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economia regionale tra crescita e sfide – OrvietoLife


Grande partecipazione alla Camera di Commercio dell’Umbria per la presentazione del report annuale sull’andamento dell’economia regionale. L’evento, intitolato “L’economia umbra e i bilanci delle imprese”, ha visto la partecipazione del presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Francesco De Rebotti, e di esperti economici come Federico Sisti (Segretario Generale della Camera di Commercio dell’Umbria), Luca Ferrucci (Università degli Studi di Perugia) e Paolo Guaitini (Banca d’Italia di Perugia).

Il report evidenzia come l’Umbria abbia attraversato un quinquennio di crescita, con un aumento significativo degli investimenti aziendali. Le imprese umbre non sfigurano nel confronto con la media nazionale e con le vicine Marche e Toscana. Tuttavia, permangono criticità legate alla produttività e al declino demografico, fattori che rischiano di frenare lo sviluppo economico.

Investimenti in crescita

Uno degli aspetti più positivi riguarda l’aumento degli investimenti: tra il 2019 e il 2023, l’Umbria ha registrato un incremento del 37,4% nelle immobilizzazioni totali, superando la media nazionale (27,6%) e le vicine Marche (26%) e Toscana (29,6%). Questo dato dimostra la forte propensione delle imprese umbre a investire in infrastrutture, macchinari e innovazione.

Settori trainanti e specializzazioni

I comparti che hanno registrato le migliori performance sono l’industria alimentare, la meccanica strumentale e il settore delle costruzioni. Quest’ultimo, in particolare, ha visto un incremento del valore aggiunto del 21,5% dal 2019 e un aumento dell’occupazione del 2,4% nel 2024. Il settore manifatturiero, pur crescendo, ha registrato un incremento degli investimenti inferiore rispetto alle regioni limitrofe, il che potrebbe penalizzarne la competitività a medio termine. Nel quinquennio considerato, gli investimenti del comparto sono cresciuti del 26,9%, meno rispetto al 28,8% delle Marche e al 30,1% della Toscana.

Produttività e redditività delle imprese

Nonostante l’aumento degli investimenti, la produttività per addetto in Umbria resta inferiore alla media nazionale. Nel 2023, il valore aggiunto per addetto ha raggiunto i 59.505 euro, ancora distante dai livelli della Toscana (65.883 euro). Tuttavia, la redditività delle imprese umbre mostra segnali incoraggianti, con un ROI del 4,0% e un ROE del 6,6% nel 2023.

La sfida demografica

Uno dei problemi più gravi evidenziati dal report è il declino demografico. Nel 2024, il saldo naturale è stato negativo per oltre 6.000 unità e il tasso di anzianità della popolazione umbra è tra i più alti d’Italia. Se non affrontata con adeguate politiche di sostegno alla natalità e attrazione di giovani lavoratori, questa tendenza rischia di compromettere la crescita economica regionale.

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Il peso del costo del lavoro e dell’energia

Tra i fattori che incidono sulla competitività delle imprese umbre vi sono i costi del lavoro e dell’energia. Ad esempio, Acciai Speciali Terni sostiene spese energetiche per 260,6 milioni di euro, pari all’11,4% dei costi di produzione, mentre il costo del lavoro incide per il 5,3%. Analogamente, il settore agroalimentare e quello manifatturiero affrontano costi elevati che influenzano le strategie di investimento e la competitività.

Il report della Camera di Commercio dell’Umbria delinea un quadro complesso, fatto di luci e ombre. La regione ha mostrato una buona capacità di attrazione degli investimenti e un miglioramento della redditività aziendale, ma resta il problema della produttività e dell’invecchiamento della popolazione. La stabilizzazione dei tassi di interesse sui prestiti potrebbe favorire ulteriori investimenti, ma servono politiche pubbliche mirate per sostenere la crescita e garantire un futuro economico solido per l’Umbria.

La Camera di Commercio dell’Umbria sottolinea l’importanza di strategie mirate per affrontare le sfide future. Investimenti in formazione, innovazione e infrastrutture saranno fondamentali per mantenere il trend di crescita. Solo attraverso un approccio integrato tra imprese, istituzioni e università sarà possibile garantire un futuro solido per l’economia regionale.





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