Evento ed organizzazione
Una disamina sui possibili asset di sviluppo degli scali di Trieste e Monfalcone, la valenza degli investimenti infrastrutturali, le progettualità legate al PNRR, l’importanza dell’intermodalità, l’opportunità del Punto Franco alla luce dello scenario politico-economico internazionale e il ruolo di logistica e trasporti, strettamente correlati ad una portualità chiamata ad allargare le proprie funzionalità per incrementare la propria competitività sui mercati.
Questi i temi di maggior spessore e affrontati nel convegno “Priorità nei porti di Trieste e Monfalcone-Prospettive, scenari di mercato e riflessi sul territorio”, organizzato dalla Confcommercio del capoluogo del FVG in collaborazione con Terziaria Venezia Giulia e Confindustria Alto Adriatico e patrocinato dalla Camera di Commercio della Venezia Giulia.
Indirizzi di saluto e apertura dei lavori
All’apertura dei lavori del presidente di Confcommercio Trieste, Antonio Paoletti, sono seguiti il saluto del sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, che ha ricordato l’importanza di un allungamento del molo della Stazione Marittima a beneficio del traffico crocieristico, quello del Direttore Generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi e l’intervento dell’Assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante che, in primis, ha sottolineato come il Friuli Venezia Giulia, grazie alla sua posizione geografica che lo colloca all’incrocio dei corridoi “Mediterraneo”, “Adriatico-Baltico” e “Balcani occidentali-Mediterraneo orientale”, costituisca una naturale piattaforma logistica per l’intero territorio.
“Una realtà con forti prospettive di sviluppo – ha spiegato Amirante – che l’amministrazione regionale punterà a rendere sempre più efficiente e sostenibile, rafforzando non solo i collegamenti terrestri all’interno della piattaforma stessa, ma anche quelli esterni, sia di carattere stradale che ferroviario, anche con l’obiettivo di favorire una migliore connessione fra porti ed interporti”. Amirante, nel ricordare poi come una delle priorità della Regione sia quella di giungere ad una maggiore sostenibilità di trasporti e logistica in generale, da perseguire valorizzando le peculiarità delle singole aree al fine di ridurre consumo di suolo ed emissioni, ha poi ricordato l’importanza dell’attivazione della Cabina di Regia regionale appunto in materia di logistica e trasporti.
“Uno strumento di rilevanza strategica – ha evidenziato ancora Amirante – in quanto ampiamente inclusivo, considerato che coinvolge operatori economici, stakeholder, enti ed associazioni, che contribuirà non solo a migliorare il sistema del trasporto del FVG nel suo complesso, ma anche ad attrarre nuovi investimenti e rafforzare perciò la competitività dell’intero territorio sotto molteplici aspetti”.
Luciano Del Prete, Direttore Marittimo del FVG e Comandante della Capitaneria di Porto di Trieste, ha invece sottolineato come i conflitti in Ucraina e Medio Oriente imporranno anche all’hub giuliano e a quello di Monfalcone di far fronte a nuove sfide al fine di preservare la centralità del loro ruolo nel sistema della portualità italiana e internazionale.
“Tuttavia, al di là di quelle citate – ha spiegato Del Prete – sul tavolo vi sono altre problematiche con cui confrontarsi, ad esempio quella del gigantismo navale che richiede un costante adeguamento delle infrastrutture, dei rimorchiatori e di altri servizi nautici.
Non vanno poi scordati anche gli impegni e le scelte che ci attendono sul fronte della transizione ecologica, che imporrà l’attuazione di vari interventi mirati fra cui l’elettrificazione delle banchine e l’implementazione della rete ferroviaria”.
Del Prete ha poi ricordato il rinnovo del “Trieste e Monfalcone Blue Agreement”, un accordo volontario applicato a tutte le navi delle companies aderenti che scalano in entrambi i porti, le quali sono tenute a utilizzare un combustibile a basso tenore di zolfo per ridurre le emissioni in atmosfera prodotto dalle navi e limitando quindi l’impatto sul tessuto urbano delle città.
Il Direttore Marittimo del FVG ha poi fatto rilevare la grande valenza dell’Ordinanza dello scorso 5 luglio, volta a garantire un’adeguata cornice di sicurezza alle operazioni di bunkeraggio di GPL nello scalo giuliano, quella del 25 ottobre, che ha introdotto una specifica disciplina per una gestione ottimale del petrolio greggio con contenuto di anidride solforosa (H2S) a tutela soprattutto di lavoratori e salute pubblica.
