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Equilibri e Conflitti tra USA e Cina –


Analisi geopolitica sulla presenza cinese nel Canale di Panama e le conseguenti tensioni e strategie tra USA e Cina.

Il Canale di Panama rappresenta un’infrastruttura strategica di primaria importanza, in quanto funge da collegamento diretto tra l’oceano Atlantico e l’oceano Pacifico, evitando alle varie imbarcazioni la circumnavigazione dell’America meridionale.
Essendo uno snodo strategico cruciale per il commercio internazionale, riveste un ruolo importante sia dal punto di vista economico che geopolitico. Negli ultimi anni, la Cina ha intensificato la sua influenza economica e geopolitica nella regione con numerosi investimenti, approfittando delle opportunità offerte dall’accesso a rotte commerciali vitali e rafforzando così la sua presenza globale. Oggi, la Cina sta sfruttando questa apertura per rafforzare la propria influenza economica e geopolitica, creando un nuovo punto di attrito con gli Stati Uniti, storicamente dominanti nell’area, e dando vita a una nuova dinamica di competizione geopolitica. La seguente analisi si propone di esaminare le motivazioni, le implicazioni e i possibili scenari futuri derivanti da questa dinamica complessa.

Il Canale di Panama è stato costruito dagli Stati Uniti tra il 1907 e il 1914 e per quasi tutto il XX secolo è rimasto sotto il loro controllo. Con i trattati Torrijos-Carter, firmati il 7 settembre 1977, si stabilì il graduale passaggio della sovranità del canale a Panama, completato il 1º gennaio 2000, data in cui Panama ha assunto il pieno controllo delle operazioni del canale. Questo ha portato alla costituzione di una regione più equilibrata dal punto di vista geopolitico, aprendo la strada a nuovi attori internazionali, tra cui la Cina.

Negli ultimi decenni, la crescente presenza cinese, misurata attraverso investimenti infrastrutturali e accordi commerciali, ha innescato un processo di ridefinizione degli equilibri strategici nella regione. Attraverso entità come Cosco Shipping e China Harbour Engineering Company, ha avviato progetti di modernizzazione e ampliamento dei terminal portuali panamensi, integrandoli nella propria Belt and Road Initiative (BRI). Le fonti economiche indicano Pechino come il secondo principale utente del Canale dopo gli Stati Uniti.

Paesi per origine e destinazione delle merci (2024) Fonte: https://pancanal.com/en/statistics/

La Cina utilizza il Canale di Panama non solo per ottimizzare le proprie rotte commerciali, ma anche per consolidare la sua presenza nell’America Latina. Ha infatti destinato 187,5 miliardi di dollari alla regione dell’America meridionale e quella dei Caraibi (tra cui Panama). In particolare, la Cina (attraverso la compagnia Hutchison Ports Holdings) ha ottenuto una concessione per la gestione di due dei cinque porti strategici ai lati del canale di Panama, il porto di Balboa sul lato Pacifico e il porto di Cristobal sul lato Atlantico. Questa concessione è stata rinnovata nel 2021 per un periodo di 25 anni. Attualmente operano a Panama oltre 40 aziende cinesi e gli investimenti non accennano a fermarsi in quanto è in costruzione il quarto ponte sul canale. 

Fonte Immagine: https://www.bbc.com/news/articles/c1km4vj3pl0o

L’espansione cinese nel Canale di Panama non è passata inosservata a Washington. Il Presidente Donald Trump ha infatti dichiarato, nel suo discorso di insediamento, l’intenzione degli Stati Uniti di riprendere il controllo strategico del Canale di Panama, affermando And we didn’t give it to China. We gave it to Panama, and we’re taking it back” (Non l’abbiamo dato alla Cina. L’abbiamo dato a Panama, e ce lo riprenderemo), e denunciando un trattamento iniquo riservato alle imbarcazioni battenti bandiera statunitense. Gli Stati Uniti, tradizionalmente garanti della sicurezza del canale, considerano la crescente presenza cinese una minaccia al proprio predominio regionale.

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Ciò che principalmente spinge la Cina ad operare nel canale di Panama sono motivazioni di tipo strategico ed economico. La Cina intende diversificare le proprie rotte commerciali e garantirsi una maggiore indipendenza rispetto alle tradizionali vie di navigazione controllate dagli USA. La modernizzazione dei terminal portuali è stata possibile nell’ottica del framework dettato dalla Belt and Road Initiative, cui il canale di Panama è incluso. Pechino mira a rafforzare la sua influenza economica su Panama attraverso investimenti strategici e collaborazioni commerciali, consolidando la sua posizione a discapito degli Stati Uniti.

