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Ops, tassi, dazi e produzione: la linea del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta al Forex




Ultim’ora news 14 febbraio ore 20.


Sabato 15 febbraio si tiene al Lingotto a Torino l’annuale congresso Assiom Forex. Il discorso più atteso è ovviamente quello del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta. È nella tradizione di Via Nazionale una preparazione meticolosa all’intervento nell’assise degli operatori finanziari, che poi diventa discorso al settore e quindi al Paese. Guido Carli teneva molto a questa scadenza e lasciò un’impronta seguita con altrettanta cura dai successori, che ne facevano un’occasione di informazione, spiegazione e accountability nei confronti di addetti ai lavori, istituzioni e opinione pubblica.

Non sappiamo come il discorso di Panetta sarà strutturato, ma certamente una parte sarà dedicata al credito e ai segnali di allentamento in relazione al livello della domanda, al rapporto con l’economia reale, al ruolo che può svolgere mentre assistiamo al crollo della produzione industriale, ma anche al risparmio in tutte le sue forme, con particolare riferimento alla sua gestione e alle prospettive dell’evoluzione tecnologica, dell’intelligenza artificiale generativa nonché dell’entrata in campo dei cripto-asset.
In questo quadro diventa fondamentale ciò che dirà sulle ops in atto, perché sarà la sua prima uscita ufficiale su un tema caldissimo. Delle offerte pubbliche si parla forse di più di quanto accadrebbe se il governatore avesse già parlato, indicando le linee generali alle quali la Vigilanza, accentrata e domestica, si atterrà nel valutare le ops per la parte di competenza.

Il ruolo del Supervisore

Il Supervisore non è un giudice che esamina il caso sottopostogli e decide, senza dover dire alcunché sui criteri che seguirà perché così stabilisce la legge. Nel nostro caso il Vigilante bancario è anche, per una certa parte, legislatore, sia pure «secondario», nonché sanzionatore, in un intreccio di competenze che vanno esercitate con equilibrio e che, proprio per la straordinarietà di questa compresenza, richiedono l’accennata rendicontazione anche «in itinere», quando necessario. Il Supervisore, in quella che si potrebbe definire la Costituzione materiale, ha acquisito da lunghissimo tempo anche la funzione del ricorso alla moral suasion (Einaudi scriveva del governatore come di un confessore).

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Fondamentale resta la Vigilanza di prossimità, donde ancora l’importanza della rete delle filiali della Banca d’Italia, che andrebbe valorizzata. Una grande operazione di ristrutturazione e riorganizzazione bancaria fu attuata negli anni ‘30 in conseguenza della crisi provocata dalla Grande Depressione e fu contestualmente adottata la legge bancaria, progettata e redatta da personalità non fasciste, che è rimasta in vigore fino al 1993; nell’ultimo decennio del ‘900 fu del pari realizzata una grande riorganizzazione, dopo la crisi della lira e i gravi problemi della finanza pubblica; a seguito delle misure attuate per le difficoltà gravi di settori del sistema, conseguenti alla crisi finanziaria globale, poi dei debiti pubblici e quindi dei sistemi bancari, un’opera di ristrutturazione riguardò, tra il primo e il secondo decennio dei Duemila, alcuni istituti medi. La riorganizzazione che si potrebbe attuare ora con le offerte pubbliche segna una nuova tappa, a distanza lunare dalla «foresta pietrificata» delle banche alla quale ha fatto riferimento il presidente dell’Abi Antonio Patuelli per sottolineare i progressi significativi degli istituti.

La Vigilanza tema centrale

Il Forex sarà anche occasione per esporre in generale l’azione e le finalità della Vigilanza, ciò che può dare e ciò che da essa non ci si può attendere per limiti istituzionali. In ogni caso, la storia dei discorsi dei governatori al Forex, da Guido Carli in poi, segnala che, nella contestualità di vicende significative del sistema bancario, non si è omesso di trattarne, sia pure in una netta sintesi.

L’altro aspetto riguarda la parte più «alta» del presumibile contenuto del discorso: il nuovo mondo che starebbe per profilarsi con la poderosa spinta trumpiana al protezionismo, la dura concretezza dei dazi, le decisioni americane, sganciate da raccordi con i Paesi alleati, riguardanti i due conflitti, il ruolo dell’Europa, a cominciare dai problemi della manifattura trattati nel recente Bollettino Bce, con i rischi di stagnazione, quindi quale politica monetaria. Un tema, quest’ultimo, sul quale Panetta si è pronunciato sovente. Il dibattito tra i governatori sul «che fare» in materia di tassi prima della riunione dei competenti organi della Bce ha finito non di rado per creare confusione e ha riproposto il problema dell’inadeguata comunicazione dell’intero Eurosistema, fino alla valutazione dell’introduzione della «dissenting opinion» per le decisioni collegiali.

Tuttavia si è arrivati al punto ormai che, se non ci si pronuncia, l’interpretazione può essere fortemente distorta. In politica monetaria le banche centrali nazionali non hanno specifici poteri. È il governatore che, quale membro del consiglio direttivo, concorre alle decisioni dell’istituto centrale. È una condizione parificabile per alcuni versi a quella della Vigilanza, per la quale, relativamente alle vicende dei «rami alti» del settore bancario, la Banca d’Italia dispone di un potere consultivo obbligatorio versus la Bce, ma del pari molto importante. Insomma, già la selezione degli argomenti rappresenterà un messaggio sulle priorità che il governatore assume e ciò faciliterà il dibattito nei prossimi giorni. (riproduzione riservata)



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