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Turismo: tra beauty e Oscar, Crema è internazionale


CREMA – Da quando si è scoperta femme fatale, capace di sprigionare un magnetismo di portata globale, si è fatta anche un po’ civetta. Così, ora, Crema si rimira allo specchio e si chiede come apparire più bella, più attraente, più seducente… in vista di una possibile carriera da star del turismo. Ma adesso la ex Cenerentola, trasformata in principessa da Luca Guadagnino al gran ballo di Call me by your name, può contare su un intero team di curatori d’immagine: gli specialisti dell’organizzazione di destination management Visit Cremona, che hanno messo a punto un piano strategico di sviluppo turistico non solo per la città capoluogo, ma anche per le altre sorelle del comprensorio sotto le luci della ribalta.

Gli esperti non hanno dubbi: il territorio cremasco deve puntare tutto sul richiamo del film premio Oscar, ben lungi dall’aver esaurito il proprio impatto, e sulle potenzialità inespresse del cosmo cosmetico, che ha in Crema una delle stelle più luminose del beauty system. Una doppia direzione tracciata con precisione e convinzione, ieri sera in sala dei Ricevimenti, da Stefano Soglia, consulente e docente di sviluppo turistico, Susanna Fiorentini, tourist manager, ed Elisa Carelli, marketing manager di Rei Reindustria Innovazione, realtà che coordina il grande ‘progetto turismo’ di respiro provinciale. Proiettato in una dimensione non semplicemente nazionale, ma internazionale anche per effetto dello slancio potenziale impresso da iniziative marcatamente identitarie indirizzate — tra l’altro — alla promozione dell’artigianato musicale e in primis dell’arte granaria, allo sviluppo della vocazione cicloturistica e alla valorizzazione del patrimonio storico-architettonico della città e delle campagne.

Crema ha esperienze (al plurale) da vendere. Lo hanno sottolineato a più riprese gli incaricati della presentazione del piano strategico. Partendo da quel profilo che è emerso con chiarezza dall’attività di analisi curata nella seconda metà del 2024 dall’Università Cattolica del Sacro Cuore: il Cremasco è una destinazione bleisure, frequentata cioè tanto dai businessman quanto dai leisure traveller, turisti a caccia di svago e alla ricerca di bellezza. L’indagine sullo stato dell’arte del turismo in terra cremasca — condotta attraverso interviste, incursioni di ‘agenti’ in incognito, confronto di informazioni sul web e studio dei big data — ha messo in risalto tanto i punti di forza quanto le fragilità. Sorprende un dato, su tutti: le presenze nelle strutture ricettive del Cremasco sono cresciute solo del 5% nell’arco di un decennio, passando dalle 120mila del 2013 alle 126mila del 2023.

«Cifre solo in apparente contraddizione con il boom di visitatori indotto dal successo di Cmbyn — ha spiegato Soglia —, perché restano pochi i cineturisti che scelgono di pernottare nel territorio». Una rilevazione che racchiude un’importante opportunità, specialmente in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina, tra un anno esatto. «La modalità di spostamento preferita per raggiungere Crema dalle città limitrofe rimane l’automobile, perché il trasporto pubblico è reputato poco efficiente — hanno rimarcato gli specialisti del destination management —. Sono positivi gli indicatori degli affitti brevi, così come le tariffe registrate nelle strutture ricettive, con un valore medio di 139 euro. Le recensioni e i commenti dei turisti sui canali online restituiscono un’immagine positiva della città, ma sui marketplace digitali il territorio è quasi inesistente. Secondo la comunità locale la crescita deve passare attraverso l’ideazione di una campagna di comunicazione ad hoc e l’organizzazione di eventi di forte richiamo».

Alla presentazione del piano strategico ha partecipato anche l’assessore alla Cultura Giorgio Cardile. Consapevole che la bellezza naturale di Crema abbia bisogno di un sapiente make-up: «È il momento di garantire il salto di qualità — ha detto — scommettendo sull’intreccio quasi organico fra cultura e tessuto imprenditoriale. La cosmesi va considerata la ciliegina sulla torta della nostra bellezza». E ha aggiunto: «Se la carenza di collegamenti è senza dubbio uno svantaggio, d’altro canto l’isolamento di Crema ha permesso alla comunità di coltivare tante particolarità che, nel tempo, sono divenute elementi di riconoscibilità. Ora uno dei temi più sfidanti è quello del collegamento con il resto della provincia, al di là degli individualismi che non fanno bene a nessuno. Perché è solo il lavoro di sinergia che può premiarci».

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