Secondo il China Index che misura l’influenza complessiva della stessa Cina nei paesi del mondo, Panama è attualmente influenzata significativamente nei media, nel mondo accademico, nell’economia, nella tecnologia e nella società. Proseguendo in questo modo, la Cina potrebbe consolidare la sua presenza ma rischierebbe tensioni con Washington. A livello globale, ciò potrebbe rafforzare la posizione cinese nelle rotte commerciali marittime dando quindi seguito alla strategia di potenza continentalista con ambizioni di tipo navalista.

L’approccio cinese nel potenziamento delle infrastrutture ricorda le strategie adottate in Africa e Asia, mentre la risposta degli USA segue il modello storico di contrasto all’espansione di potenze emergenti, già applicato durante la Guerra Fredda per contenere l’URSS. Questa è caratterizzata da alleanze strategiche, aiuti economici e supporto militare a Panama volti a ridurre i legami con la Cina. 
Gli USA intendono mantenere la loro storica egemonia nell’area per garantire la sicurezza delle proprie rotte commerciali e la stabilità regionale, in conformità con il trattato Hay-Bunau Varilla. In quest’ottica sono state fatte pressioni sul governo Panamense da parte della Casa Bianca, giungendo al non rinnovo dell’adesione da parte di Panama alla Belt and Road Initiative. In un contesto simile e con queste premesse, la Cina riuscirà a consolidare la sua influenza nel Canale di Panama o gli Stati Uniti adotteranno misure per contenerne l’espansione economica?

Gli scenari che potrebbero svilupparsi sono i seguenti:

Scenario migliore (Best case): La cooperazione tra Panama e Cina continua con l’ingresso dell’attore statunitense. La Cina continua ad effettuare investimenti infrastrutturali coadiuvata dagli Stati Uniti, rafforzando l’economia panamense e spartendosi i benefici. Seguirebbe un aumento del traffico commerciale e la crescita economica dell’intera area. Il modo più probabile per cui si possa giungere alla realizzazione di questo scenario è tramite l’adozione di accordi bilaterali USA-Cina uniti ad una diplomazia economica prudente. Gli Stati Uniti dovrebbero essere aperti al dialogo, alla cooperazione e alla condivisione di parte del loro potere ovvero dovrebbero rinunciare a parte dell’influenza strategica nell’area. Ciò è poco probabile.

Scenario peggiore (Worst case): L’aumento dell’influenza cinese porta a tensioni con gli Stati Uniti, che potrebbero rispondere con misure economiche o militari. In questo scenario si presuppone che il governo panamense, nella figura del presidente Mulino, decida di continuare con lo status quoignorando quindi le ingerenze statunitensi. Questa situazione porterebbe ad un deterioramento delle relazioni USA-Panama e conseguentemente a delle restrizioni agli investimenti cinesi dovuti all’azione di Washington. Seguirebbe una grande destabilizzazione dell’area dovuta ad instabilità politica, minori investimenti esteri e maggiori rischi per la sicurezza del canale stesso. In un’escalation estrema si potrebbero verificare sanzioni economiche o addirittura una militarizzazione della zona. Per evitare che questo conduca ad un conflitto potenzialmente devastante sarebbe necessario l’intervento della comunità internazionale per ricercare un equilibrio tra le potenze al fine di evitare escalation. Questo scenario è altamente improbabile seppure non del tutto escludibile.

Scenario più probabile: La Cina continua ad operare all’interno del canale di Panama e ad effettuare investimenti. Gli Stati Uniti richiedono al Presidente panamense, di ridurre l’influenza cinese nell’area. Panama dichiara pubblicamente la propria fuoriuscita dal programma cinese “Belt and Road Initiative” alla scadenza dell’accordo ed esprime interesse per gli investimenti statunitensi nelle infrastrutture di Panama, promuovendo un rafforzamento delle relazioni tra i due paesi. Pechino potrebbe successivamente voler offrire incentivi economici a Panama per mantenere una presenza strategica nell’area dell’America centro-meridionale. In questo modo si avrebbe, nel breve termine, un ulteriore aumento degli investimenti cinesi, nel medio termine una risposta strategica da parte degli USA e nel lungo termine un possibile consolidamento della presenza cinese contemporaneamente a quella statunitense, se le tensioni geopolitiche non dovessero degenerare in conflitti diretti. Fondamentale sarà il ruolo di Panama nel cercare di mantenere un equilibrio tra le due superpotenze per evitare di compromettere le relazioni con Washington.

In conclusione, la situazione nel Canale di Panama rimane altamente complessa e difficilmente risolvibile nel breve periodo. La Cina punta a consolidare la propria influenza economica, mentre gli Stati Uniti intendono preservare il loro storico predominio strategico. Il governo panamense dovrà bilanciare con attenzione le pressioni delle due superpotenze per garantire stabilità economica e politica. Nei prossimi anni, il Canale di Panama continuerà a essere un punto nevralgico della competizione geopolitica globale, con sviluppi che dipenderanno dalle strategie adottate da Pechino, Washington e Panama.

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