Il saluto è rivolto con affetto particolare alle sorelle e ai fratelli che, nella fede, seguono Gesù, il Cristo, il Crocifisso Risorto. Egli è la nostra pace e questa pace desideriamo accogliere e diffondere, anche quando sembra che nel mondo prevalga la logica del più forte o, peggio, del più violento.
Il Santo Padre Francesco, per il quale incessante si eleva in questi giorni la preghiera di tutte le Chiese, mi chiama a essere vescovo della Chiesa di Dio che è in Vittorio Veneto. Ho detto il mio sì con trepidazione ma anche con una serena fiducia in Colui che, donandoci lo Spirito Santo, ci rende capaci di fare il bene, nonostante le nostre fragilità e, talvolta, tramite qualche nostra fragilità.
Vengo tra voi con il desiderio di conoscere, custodire e aiutare a far germogliare i tanti semi di speranza che sono stati seminati nei solchi della Chiesa di Vittorio Veneto. Proseguiremo insieme il cammino lungo il quale il Vescovo Corrado vi ha guidati negli anni del suo ministero episcopale. Chiedo a lui, missionario di questa nostra Chiesa, il dono della preghiera e del consiglio. Con lui ricordo volentieri i Vescovi che lo hanno preceduto, alcuni dei quali ho conosciuto personalmente (Mons. Eugenio Ravignani, Mons. Alfredo Magarotto). Il pensiero, naturalmente, non può non andare, con sincera devozione, al Beato Giovanni Paolo I.
Verrò a Vittorio Veneto portando con me i semi e le piantine raccolte lungo gli anni della mia vita: in famiglia, con i miei genitori, ora defunti, con mio fratello e mia sorella, i due nipoti, gli zii e le zie; a Fellette di Romano d’Ezzelino, la parrocchia nella quale sono stato battezzato e nella quale ho imparato a essere discepolo di Gesù e a servire la Chiesa; con i compagni del Liceo, a Bassano del Grappa. Nell’amata Chiesa di Padova: nel Seminario e nella Facoltà Teologica del Triveneto, con i Vescovi Antonio e Claudio (e, prima, con il Vescovo Filippo che mi ha ordinato presbitero), nelle parrocchie dove mi è stata fatta la grazia di collaborare con i parroci e di condividere con le comunità soprattutto la celebrazione del giorno del Signore. Nelle relazioni e nelle iniziative maturate all’interno dell’Associazione Teologica Italiana e, in generale, nell’attività accademica.
Quello che sono è frutto, come per ciascuno di noi, di tanti incontri. Ho vivacemente di fronte a me i volti dei preti ordinati con me il 7 giugno 1987, di alcuni amici e amiche che mi hanno accompagnato e sostenuto nel corso degli anni, dei formatori e degli alunni dell’Almo Collegio Capranica a Roma che, dall’ottobre 2019, sono stati e sono ancora la mia famiglia, occupando tanta parte del mio cuore e dei miei pensieri. In questi anni ho potuto anche conoscere da vicino la Diocesi di Roma, raccogliendo tante testimonianze di fede e di impegno ecclesiale.
Un dono particolarmente prezioso è stata la chiamata da parte di Papa Francesco a partecipare alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, come membro e segretario speciale, negli anni 2023 e 2024. Vengo tra voi anche come testimone di questa straordinaria esperienza, spero con i fatti più che con le parole.
Se da tutti questi semi è maturato qualcosa di buono, lo metto a disposizione della Diocesi di Vittorio Veneto, nella “fase profetica” del cammino sinodale, da vivere assieme alle diocesi del Triveneto e delle altre regioni italiane.
Ora chiedo in particolare ai preti e ai diaconi di accogliermi come un fratello chiamato a imparare a essere padre in quanto Vescovo, condividendo con voi l’impegno di custodire la fede, la speranza e la carità in questa nostra Chiesa locale, per una missione che sempre si rinnova, con il passare dei tempi e delle generazioni. Ai presbiteri anziani e malati assicuro la mia vicinanza, chiedendo loro di sostenermi anzitutto con la preghiera. A Mons. Martino Zagonel, amministratore diocesano, dico fin d’ora il mio grazie per quello che ha fatto, sta facendo e farà.
Saluto i seminaristi, i religiosi e le religiose, i membri degli organismi di partecipazione. Saluto i vescovi originari dalla Diocesi – tra i quali il Cardinale Beniamino Stella e il Vescovo Fabio Dal Cin – e tutti i presbiteri che svolgono il loro ministero oltre i suoi confini.
Salutandoli, chiedo l’aiuto e la preghiera del nostro Patriarca Francesco e degli altri Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneta.
Saluto quanti hanno responsabilità nel governo e nell’amministrazione della vita sociale, in un territorio ricco di risorse, operoso, vivace ma che so essere chiamato a confrontarsi con profondi cambiamenti e con non poche situazioni critiche.
Ai bambini, agli adolescenti, ai giovani, alle famiglie di questa Diocesi, a quanti si trovano in situazioni di bisogno e di sofferenza, manifesto semplicemente il desiderio di incontrarvi, per quanto possibile, e di aiutare le nostre comunità a sostenervi e accompagnarvi.
Mi affido, e affido tutti voi, alla Vergine Maria, particolarmente venerata nel Santuario di Motta di Livenza e a Follina, luogo che mi è caro, a San Tiziano, nostro patrono, ai molti Beati che fanno bella la Chiesa che è in Vittorio Veneto, tra i quali mi piace ricordare Giuseppe Toniolo, Giovanni Paolo I e Cosma Spessotto. Conto ancora nell’intercessione della cara Sant’Agnese, vergine e martire, patrona dell’Almo Collegio Capranica, la cui festa segue di pochi giorni quella di San Tiziano.
Da Padova a Roma, da Roma a Vittorio Veneto, proseguo fiducioso sulla strada tracciata da tanti fratelli e sorelle che hanno camminato e continuano a camminare con il Signore Gesù, nostra speranza e nostra pace.
Riccardo Battocchio
Vescovo eletto di Vittorio Veneto
24 febbraio 2025
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