Durante la BIT, nella prestigiosa location di Thermalia, il Governatore della Sicilia Renato Schifani ha lanciato un annuncio estremamente importante per il settore: il settore termale siciliano riparte! In particolare, dopo le travagliate vicende degli ultimi anni, si procederà con un Partenariato Pubblico-Privato (PPP) per rilanciare le Terme di Acireale e Sciacca.
Le ultime difficoltà burocratiche sono state superate e si apre in questi giorni la finestra per i privati per presentare i propri progetti. La quota disponibile è del 49% degli stabilimenti e al privato spetterà il compito di ristrutturare i due prestigiosi complessi. La Regione ha stanziato 90 milioni di euro per la riqualificazione, con i privati che dovranno stanziarne 94. Queste novità possono essere meglio comprese facendo un passo indietro e osservando la storia di questi due complessi termali.
Sciacca: un importante snodo commerciale
Durante la dominazione araba (840 d.C.), Sciacca divenne un importante centro agricolo e commerciale e il suo nome potrebbe derivare dal termine arabo per “bagno” o “fessura”. Con i Normanni, la città continuò a prosperare e fino al XVI secolo fu una delle più ricche della Sicilia. Le terme erano fondamentali e regolamentate, come attestato dal Libro Rosso. Nel Rinascimento, studiosi e medici ne scrissero, confermandone la fama anche fuori dalla Sicilia. Tuttavia, le terme entrarono in declino fino all’Ottocento, quando medici come Giuseppe Licata si impegnarono per la loro rinascita. Con l’Unità d’Italia, il deputato Saverio Friscia ne promosse l’importanza a livello nazionale. La ripresa economica avvenne grazie allo sfruttamento delle acque termali e alla scoperta di coralli, portando alla costruzione di nuovi stabilimenti, tra cui il complesso in stile Liberty tra il 1928 e il 1938.
Acireale: la storia delle acque sulfuree
Il complesso termale di Acireale, situato in provincia di Catania, ha una lunga storia legata alla presenza di sorgenti di acque sulfuree, conosciute e utilizzate fin dall’epoca greco-romana per le loro proprietà curative. Durante il XVII e XVIII secolo, l’interesse per queste acque crebbe, attirando l’attenzione di medici e studiosi che iniziarono a studiarne gli effetti benefici. Nel XIX secolo, con lo sviluppo della medicina termale, vennero costruite le prime strutture per sfruttare le sorgenti a scopi terapeutici. Un momento fondamentale fu l’inaugurazione, nel 1873, dello stabilimento termale di Santa Venera, finanziato dal governo borbonico, che segnò l’inizio di una nuova fase di crescita per il termalismo acese.
Nel XX secolo, le terme di Acireale conobbero un periodo di grande splendore, specialmente con la fondazione, nel 1911, del Grand Hotel delle Terme, che contribuì a rendere la città una delle località termali più prestigiose della Sicilia. Tra gli anni ’50 e ’60, il complesso fu ampliato con nuove strutture, aumentando ulteriormente la sua fama. Tuttavia, a partire dagli anni ’90, il complesso entrò in una fase di progressivo declino, culminata con la chiusura definitiva delle terme nel 2010. Oggi, le Terme di Acireale rappresentano un importante patrimonio storico e architettonico, con edifici in stile neoclassico e liberty immersi in un contesto paesaggistico di grande fascino.
Le dichiarazioni del presidente della Regione Sicilia, Schifani, a Thermalia
“Le terme di Acireale e Sciacca sono chiuse da dieci anni, ma oggi la Regione è pronta a voltare pagina. Rispetto al passato, quando il precedente bando per riqualificarle non ha avuto successo a causa di ostacoli burocratici e gestionali, questa volta il contesto è completamente diverso. La Regione ha infatti risolto una serie di criticità che solo un ente pubblico poteva affrontare, rimuovendo gli impedimenti che avevano scoraggiato la partecipazione delle aziende private nel tentativo di rilancio. Questo nuovo scenario può aprire la strada a un reale interesse da parte degli operatori del settore che oggi possono contare su condizioni più favorevoli per investire e contribuire al rilancio delle terme. In questa logica abbiamo anche ridotto, dal 5% allo 0,5% del fatturato, il canone per la concessione delle acque termali. L’obiettivo non è solo riaprire le strutture ma trasformarle in eccellenze del turismo termale, integrandole con le tradizioni locali, l’artigianato e l’enogastronomia, per offrire un’esperienza autentica e sostenibile ai visitatori con ricadute positive per i territori. Proprio per sottolineare questa visione di qualità e innovazione, la Regione ha scelto di presentare il progetto di rilancio all’interno del Villaggio Thermalia alla BIT di Milano.
Questa decisione nasce dalla convinzione che i privati che parteciperanno ai prossimi avvisi pubblici debbano rappresentare l’eccellenza del settore, portando competenza e visione strategica per far rinascere queste strutture e valorizzare al meglio le potenzialità della nostra terra. Con 90 milioni di euro stanziati dal Fondo di Sviluppo e Coesione e un modello di Partenariato Pubblico-Privato, la Sicilia vuole trasformare finalmente le terme in un punto di riferimento per il turismo di benessere a livello nazionale e internazionale, per destagionalizzare l’offerta e attrarre così nuovi flussi. Questa è la volta buona per dare nuova vita a un patrimonio che merita di essere valorizzato nel migliore dei modi. La modifica dei canoni per la concessione di acque termali inserita nel ddl stralcio della legge di Stabilità rappresenta un ulteriore passo avanti verso il rilancio del settore in Sicilia. Questa riforma, fortemente voluta dal mio governo, consente di allinearci alle migliori prassi adottate nelle altre regioni, rendendo finalmente gli investimenti nel settore economicamente vantaggiosi. La normativa precedente, con una tassazione del 5% sul fatturato e quindi al lordo dei costi, infatti, non permetteva un’adeguata attrattività per gli operatori, limitando le possibilità di sviluppo”. A dirlo è il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, commentando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della norma che riduce i canoni allo 0,5%.
Sempre Schifani aggiunge: “Con questo intervento la Sicilia si prepara a riconquistare un ruolo di primo piano nel turismo termale, favorendo crescita economica, occupazione e benessere per il territorio. Il mio governo, con un investimento di 90 milioni di euro provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione e con la pubblicazione degli avvisi per un Partenariato Pubblico-Privato per la valorizzazione e il rilancio delle terme di Acireale e Sciacca, ha voluto imprimere un forte cambio di marcia per assicurare a questi due storici complessi l’antico prestigio e la massima funzionalità, riportando in auge in Sicilia il turismo termale di qualità, per troppi anni trascurato”. Gli operatori economici interessati all’avviso esplorativo hanno tempo fino al 30 maggio prossimo per presentare – attraverso la piattaforma Appalti Regione Sicilia – la propria proposta per ottenere l’affidamento in concessione della gestione dei due complessi termali di Sciacca, nell’Agrigentino e di Acireale nel Catanese, incluse le attività di progettazione ed esecuzione dei lavori.” Che dire? In bocca al lupo a chi si impegnerà in questa meritoria opera di recupero per restituire alla Sicilia e all’Italia tutta questo enorme patrimonio!
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