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gli eco-folli strappano le eco-vigne – Libero Quotidiano



Attilio Barbieri

Dopo le piantine di riso strappate in Lomellina l’estate scorsa è toccato alle barbatelle di vite resistenti alla malattie essere vandalizzate dagli estremisti green che si ostinano a confondere i vegetali frutto delle Tea, le Tecniche di evoluzione assistita, con gli Ogm classici. L’obiettivo degli eco-terroristi, questa volta, è stato il vigneto sperimentale dell’Università di Verona a San Floriano Valpolicella, dove sono state letteralmente strappate alcune barbatelle ottenute con le Tea, fondamentali per ottenere un varietà più forte e resistente, alla peronospora. «L’attacco di ieri notte a Verona non è stato solo un atto vigliacco, ma un danneggiamento gravissimo alla ricerca e al percorso intrapreso sulle Tea per produrre di più e meglio»: è netta la condanna del senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della commissione Agricoltura del Senato all’attacco vandalico al vigneto sperimentale nel Veronese, inaugurato lo scorso mese di settembre. «La scorsa estate i danneggiamenti al riso, oggi quello alle viti», ha aggiunto, «il progresso e la scienza a qualcuno fanno paura, ma la violenza di queste persone non fermerà il cammino verso un’agricoltura migliore. Fra l’altro «l’attacco di giovedì notte è – se possibile – ancora più grave di quello del Pavese», aggiunge De Carlo, «perché nel caso di colture come la vite la difficoltà di ottenere varietà Tea è molto più alta: colpire un campo di riso vuol dire buttare 5 anni di ricerca, in casi come questi parliamo di almeno due decenni. Tutta la mia solidarietà a chi ha investito e creduto in questo progetto», conclude, «e mi attiverò fin da subito con il Ministero dell’Ambiente per togliere l’obbligo di geo-localizzazre i terreni destinati alle coltivazioni Tea».

Le Tea, in realtà, non c’entrano nulla con gli Organismi geneticamente modificati intesi nell’accezione classica. Gli interventi sul Dna dei nuovi vegetali ottenuti con l’evoluzione assistita, si limitano nella maggior parte dei casi all’ablazione di frammenti di codice genetico cui la pianta deve la sensibilità al alcune malattie. Nel caso dell’Arborio strappato in Lomellina, i caratteri ereditari ablati erano quelli che lo rendono sensibile a una grave malattia fungina del riso, il brusone, capace di portare a perdite nel raccolto anche del 50%. E anche nel caso in cui vengano aggiunti frammenti di Dna nel codice genetico del vegetale che si vuole fortificare, si tratta sempre di geni della stessa specie. Le barbatelle di vite strappate nella Valpolicella avevano ricevuto i geni della vite selvatica. Nessuno sconfinamento di specie. I ricercatori accelerano un processo naturale, l’ibridazione. «Un attacco che danneggia tutto il mondo agricolo», commenta il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, «la nostra solidarietà ai ricercatori, certi che continueranno con passione e competenza il loro lavoro. Se qualcuno teme l’innovazione, noi proseguiremo su questa strada per dare alla nostra agricoltura sempre più forza e strumenti per affrontare ogni criticità».

 

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Ancora più esplicita Coldiretti: «L’atto vandalico che ha colpito il vigneto sperimentale», si legge in una nota diffusa dalla federazione degli agricoltori guidata da Ettore Prandini, «dimostra che c’è ancora troppa ignoranza sulle Tecniche di evoluzione assistita e sulla loro importanza per il futuro dell’agricoltura, soprattutto da parte di chi continua ad accomunarle immotivatamente agli Ogm. Ai professori Mario Pezzotti e Sara Zenoni che coordinano il team di genetica agraria, va la nostra solidarietà». Proprio sulle Tea Coldiretti ha siglato tre anni fa un accordo con la Società Italiana di Genetica Agraria che punta a tutelare la biodiversità e far tornare gli agricoltori protagonisti di una ricerca pubblica, in grado di sviluppare soluzioni su misura e renderle disponibili a tutti i produttori.

 

 

 

 

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