“Infine desidero citare – ha concluso Del Prete – le molteplici attività di Port State Control, effettuate dalla Guardia Costiera ed indirizzate in particolar modo alle navi sub-standard e tese ad accertare la tutela della sicurezza della navigazione e la salvaguardia dell’ambiente marino”.
L’introduzione alla tavola rotonda di Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio Trieste
“Il periodo che stiamo attraversando – ha esordito il presidente di Confcommercio Trieste, Antonio Paoletti – è segnato da una profonda trasformazione globale, dettata dai conflitti in Ucraina, dalle tensioni in varie aree Medio Oriente e dall’inasprirsi della rivalità, sotto molti aspetti, fra Stai Uniti e Cina.
Inoltre, i Paesi membri del BRICS, che include Cina, Brasile, India e Russia, stanno assumendo una valenza sempre più importante sui mercati e, nel 2023, hanno generato il 37% della ricchezza globale a fronte del 29% prodotto invece da quelli del G7.
Uno scenario, dunque, che lascia intravvedere come, nel prossimo futuro, i cambiamenti geopolitici saranno molto più rapidi e significativi di quanto potevamo presumere solo alcuni anni fa, con notevoli impatti su portualità, commercio e trasporto marittimo nel bacino del Mediterraneo e non solo”.
Paoletti ha quindi evidenziato come le vicende belliche che coinvolgono il Canale di Suez e minacciano da vicino quello di Hormuz, il più importante passaggio dei traffici di petrolio a livello mondiale, stiano portando ad una riorganizzazione delle reti marittime e ad una modifica dei modelli commerciali, contribuendo ad aumentare la lunghezza delle rotte.
Criticità, peraltro, che hanno determinato, nel 2024, una forte contrazione dei passaggi nel Mar Rosso, da dove transita oggi circa il 10% del commercio internazionale ed il 40% dell’import italiano ed un aumento invece di quelli intorno all’Africa, con un incremento dei passaggi dell’86% per il Capo di Buona Speranza che ha beneficiato delle diminuzioni riscontrate sia nel Golfo di Aden (-76%) che a Suez (-56%).
Tutto ciò, come è stato rimarcato, è stato foriero anche di un lievitare globale dei costi dello shipping dovuto al rialzo delle tariffe di noli e assicurazioni e di un allungamento dei tempi di percorrenza.
Il presidente di Confcommercio ha poi ricordato l’importanza del Corridoio del Cotone, che si svilupperà tra India-Medio Oriente-Europa (IMEC), un’iniziativa condivisa da USA, India e da vari Paesi europei e che vedrà nel porto di Trieste, in virtù della sua connessione su rotaia con l’Europa centro-orientale, l’hub finale di arrivo delle merci.
“L’IMEC – ha quindi sottolineato Paoletti – potrebbe inoltre rappresentare una valida opportunità per il rafforzamento dell’autonomia dell’intero Occidente, per una diversificazione delle rotte commerciali e contribuire ad una miglior protezione delle catene di approvvigionamento.
Tuttavia, la concretizzazione della Via del Cotone, richiede l’attuazione di politiche volte a favorire sia la crescita delle industrie locali che delle relazioni commerciali sostenibili, definendo nuove strategie finalizzate al reshoring, ovvero al rientro in Italia dal Far East e dal Middle East delle filiere produttive che, in passato, hanno scelta la via della delocalizzazione”.
In chiusura del suo intervento Paoletti ha rimarcato come le attività dei lavoratori della logistica, svolgendosi in contesti complessi e sensibili sotto molteplici aspetti quali le aree portuali, interportuali e retroportuali ed i poli logistici, necessitino pertanto di una formazione adeguata, atta non solo a migliorare le competenze professionali, ma anche i livelli di sicurezza.
“Un’esigenza – ha spiegato Paoletti – che ci ha spinti a concretizzare il progetto della Scuola di Alta Formazione, un’iniziativa di Terziaria Venezia Giulia, il braccio operativo di Confcommercio Trieste e alla cui realizzazione hanno concorso Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, FHP Compagnia Portuale Monfalcone e l’LTS Training Center”.
