Di seguito si propongono alcune riflessioni a partire dalla tesi di laurea dell’autrice, “Uno sguardo di genere sulle politiche urbane: progetti e politiche per la città femminista”, discussa a conclusione del corso di laurea in Amministrazioni e Politiche Pubbliche presso l’Università degli Studi di Milano.
I principali contenuti di tale lavoro sono stati raccontati in un precedente approfondimento pubblicato su Secondo Welfare, dedicato all’adozione di un approccio “gender mainstreaming” nella pianificazione urbana; quanto segue fa riferimento a un progetto concreto realizzato nella città di Milano.
Cosa è e come è nato l’Atlante di Genere
Il Milano Atlante di Genere, pubblicato nel 2021, rappresenta uno strumento innovativo per includere una prospettiva di genere nelle politiche urbane e di pianificazione. Nato nel 2019 dall’iniziativa autonoma delle architette e urbaniste Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, il progetto risponde alle esigenze di donne e minoranze di genere nella città, evidenziando questioni di sicurezza, accessibilità e inclusività.
Un elemento centrale che ha portato alla creazione dell’Atlante è stata la consapevolezza del gender data gap: un enorme vuoto di dati sulle questioni di genere. Per colmare questa mancanza, nel 2021 è stato diffuso il questionario online “Il genere e l’uso della città”, rivolto a tutti i generi, per raccogliere dati aggiornati e disaggregati su abitudini, percezioni e bisogni, al fine di costruire un profilo accurato della popolazione locale.
Dal questionario è emerso che ci sono luoghi specifici in cui le donne si sentono più a disagio nella città di Milano, come le stazioni dei treni, le stazioni dei passanti ferroviari, le linee di bus 90 e 91, i sottopassaggi. Inoltre, i/le rispondenti hanno indicato che una buona illuminazione e la presenza di negozi aperti migliorano significativamente la sensazione di sicurezza, mentre l’efficacia di forze armate e telecamere risulta meno rilevante.
Questo approccio, che considera la sicurezza urbana una questione politica, punta alla creazione di spazi condivisi e reti di sostegno per smantellare oppressioni strutturali.
I settori e gli strumenti di policy
Milano Atlante di Genere si presenta come uno strumento teorico e operativo che combina mappature geolocalizzate con dati statistici e testimonianze dirette.
L’Atlante esamina cinque temi principali:
- Sfera simbolica: rappresentazioni e memoria dello spazio pubblico.
- Usi della città: come i diversi gruppi utilizzano lo spazio urbano.
- Violenza e insicurezza: analisi delle aree critiche.
- Sex work: mappatura e comprensione delle dinamiche locali.
- Sanità e prevenzione: accessibilità e offerta di servizi dedicati.
Questi sono analizzati attraverso interviste, incontri pubblici e una mappatura partecipativa, con l’obiettivo di orientare le politiche pubbliche locali e di tradurre le pratiche bottom-up in azioni istituzionali.
Lo scopo dell’Atlante è stato, fin da subito, quello di fornire alle amministrazioni pubbliche locali uno strumento per orientare le politiche sulle pari opportunità, evidenziando i punti di forza, le lacune, i bisogni insoddisfatti e le iniziative dal basso, e facendo luce sulle questioni chiave identificate dal progetto. Si auspica così un dialogo aperto con le istituzioni per sviluppare scenari progettuali rispondenti ai bisogni di una società in trasformazione.
Coinvolgimento degli attori
Sviluppato come un atlante cartaceo, confluito in una pubblicazione, il Milano Atlante di Genere è stato finanziato grazie alla partecipazione delle due architette ad un bando dell’Urban Center del Comune di Milano prima della pandemia di Covid-19, ed è stato sviluppato in maniera autonoma dalle due autrici, che si sono poi interfacciate con i diversi interlocutori istituzionali e associativi per dare visibilità al lavoro. In questo contesto, l’Atlante incentiva la partecipazione diretta delle cittadine e il contributo di esperti di settore.
Sebbene il Comune di Milano abbia finanziato la ricerca e la pubblicazione, ha lasciato molta autonomia alle autrici nello sviluppo del progetto. In seguito, l’interesse è stato discontinuo, e l’amministrazione non ha ridefinito le sue priorità di policy in base ai risultati dell’indagine. Nel tempo, tuttavia, alcuni assessorati hanno mostrato interesse per i risultati e hanno contribuito all’integrazione di alcune indicazioni nel dibattito politico locale.
