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Dazi sulle auto europee: per gli USA sono uno…


Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’imposizione di dazi sulle importazioni di automobili, con valori a partire da circa il 25% e potenzialmente a salire nel corso dell’anno. Nonostante questo, vediamo pochi movimenti di prezzo per i titoli delle case automobilistiche europee. Si prevede che Trump comunicherà ulteriori informazioni su questa serie di dazi il prossimo 2 aprile.

Riteniamo che questo annuncio rientri nella strategia dell’amministrazione Trump per equiparare i dazi automobilistici degli Stati Uniti con quelli dell’Unione Europea. Attualmente l’UE impone un dazio del 10% sulle importazioni di veicoli, mentre gli Stati Uniti ne applicano uno del 2,5% sulle importazioni di autovetture e del 25% su quelle di pick-up.

Tutto questo si riflette nei modelli prodotti negli Stati Uniti dalle case automobilistiche europee. Se gli Stati Uniti dovessero imporre tariffe all’importazione del 25%, sarebbe un livello troppo alto per la maggior parte delle case automobilistiche europee per poterli trasferire ai consumatori. Dati i loro già bassi margini di profitto, le case automobilistiche europee hanno poco spazio di manovra per assorbire un dazio di questo tipo. Una decisione in tal senso, costringerebbe i produttori di automobili ad adeguare o espandere la capacità produttiva esistente negli Stati Uniti per mantenere la propria quota di mercato.

Le aziende europee puntano ad aumentare la produzione negli USA

Alcune case automobilistiche europee si sono già impegnate ad investire in modo significativo nella produzione negli Stati Uniti. Volkswagen VOW3 ha annunciato l’intenzione di raddoppiare la propria quota di mercato negli Stati Uniti, sostenuta da continui investimenti. L’azienda ha già investito fino a USD5,8 miliardi nella sua joint venture con l’azienda statunitense Rivian e circa USD2 miliardi nell’impianto di produzione di Scout, che raddoppierà la produzione attuale negli Stati Uniti.

Stellantis STLAM, che dispone di una notevole capacità in Messico per supportare le sue vendite negli Stati Uniti, ha recentemente annunciato investimenti negli USA per un totale di circa USD5 miliardi. Per tenere conto di ciò, abbiamo previsto un tasso di investimento superiore alle previsioni.

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BMW al top nelle esportazioni negli USA

La maggior parte delle case automobilistiche europee ha già una notevole capacità produttiva negli Stati Uniti. Tuttavia, la produzione statunitense consiste principalmente nei modelli più grandi, mentre quelli più economici vengono importati. BMW BMW, per esempio, produce e vende circa 400.000 veicoli negli USA. Tuttavia, la capacità produttiva è concentrata sui modelli X, più grandi e di maggior valore. Pertanto, circa la metà dei veicoli venduti negli Stati Uniti è prodotta negli Stati Uniti (stimiamo che più della metà dei ricavi e della redditività di BMW provenga da veicoli prodotti localmente). L’altra metà della produzione statunitense viene esportata. In effetti, nel 2023 BMW è stata la maggior esportatrice di veicoli negli Stati Uniti, in termini di valore commerciale.

Gli USA rischiano di subire perdite dalle esportazioni di veicoli

Mercedes MBG persegue una strategia simile e si concentra sulla produzione di light truck negli USA. Secondo le nostre stime, nel 2023 poco meno del 20% del volume delle esportazioni statunitensi di autoveicoli è stato prodotto da case automobilistiche europee all’interno di fabbriche situate nel territorio degli Stati Uniti. Pertanto, gli Stati Uniti potrebbero perdere notevoli entrate dalle esportazioni di auto se l’UE decidesse di rispondere aumentando i dazi sulle importazioni USA.

Volkswagen più vulnerabile ai dazi

Mercedes e BMW, che hanno grandi capacità di esportazione, hanno la possibilità di diversificare la gamma di veicoli prodotti negli Stati Uniti, anche se al prezzo di minori esportazioni e di una probabile minore produttività. Anche se la produzione di Scout di Volkswagen dovesse entrare in funzione nel 2026, riteniamo che l’azienda sia attualmente la più vulnerabile all’aumento delle tariffe statunitensi. In primo luogo, i marchi di fascia alta Audi e Porsche non hanno impianti di produzione negli Stati Uniti. In secondo luogo, l’azienda produce negli Stati Uniti solo alcuni modelli del suo marchio VW, che rappresenta circa il 40% delle sue vendite negli Stati Uniti.

L’autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.



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