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«Il nucleare costa troppo, la quarta generazione è lontana, costo del solare -10% l’anno» – Italia Libera


La prima diga solare è in costruzione sul Ticino, con 382 moduli fotovoltaici da 430 W. L’impianto avrà una potenza installata totale di 164 kWp, per produzione stimata di 153 MWh all’anno (foto Shutterstock)

Nell’audizione di ieri in Parlamento alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, il premio Nobel per la Fisica non ha usato mezzi termini: «Bisogna certamente investire in ricerca per il nucleare di quarta generazione e avere un occhio puntato sul futuro, ma pensare di poter fare investimenti adesso mi pare azzardato». Per poi aggiungere: «La tecnologia solare oggi costa sempre meno, il costo cala del 10% l’anno, e in Italia abbiamo molto sole e superfici da utilizzare in città e in campagna. Anche l’eccesso di produzione di giorno e il crollo di notte delle rinnovabili si possono affrontare con sistemi di accumulo o di power-to-gas usando l’elettricità per produrre idrogeno»


“Hualong one”, reattore nucleare di terza generazione, in provincia di Fujian nel Sud est della Cina

ROMA, 20 FEBBRAIO 2025 (Red) — Convocato nell’ambito dell’indagine conoscitiva del parlamento sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi ieri è andato dritto al punto: «Qualcuno pensa, non so come, che il nucleare possa essere una fonte alternativa da attaccare all’elettrico da rinnovabili; sfortunatamente no, non è così», avverte Parisi. «Il nucleare ha una flessibilità estremamente bassa, una centrale nucleare è costretta a produrre la stessa quantità di energia di giorno e di notte». 

Il professor Parisi si è soffermato sul nucleare di quarta generazione: «Il nucleare di quarta generazione è estremamente interessante e bisogna certamente investire in ricerca e avere un occhio puntato sul futuro, ma pensare di poter fare investimenti adesso mi pare azzardato». Ha poi aggiunto: «queste centrali nucleari hanno il problema degli impianti, che vengono raffreddati con metalli a circa 600 gradi e possono dunque causare problematiche ai condotti idraulici, per cui non è detto che le cose funzionino».

Il più grande tetto solare del mondo sui capannoni industriali in Cina

«La tecnologia solare oggi costa sempre meno, il costo cala del 10% l’anno, e in Italia abbiamo molto sole e superfici da utilizzare in città e in campagna. Anche l’eccesso di produzione di giorno e il crollo di notte delle rinnovabili si possono affrontare con sistemi di accumulo o di power-to-gas usando l’elettricità per produrre idrogeno». «Da ultimo − aggiunge Parisi, nella sintesi testuale dell’agenzia “Dire” e di “Public Policy” che citiamo −, l’Italia ha una grandissima risorsa geotermica che potremmo usare, così come sarebbe il caso di investire nella rete elettrica per renderla ‘smart’ e di rinnovare le turbine idroelettriche perché producano di più».

«Su scala europea – ha proseguito Parisi – l’Italia, la Grecia e la Spagna sono i migliori paesi dove installare il solare, per cui sarebbe una politica insensata installare il solare in Germania e il nucleare in Italia». «In Italia – ha aggiunto il premio Nobel – abbiamo anche problemi che non sappiamo risolvere: sono tantissimi anni che si parla di di un deposito nazionale per le scorie nucleari ma non siamo riusciti neanche a stabilire dove realizzarlo. Un paese come il nostro deve puntare sul solare, perché in Italia è molto più produttivo e competitivo di altri».

«Il grandissimo difetto dei pannelli fotovoltaici − annota con rigore il professor Parisi − è che producono di giorno e non di notte» ma «il nucleare non risolve questo problema che avremo in futuro, anche se un futuro non così vicino». Parla invece di una tecnologia che questo problema lo risolve: «il costo degli accumulatori è enormemente diminuito, e se ci fosse un eccesso a metà giornata si potrebbe usare per produrre gas come l’idrogeno». Soprattutto, però,«l’opzione nucleare va valutata quando la tecnologia sarà disponibile, ora è solo su carta», stigmatizza Parisi.

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«L’Italia deve investire nel geotermico, nella smart grid, per l’aggiornamento delle turbine elettriche che lavorino alla Penelope portando su l’acqua di giorno e giù di notte, e approntare una normativa per facilitare installazione solare», ha precisato il premio Nobel. Per poi concludere: «Ci sono tantissime altre cose su cui possiamo fare investimenti non solo per quanto riguarda la produzione di energia, ma anche sul fronte del risparmio energetico, per renderlo più efficiente del passato». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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