La creazione dell’Atlante ha anche richiesto il coinvolgimento di esperti e policy advisors che hanno aiutato a strutturare e orientare il percorso, definendo priorità e indirizzi di policy sia sul tema della sostenibilità urbana che dell’integrazione di genere.
Conseguenze e sviluppi di Milano Atlante di Genere
L’esperienza dell’Atlante ha portato alla nascita di alcuni percorsi partecipativi che hanno cercato di coinvolgere le cittadine e anche altri esperti e esperte. Un esempio chiave sono le camminate esplorative di Her Walks, che rappresentano una pratica metodologica innovativa che coinvolge donne, esperti/e e amministrazioni nella valutazione in loco di elementi che influenzano la percezione di sicurezza e la fruibilità degli spazi pubblici, come l’illuminazione, l’arredo urbano, l’accessibilità e la presenza di verde urbano.
La prima camminata esplorativa è stata organizzata nel quartiere Niguarda e vi hanno partecipato Andreola e Muzzonigro insieme all’ Assessora al Decentramento, Quartieri e Partecipazione, Servizi Civici Generali Gaia Romani. Questo evento ha permesso di verificare direttamente le problematiche del quartiere e ha stimolato un dialogo concreto tra cittadini/e, professionisti/e e amministrazioni. Her Walks si è rivelata una modalità efficace sia per raccogliere riscontri immediati sia per sensibilizzare i partecipanti e creare una comprensione condivisa delle problematiche di genere nella pianificazione urbana.
È anche grazie alla camminata partecipativa che, nel maggio 2024, il Comune di Milano ha lanciato il progetto “Per strada più libere”, un percorso partecipativo di ascolto rivolto alle donne e alle soggettività queer per migliorare la sicurezza urbana, il progetto è realizzato in collaborazione con Avventura Urbana e Sex & the City, ed è inserito fra le principali azioni messe in campo dal Comitato strategico per la sicurezza urbana e la coesione sociale.
La partecipazione delle donne emerge quindi come un elemento fondamentale per guidare decisioni urbanistiche che rispondano realmente alle esigenze quotidiane di chi vive la città, suggerendo interventi di manutenzione e ristrutturazione che rendano gli spazi pubblici più sicuri e inclusivi. Questa metodologia, inizialmente concepita come sperimentale, ha mostrato il suo potenziale come strumento replicabile e adattabile in diversi contesti urbani, e l’Atlante è stato riconosciuto dall’EIGE come esempio di best practice. Le camminate non solo raccolgono feedback immediati, ma sensibilizzano anche i partecipanti, favorendo una comprensione condivisa delle problematiche di genere nella pianificazione urbana e promuovendo un processo partecipativo che integra attivamente le esperienze delle donne nella costruzione di una città più accessibile e sicura per tutte e tutti.
Tuttavia, la sfida della strutturazione e della continuità di queste iniziative resta aperta. Nonostante il successo di queste azioni partecipative, manca ancora un’integrazione strutturale e duratura nel sistema istituzionale. Le fondatrici di Sex & the City e le partecipanti hanno espresso preoccupazioni riguardo al rischio che alcune attività, come le camminate, rimangano simboliche senza tradursi in interventi concreti e continuativi. La replicabilità e la crescita del modello rappresentano, però, un’opportunità importante. L’interesse suscitato in altre città italiane, come Parma e Bologna, dimostra che l’Atlante di Genere può fungere da modello trasferibile.
In conclusione, il processo bottom-up che ha caratterizzato l’implementazione di queste iniziative rappresenta una forza fondamentale per il cambiamento, ma necessita di un impegno istituzionale più strutturato e continuo. Le istituzioni, infatti, devono passare dal coinvolgimento della comunità per rendere questi interventi una componente stabile delle politiche urbane.
Bibliografia
- Andreola F. e Muzzonigro A. (2021), Milan Gender Atlas/Milano Atlante di Genere, Siracusa, LetteraVentidue.
- Andreola F. e Muzzonigro A. (2021), Sex & the City. Fra autodeterminazione di genere e governo della città, in “Tracce Urbane”, n. 9.
- Andreola F. e Muzzonigro A. (2023), Reclaiming care: Bottom-up feminist space in Milan, in “The Grand Last Tour. Contemporary phenomena and strategies of living in Italy”, pp. 213-217.
- Comune di Milano, Avventura Urbana, Sex & the City (2024), x strada + libere. Ascoltare le donne per una Milano più sicura. Report generale di progetto.
- Moreno C. (2024), La città dei 15 minuti. Per una cultura urbana democratica, Torino, Add Editore.
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