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Povertà educativa minorile, Fondo prorogato con 9 milioni fino al 2027


Per rispondere alle fragilità delle nuove generazioni e ridurre la dispersione scolastica, la legge di conversione del Milleproroghe 2025 conferma per un altro triennio l’operatività del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Previsto uno stanziamento di 3 milioni per ogni anno nel periodo 2025-2027.

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La nuova iniezione di risorse a favore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile arriva grazie alla legge di conversione del DL Milleproroghe 2025, che attualmente sta completando l’iter parlamentare con il passaggio alla Camera dei deputati. 

Si conferma così per il triennio 2025-2027 l’operatività dello strumento che finanzia interventi volti a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale all’educazione dei minori in Italia. Ecco dunque come funziona il Fondo per la povertà educativa e quali sono le ultime novità che lo riguardano.

Come funziona il Fondo povertà educativa?

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria, rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo, ed è gestito dall’impresa sociale Con i Bambini, società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. 

Istituito ufficialmente con la legge di stabilità 2016 (L. n. 208/2015), questo strumento si articola in un ventaglio di azioni volte alla prevenzione e alla lotta nei confronti del fenomeno della povertà educativa minorile, strettamente legato a quello della povertà economica: le due, infatti, si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. 

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In base ai dati dell’impresa sociale Con i Bambini, in Italia quasi 1 milione e 400 mila minori vivono in povertà assoluta e altri 2,2 milioni sono in povertà relativa. In questo contesto, vale la pena sottolineare che la crisi economica ha inciso fortemente sulle condizioni di vita di bambini e ragazzi. Fino al 2005 erano gli anziani le persone più indigenti, oggi invece la povertà assoluta aumenta al diminuire dell’età.

Tuttavia, la povertà educativa non è solo legata alle condizioni economiche, ma investe anche la dimensione emotiva e quelle della socialità e della capacità di relazionarsi con il mondo, incidendo sulla dimensione più generale dello sviluppo. In virtù di ciò, è necessario porre attenzione al tema della povertà educativamettere al centro il minore e promuovere il valore della comunità educante.

Tornando al Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, questo strumento è stato alimentato con circa 360 milioni di euro nel triennio 2016-2018. Poi, la legge di Bilancio 2019 ha confermato l’operatività del Fondo per il triennio 2019-2021 e il decreto Green pass (DL n. 105/2021) ha disposto una nuova estensione per il biennio 2022-2023. A questi due provvedimenti ha fatto seguito un’ulteriore proroga della durata del Fondo fino al 2024, stabilita dalla legge di Bilancio 2022.

Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile 2025-2027

L’ultimo tassello relativo al Fondo per il contrasto alla povertà educativa è stato introdotto dal decreto Milleproroghe, approvato dal Senato e in attesa del via libera definitivo alla Camera. Il provvedimento, in particolare, proroga il Fondo per il triennio 2025-2027, con un finanziamento di 3 milioni di euro annui.

Le risorse disponibili sono destinate a un contributo, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle fondazioni bancarie che effettuano versamenti al Fondo pari al:

  • 75% dei versamenti negli anni 2016, 2017, 2018;
  • 65% negli anni 2019, 2020, 2021, 2022 e 2023;
  • 75% per gli anni 2024, 2025, 2026 e 2027.

Il tax credit può essere utilizzato esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta nel quale lo stesso è stato riconosciuto.

L’agevolazione è assegnata, fino ad esaurimento delle risorse disponibili, pari a 100 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, a 55 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2022, a 45 milioni di euro per l’anno 2023; 25 milioni di euro per l’anno 2024 e 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027 in base all’ordine temporale con cui le fondazioni comunicano l’impegno a finanziare i progetti individuati secondo il protocollo d’intesa.

Ci sono anche delle novità rispetto a quanto stabilito per le annualità precedenti. In particolare, vengono eliminati due elementi: da un lato, la possibilità per le fondazioni bancarie di cedere i crediti di imposta ad intermediari bancari, finanziari e assicurativi; dall’altro, l’esenzione per i crediti di imposta dall’imposta di registro.

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Le fondazioni che intendono usufruire del credito d’imposta relativo al 2025 dovranno trasmettere all’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.a.) le delibere di impegno irrevocabile al versamento entro il 30 aprile 2025. Successivamente, l’Associazione comunicherà l’elenco delle fondazioni finanziatrici all’Agenzia delle Entrate, che entro 30 giorni assegnerà il tax credit.

Per approfondire: Milleproroghe: approvato il credito d’imposta ZLS 2025



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