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Fondi Jtf, la Cgil chiede l’immediata convocazione del Comitato di sorveglianza per definire i progetti


L’approvazione del piano esecutivo territoriale per il Just Transition Fund «rappresenta un passo importante per l’area di Taranto che ha bisogno di una diversificazione industriale e di strategie concrete per affrontare gli effetti della transizione ecologica».

È quanto sostiene il segretario generale della Cgil Taranto, Giovanni D’Arcangelo, ma, tuttavia, precisa il sindacalista, «senza dettagli specifici sui progetti e sulle modalità di attuazione, è difficile valutare l’effettivo impatto di queste risorse».

Si spiega così la richiesta che la Cgil avanza della convocazione immediata del Comitato di Sorveglianza del Jtf a Taranto, «fondamentale – aggiunge D’Arcangelo – per avviare un dialogo costruttivo tra le parti interessate. Solo attraverso un confronto aperto e trasparente sarà possibile definire progetti concreti che rispondano alle esigenze del territorio, creando nuove opportunità lavorative e affrontando la desertificazione industriale».

In particolare, è importante discutere di come si intenda riqualificare il territorio, quali settori economici verranno coinvolti e come si pianificano le attività di formazione per recuperare le persone colpite dalla crisi occupazionale. «Senza un’attenzione specifica a questi aspetti, i fondi rischiano di non produrre i risultati sperati», commenta D’Arcangelo.

Del resto, la scadenza del 2026 per il 70% delle risorse e del 2029 per il restante 30% sottolinea l’urgenza di avviare il dibattito e di mettere in atto misure efficaci. «L’auspicio – conclude il segretario Cgil – è che il Governo e la Regione Puglia lavorino in modo proattivo con il partenariato sociale per garantire che gli investimenti siano mirati e possano realmente contribuire a una transizione equa e sostenibile per Taranto e i suoi cittadini».

 

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On. Iaia (FdI): “I 750 milioni di euro per la transizione ecologica ulteriore attenzione del Governo per Taranto”
«Il via libera con decreto dell’Autorità di gestione del Programma nazionale Just Transition Fund (JTF) 2021-2027 ad oltre 750 milioni di euro per Taranto rappresenta l’ennesimo segnale di attenzione da parte del governo Meloni verso Taranto e provincia».

A parlare così è l’on. Daio Iaia. Per il parlamentare tarantino di Fratelli d’Italia non esiste transizione ambientale «senza i necessari investimenti che daranno nuova identità e competitività all’area ionica».
L’avvio degli interventi sarà già nel 2025 con particolare riguardo agli aspetti socio-economici connessi a nuove forme di sviluppo, certamente più sostenibile e più rispettoso del territorio. «Mi riferisco – sottolinea Iaia – al potenziamento di energia rinnovabile, ad impianti di produzione di idrogeno e ricerca ma, anche, alla riqualificazione delle coste del Mar Grande e del Mar Piccolo.
Le risorse messe a disposizione inoltre saranno utilizzate per le bonifiche e anche per le esigenze di lavoro e di formazione dei lavoratori che attraverseranno questa transizione. Allo stesso tempo – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia -, si investirà sul rilancio culturale del territorio, rafforzando le competenze per la transizione e l’inclusione sociale».

Jtf, Di Gregorio: “Una grande occasione ma bisogna fare presto”

Il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD), presidente della II Commissione consiliare della Regione Puglia, ha espresso grande entusiasmo per l’approvazione del Piano per il Just Transition Fund di Taranto, che prevede un significativo finanziamento di circa 800 milioni di euro.

Di Gregorio però sottolinea che, «sebbene ci siano grandi opportunità, la transizione non sarà semplice e richiederà tempi rapidi ed efficaci».

Di qui l’urgenza di affrontare le gravi criticità ambientali e sanitarie che affliggono i quartieri limitrofi all’area industriale, nonostante i ridotti livelli di produzione.

Uno degli interventi chiave, secondo il consigliere regionale, sarà «lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde e delle energie rinnovabili, un’iniziativa già anticipata dal presidente Emiliano. Ma per massimizzare l’efficacia di questo piano – conclude -, è fondamentale un collegamento con il centro siderurgico e le decisioni relative alla nuova proprietà e ai piani industriali, occupazionali e ambientali che saranno intrapresi».

 

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Stellato: “Bene il Jtf, ora accelerare sui bandi e sull’impegno di istituzioni e imprese”

Ancha da Massimiliano Stellato, consigliere regionale e presidente del gruppo Misto, arrivano commenti positivi per l’approvazione del Jtf  e per l’importante dotazione finanziaria di quasi 800 «Questo – sottolinea Stellato – rappresenta un’opportunità fondamentale per diversificare l’economia e la produzione della regione, dopo anni di attesa e sviluppo stagnante». Ma, avverte il consigliere regionale, serve «un’azione rapida da parte delle istituzioni locali per garantire che Taranto possa utilizzare efficacemente queste risorse» così come è importante «un partenariato attivo nel processo di attuazione del Jtf».

Infine, Stellato fa  riferimento al recente avvio della governance del Tecnopolo del Mediterraneo, che si concentrerà su innovazione, ricerca, decarbonizzazione ed economia circolare, affermando che questo «è un momento unico per Taranto e che è fondamentale che tutti i soggetti coinvolti si uniscano per massimizzare queste opportunità».

 

Filippetti: “Bene il lavoro della Regione per Taranto. Il centrodestra non si intesti meriti inesistenti”

Il messaggio che lancia la segretaria provinciale del Pd, Anna Filippetti, dopo la notizia dell’approvazione del piano esecutivo del Just Transition Fund (JTF) per Taranto e il potenziale impatto positivo di circa 800 milioni di euro per la transizione del territorio, è chiaro: il centrodestra, dice in buona sostanza, non si intesti meriti inesistenti perché il risultato raggiunto «è il frutto di un lavoro costante da parte del Partito democratico e della Regione, in particolare del presidente Emiliano». Il riferimento è all’on. Dario Iaia di Fratelli d’Italia e alla sua fuga in avanti.

L’on. Iaia, sottolinea Anna Filippetti, «non ha perso occasione per intestarsi un risultato sul quale nè lui nè la premier Meloni hanno avuto ruolo attivo nè hanno il merito per aver recuperato i fondi, un po’ come accaduto per gli Fsc dove hanno addirittura ritardato quanto più hanno potuto. Forzare così la mano non aiuta il territorio perché conferma un costante clima di campagna elettorale dove può valere tutto, a danno delle comunità. Meloni e FdI – conclude – non hanno dato proprio nulla a Taranto se non aver tagliato risorse e allungato i tempi di tante procedure in sospeso».



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