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Emilia-Romagna, ticket sui farmaci per Isee sopra i 35.000 euro. La manovra di de Pascale sulla sanità, sindacati in allarme


di
Daniela Corneo

L’ipotesi a cui sta lavorando viale Aldo Moro: la manovra entro marzo porterebbe 70 milioni nelle casse della Regione. Cgil e Cisl: «Preoccupati per lavoratori e pensionati, ora de Pascale ci incontri»

Entro marzo arriva la manovra di viale Aldo Moro sui ticket sanitari che introdurrà per la prima volta un contributo anche per quei farmaci da ricetta rossa, come l’antibiotico per esempio, per quelle fasce di reddito che siano ritenute in grado di sostenere la spesa di pochi euro su ciascuna scatola di farmaco prescritta dal proprio medico di base. 

L’ipotesi che era stata affacciata nelle settimane scorse dal presidente Michele de Pascale e dal suo assessore alla Salute Massimo Fabi era di individuare negli Isee sopra i 35mila euro la soglia da cui iniziare a far pagare i ticket farmaceutici. Un’ipotesi abbastanza concreta al momento, ma su cui la Regione si riserva di decidere insieme ai sindacati parallelamente all’approvazione del Bilancio 2025, visto che quella sui ticket sanitari è una manovra che non rientra nel bilancio, ma è un atto a parte fa sapere viale Aldo Moro.




















































Insomma, anche per una questione di rapporti con i sindacati, già preoccupati dalla manovra che andrà ad alzare Irpef e Irap, la Regione non mette ancora nero su bianco la soglia dei 35mila euro di Isee per i ticket farmaceutici anche perché da qui a un mese, dopo l’interlocuzione con le sigle regionali, qualcosa potrebbe anche cambiare.

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Sindacati in allarme

«In questo momento — dice Massimo Bussandri, segretario regionale della Cgil — non siamo nelle condizioni di discutere, sappiamo che da questa partita dei ticket sanitari intendono recuperare circa 70 milioni, ma non ci hanno ancora illustrato le fasce di reddito. Le proposte ci devono essere dettagliate, abbiamo chiesto tre tavoli di approfondimento, ma ancora non sono stati aperti». Quindi l’avvertimento a de Pascale: «Non accetteremo che a pagare siano i soliti noti, perché l’83% del carico fiscale alla fine è addosso a lavoratori dipendenti e pensionati che già fanno fatica».
«Bisogna vedere come verrà applicata questa novità, la progressione in base all’Isee — dice il segretario regionale della Cisl Filippo Pieri —, ne discuteremo con la Regione che su questo, non a caso, si è presa un mese di tempo in più. Per capire quanto impatterà, bisogna capire come viene applicata; ci lavoreremo quando avremo i dati».

De Pascale: «La gratuità dei farmaci deresponsabilizza»

Ma de Pascale sulla necessità (e l’urgenza) di lavorare sui ticket farmaceutici era stato chiaro anche in una recente intervista al nostro giornale. «Abbiamo un tema di appropriatezza nell’utilizzo del farmaco su cui dobbiamo lavorare — aveva detto al Corriere —; l’Emilia-Romagna è l’unica Regione in Italia in cui i redditi alti non pagano nessun tipo di ticket farmaceutico che invece è previsto sulle visite specialistiche anche per i redditi più bassi. Vogliamo introdurre un criterio d’equità, perché alla fine i redditi alti non pagano nemmeno un euro o due su una scatola di antibiotico su o altri farmaci, è un’ingiustizia». 

Per quello la soglia dei 35mila di Isee sarebbe plausibile in quest’ottica. «Tra l’altro — aveva detto ancora de Pascale al Corriere a manovra appena annunciata — la totale gratuità del farmaco deresponsabilizza tutti anche dall’uso equilibrato. Quante scatolette scadono negli armadi delle famiglie? Con la totale gratuità sembra che non paghi nessuno, ma quella scatoletta di antibiotico che scade l’abbiamo pagata, la pagano i cittadini con le loro tasse. Vanno richiamati tutti a una fruizione responsabile del farmaco, per questo per chi non ha un tema economico una piccola compartecipazione al farmaco è necessaria e si poteva anche prevedere prima».
Daniela Corneo

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24 febbraio 2025



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