Nel 2024 l’andamento degli scambi commerciali ha determinato un netto miglioramento del saldo commerciale dell’Italia, risultato positivo per 54,9 miliardi di euro (era +34 miliardi nel 2023).
Lo ha rilevato l’Istat, precisando che un contributo importante all’avanzo commerciale è legato alla forte riduzione del deficit energetico (-49,6 miliardi, da -65,1 miliardi del 2023), su cui ha inciso sia l’ulteriore flessione dei prezzi dei prodotti energetici (in particolare gas naturale ed energia elettrica) sia la riduzione dei volumi importati di questi prodotti.
Al netto della componente energetica l’avanzo commerciale ha raggiunto i 104,5 miliardi, in aumento rispetto al 2023 (+99,1 miliardi).
Il saldo commerciale
L’avanzo commerciale è una sintesi di un deficit commerciale con l’area Ue (-10,2 miliardi, da -11,6 miliardi nel 2023) e un surplus con l’area extra-Ue (+65,1 miliardi, da +45,6 miliardi nel 2023).
È rimasto ampiamente positivo il saldo commerciale dell’Italia con gli Stati Uniti (+38,9 miliardi di euro) seppure in riduzione rispetto al 2023 (+41,9 miliardi).
È sceso anche l’avanzo commerciale con la Francia (da +18,5 miliardi del 2023 a +16,6 miliardi del 2024), mentre è aumentato quello con Regno Unito (+19,4 miliardi, da +17,3 miliardi del 2023) e Svizzera (+14,5 miliardi nel 2024, da +12,5 miliardi dell’anno precedente).
È peggiorato il deficit commerciale con la Cina (-34,2 miliardi, da -29,5 miliardi del 2023). Si sono confermati su valori sostanzialmente analoghi a quelli del 2023 i saldi commerciali negativi con Germania e Paesi Bassi, mentre c’è stata una netta riduzione del deficit commerciale con i Paesi Opec (-6,9 miliardi, da -16,3 miliardi del 2023).
L’export
Se ci si limita a osservare soltanto i dati delle esportazioni, nel complesso del 2024 l’export in valore ha registrato una lieve flessione (-0,4%) soprattutto a causa delle minori vendite di autoveicoli (-16,7%), mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (-8,9%) e coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,4%).
Per contro, rilevanti apporti positivi sono derivati dalle maggiori vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti (+19,6%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+9,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,9%).
Sull’andamento dell’export in valore nel 2024 ha inciso il calo delle vendite dirette sui mercati Ue (-1,9%), in particolare verso Germania (-5,0%), Austria (-11,8%) e Francia (-2,1%), e di quelle dirette verso alcuni principali paesi partner extra-Ue, fra cui Cina (-20%) e Stati Uniti (-3,6%).
Viceversa, particolarmente dinamico è risultato l’export verso la Turchia (+23,9%) e, in misura minore, verso Paesi Opec (+6,6%), Spagna (+4,3%), Regno Unito (+5,3%) e Paesi Asean (+10,3%).
Dall’analisi per prodotto e Paese, è emerso che il maggiore contributo negativo all’export è legato alle minori vendite di articoli farmaceutici verso la Cina e di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) e di prodotti petroliferi raffinati verso gli Stati Uniti. Ulteriori contributi negativi sono dovuti alla riduzione delle vendite di autoveicoli verso la Germania e di articoli in pelle (escluso abbigliamento) verso la Svizzera.
Al contrario un contributo positivo all’export è derivato dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici verso Stati Uniti, Svizzera e Paesi Bassi e dall’aumento delle vendite di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici verso la Turchia.
L’import
Le importazioni in valore si sono ridotte invece del 3,9%, quasi totalmente a seguito della contrazione degli acquisti di petrolio greggio (-25,4%) e gas naturale (-24,4%). Sono aumentate invece le importazioni di articoli farmaceutici (+140,7%) e prodotti alimentari (+7%). L’analisi per prodotto e Paese ha mostrato che la flessione dell’import nell’anno è spiegata soprattutto dalla riduzione degli acquisti di petrolio greggio da Paesi Opec e Stati Uniti e di gas naturale dai Paesi Opec. Contributi positivi invece sono arrivati dai maggiori acquisti di articoli farmaceutici dagli Stati Uniti e di sostanze e prodotti chimici dalla Cina. (riproduzione riservata)
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