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Bologna, il Comune compra il Dopolavoro ferroviario investendo 2,2 milioni di euro: «Ecco come diventerà in due anni»


di
Fernando Pellerano

I cantieri entro la fine dell’anno, il Comune spenderà 11 milioni di euro per rilanciarlo. Nuovo accesso da Matteotti e un campo da padel

Il Dopolavoro Ferroviario di via Serlio è ora di proprietà comunale. Dopo 50 anni di trattative — la prima offerta di Palazzo d’Accursio avvenne nel 1974 — l’area di 41 mila metri quadrati passa di mano. Da FS Sistemi Urbani al Comune, per una cifra di circa 2,2 milioni di euro. La città continua così nella sua opera di ricucitura delle diverse aree periferiche settentrionali, operando sul quadrante Stalingrado/Serlio/Trilogia del Navile nel cuore della Bolognina. Ieri la presentazione congiunta dell’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani, e del direttore generale, Valerio Montalto, quindi ci sarà un passaggio in consiglio comunale e il 6 marzo il rogito.

A maggio inizierà l’attività di progettazione con gli interventi che insisteranno solo sulla parte monumentale, vincolata dalla Sovrintendenza. L’inizio dei lavori è previsto a fine anno, il collaudo nel dicembre del ’27. «Si tratta di un momento storico, adesso comincia una nuova storia per il DLF», ha commentato Laudani ripercorrendo le varie tappe dell’affaire, prima legato alla stazione di Isozaki non realizzata e poi all’ultima proposta del Comune a FS. «Ormai siamo una macchina rodata per realizzare delle infrastrutture in tempi stretti», ha sottolineato Montalto, «una tale determinazione a fare e a raggiungere degli obiettivi non è affatto scontata in un ente pubblico».




















































Il DLF, luogo di grande valore storico e affettivo, assai frequentato grazie agli esercizi ricreativi, sportivi, culturali che si sono insediati negli ultimi decenni – dal Locomotiv al Kinotto, dal Fuori Orsa a Pizza Artist (ora sotto curatela giudiziaria dopo l’inchista penale e il sequestro che hanno coinvolto il proprietario), passando per l’Arena Puccini, gli impianti sportivi e altre realtà: tutte con contratti di affitto ‘in proroga’ che andranno ricontrattati – sarà riqualificato nel suo asse monumentale e poi gestito dal Comune, che si confronterà con gli attuali operatori e la cittadinanza: primo appuntamento in assemblea pubblica il 27 marzo alle 17.30 in quartiere.

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L’intervento rientra nei sei progetti dei Piani Urbani Integrati, con fondi Pnrr per la rigenerazione urbana, per un ammontare di oltre 115 mln di cui 57 per l’ex Ravone. L’investimento totale sul DLf è di 11,1mln di cui 2,2 per l’acquisto, 6,5 per la riqualificazione dell’area vincolata e il resto per altre voci di spesa (progettazione, azioni immateriali, imprevisti).Verrà così rifunzionalizzata l’Arena Puccini, col recupero delle due esedre esterne, della torre scenica e del palcoscenico; restaurata la fontana sul viale d’accesso; nuove pavimentazioni e cura del verde negli spazi esterni; realizzata la rete dei sottoservizi. Un’importante novità riguarda un terzo accesso al DLF: oltre a quello di via Serlio e di via Stalingrado (con tanto di servitù di passaggio e mantenimento del parcheggio) si aggiungerà quello da via Matteotti che, costeggiando il liceo Sabin, sbucherà fra il retro dell’Arena Puccini e la palestra ‘dei tessuti’ (un’altra delle tante realtà presenti). A questo proposito l’ingresso del Locomotiv potrebbe essere spostato sul fronte opposto di quello attuale.

Sono previsti nuovi bagni nel parco, così come (forse) la realizzazione di una tribuna per il campo da calcio che insieme ad altri tre campi da calcetto, 5 da tennis e quelli da beach volley caratterizza l’area dal punto di vista sportivo. Il campo da bocce potrebbe essere dedicato al paddle: ma il condizionale è d’obbligo. Al momento non è previsto invece alcun intervento su altri edifici posti fuori dall’area monumentale, ma vincolati comunque dalla Sovrintendenza, come l’’officina’ del Fuori Orsa, la centrale termica ora utilizzata dall’associazione Astrofili, la palazzina del Kinotto e la tettoia accanto (ma prima o poi bisognerà metterci mano). Ora sarà importante dare continuità alle attività presenti, cantieri permettendo: è quasi certo che l’Arena Puccini nel ’26 resterà chiusa.

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