorizzazioni al Comune per le quali è prevista una detrazione. Su questo stesso indirizzo, inoltre, stiamo provvedendo a superare anche il problema Tares. Il rispetto delle regole comuni è segno di civiltà, come molti residenti ci dicono leggendo le presunte note di disappunto provenienti da alcuni esercenti e cavalcate dalle opposizioni, in maniera, per come detto, assai strumentale”.

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