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Quando (e come) la Costa Smeralda incontrò il sogno di Aga Khan — idealista/news


La Costa Smeralda è da sempre sinonimo di un lusso che, insieme alle bellezze naturali incontaminate, ha contribuito a creare il mito di un luogo immaginario, desiderato da molti. Una fama che ha fatto conoscere al mondo un angolo di costa sarda, grazie all’intervento visionario del principe Karim Aga Khan IV tra gli anni ’50 e ’60. A creare il sogno della Costa Smeralda da parte dell’Aga Khan è stato un approccio in grado di combinare elementi diversi come sviluppo turistico, rispetto per l’ambiente e architettura integrata nel paesaggio. Ed è così che l’Aga Khan ha trasformato una regione poco conosciuta in una delle destinazioni più esclusive al mondo.

Le origini del progetto Costa Smeralda voluto dall’Aga Khan

La storia della Costa Smeralda ha inizio negli anni ’50 come una sorta di favola moderna. Protagonista indiscusso, infatti, è il principe Karim Aga Khan IV, diventato famoso anche per essere il marito dell’attrice Rita Hayworth. La sua storia con la Sardegna, però, inizia durante una crociera nel Mediterraneo. In quell’occasione, infatti, rimane affascinato dalla bellezza selvaggia della costa nord-orientale, una zona che, in quel periodo, è poco sviluppata e sconosciuta al turismo internazionale. Proprio per questo, dunque, l’Aga Khan riconosce il suo potenziale, edilizio e turistico. 

Realizzare questa visione, però, richiede del tempo e si deve attendere il marzo 1962 per iniziare a dare forma al progetto. In questo periodo, infatti, il principe, insieme a un gruppo di investitori internazionali, fonda il Consorzio Costa Smeralda. Tra i soci fondatori figurano personalità come John Duncan Miller, Patrick Guinness, Felix Bigio, André Ardoin e René Podbielski. L’obiettivo di questa realtà è sviluppare un’area di circa 3.000 ettari, creando infrastrutture e servizi di alta qualità. 

Tutto con lo scopo di attrarre un turismo d’élite. Per questo motivo il progetto prevede la costruzione di hotel di lusso, ville private, porti turistici e strutture ricreative. La zona interessata a questa ondata di sviluppo, però, fu comunque protetta da eventuali eccessi e speculazioni. Un’attenzione che rappresenta un punto di forza per il progetto stesso, visto che la sua unicità risiede proprio nella bellezza incontaminata del luogo.

Qual era la visione dell’Aga Khan per la Costa Smeralda

Partendo da una fascinazione iniziale, la visione dell’Aga Khan per la Costa Smeralda si è dimostrata dettagliata, attenta e, soprattutto, basata su alcuni principi fondamentali. Questi, senza ombra di dubbio, i più importanti:

  • Architettura integrata nel paesaggio: preservare l’armonia con l’ambiente naturale è fondamentale. Per questo motivo l’Aga Khan coinvolge architetti di fama internazionale come Luigi Vietti, Jacques Couëlle, Michele Busiri Vici e Antonio Simon Mossa. Questi professionisti scelgono di adottare uno stile architettonico che trae ispirazione dalle tradizioni locali. Fondamentale, dunque, è l’utilizzo di materiali tipici della regione. Oltre a questo, poi, gli edifici si dovevano integrare perfettamente con il paesaggio circostante. 
  • Sviluppo sostenibile e rispetto per l’ambiente: l’Aga Khan era consapevole di quanto fosse importante preservare l’ecosistema locale. Per questo motivo accetta un piano di sviluppo definito da linee guida piuttosto rigorose per garantire che le costruzioni non deturpino il paesaggio naturale. 

L’ultimo aspetto essenziale di questo progetto è, ovviamente, attrarre un turismo di lusso, altamente selezionato tra l’aristocrazia, protagonisti del jet set internazionale e, ovviamente, i divi di Hollywood. Per questo motivo, oltre agli hotel di lusso, vengono realizzate infrastrutture come porti turistici per yacht, campi da golf, centri ippici e boutique di alta moda. Porto Cervo, progettato da Luigi Vietti, diventa il cuore pulsante della vita mondana della Costa Smeralda, ospitando eventi culturali e sociali di rilievo internazionale.

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Perché si chiama Costa Smeralda?

Dal momento in cui il progetto è definito, la zona interessata vien chiamata Costa Smeralda. Un nome che, prima di quel momento, non era mai stato attribuito a quel tratto di costa. Ma perché si chiama Costa Smeralda? Chi, dunque, lo ha ideato e da cosa è stato ispirato? La nuova denominazione è legata alla figura di Giuseppe Mentasti, uno dei primi collaboratori dell’Aga Khan, proprietario dell’Isola di Mortorio e dell’acqua San Pellegrino. 

Durante le fasi iniziali del progetto, infatti, è proprio lui a proporre, insieme all’architetto Luigi Vietti, la denominazione Costa Smeralda in onore di sua figlia, Esmeralda. Il nome, poi, è indubbiamente evocativo e richiama le tonalità verde smeraldo delle acque cristalline che bagnano la costa. 

Il lascito dell’Aga Khan in Costa Smeralda

Dall’inizio degli anni sessanta è trascorso molto tempo. Un periodo in cui la Costa Smeralda ha continuato a rimandare bagliori del suo fascino. Oltre a questo, però, i diversi decenni hanno anche permesso di innescare riflessioni e analisi sul lascito dell’Aga Khan nella zona. 

Sicuramente il suo impatto va ben oltre lo sviluppo turistico. La sua visione, infatti, ha trasformato l’economia locale, creando opportunità lavorative e promuovendo la Sardegna come meta di turismo internazionale. Secondo uno studio del Cipnes Gallura e dell’Università di Olbia, infatti, il sistema economico originato dall’Aga Khan genera un valore annuale di circa 557 milioni di euro. Un risultato ottenuto anche grazie a dei costanti investimenti in infrastrutture, formazione e promozione del territorio.



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