Una struttura, quest’ultima, che va a monitorare e recepire le esigenze formative delle imprese di logistica, trasporti e spedizioni e della quale fanno parte, oltre alla stessa Authority, l’Associazione Terminalisti Portuali, quella giuliana degli Spedizionieri del Porto di Trieste, l’Associazione Agenti Marittimi, Confindustria Alto Adriatico e la Fondazione Accademia Nautica di Trieste, la Confcommercio del capoluogo del FVG e Terziaria Venezia Giulia.
“La Scuola – ha ripreso Paoletti – è ubicata in prossimità dell’accesso al porto di Monfalcone e può contare su uno spazio interno di circa 60 mq per la formazione teorica e su un’area esterna di circa 4.500 mq dove, grazie ai macchinari e alle attrezzature messi a disposizione dalla Compagnia Portuale, si possono svolgere lezioni ed esercitazioni pratiche.
L’offerta formativa, indirizzata prevalentemente al mondo della logistica ma non solo, spazia dalla sicurezza, all’antincendio, all’utilizzo di carrelli levatori, gru mobili e per autocarro, alle piattaforme mobili elevabili con stabilizzatori e consente alle imprese di far fronte a tutti gli adempimenti normativi previsti”.
La tavola rotonda/Vittorio Torbianelli
I progetti legati al PNRR sono stati il primo tema delle riflessioni del Commissario Straordinario, Vittorio Torbianelli, che ha ricordato come, ad oggi, il valore dei lavori cofinanziati in gestione alla AdSP, ammontino a circa 875 milioni di Euro di cui, più della metà, derivanti dal PNRR e dal Piano Nazionale Complementare al PNRR.
“Fra i progetti PNC – ha spiegato Torbianelli – quello più complesso, ovvero la “grande stazione ferroviaria di Servola”, comprensiva degli svincoli autostradali, pur con un ritardo di alcuni mesi sul calendario originale, è ormai prossimo all’aggiudicazione, prevista, sotto la gestione di Invitalia, entro marzo, con l’apertura dei cantieri in estate”.
Sempre in riferimento alla Stazione di Servola, il Commissario ha confermato che è stata richiesta formalmente al MIT la riconferma della prossima erogazione dei fondi, peraltro garantita anche dal Ministro Salvini durante la sua recente visita a Trieste.
“La Grande Stazione di Servola – ha ripreso Torbianelli – è parte di una azione più ampia di sviluppo legata all’Accordo di Programma del 2020 e, a questo riguardo, tengo a citare la valenza della collaborazione fra l’AdSP e il Commissario per l’Accordo di Programma, Massimiliano Fedriga, finalizzata a favorire realizzazione di tutte le ulteriori componenti collegate all’Accordo di Programma stesso”.
L’investimento della Stazione di Servola è anche una parte essenziale del Progetto del nuovo “Molo VIII”, un PPP proposto nel 2023 da HHLA PLT ITALY, ICOP e Logistica Giuliana, con un quadro economico da 315 Milioni di Euro e finanziato dal Governo con una quota di 206 Milioni di Euro.
“Nella visita del viceministro Rixi di giovedì scorso – ha poi confermato Torbianelli – abbiamo avuto la conferma dell’assegnazione dei fondi per il Molo VIII è ormai virtualmente cosa fatta, mancando solo l’ultimo visto formale della Corte dei Conti, il che rappresenta un ulteriore riconoscimento da parte del nostro Paese del ruolo di Trieste quale porto a valenza strategica internazionale.
Per quel che riguarda il Cold Ironing, da realizzarsi sia a Trieste che a Monfalcone (circa 40 milioni di Euro in tutto), il Commissario ha ricordato come siano già partiti i lavori e quindi la chiusura avverrà nei tempi stabiliti (2026), sebbene per alcuni di essi si riscontrano lievi posticipazioni di forniture tecnologiche, dovute alla forte domanda in questo periodo.
“Tale progettualità – ha rimarcato Torbianelli – una volta concretizzata, consentirà la virtuale eliminazione progressiva delle emissioni delle navi in porto”.
Il Commissario ha poi richiamato anche l’importanza di attivarsi per poter fornire, in prospettiva, un “Servizio di Interesse Generale” di gestione e commercializzazione del Cold Ironing alle navi anche se, a tal proposito, occorrerà confrontarsi con quanto contemplerà al riguardo la prossima Riforma Portuale.
Parlando poi del valore della continuità per i porti di Trieste e Monfalcone, Torbianelli ha affermato come, nell’attuale momento, in cui risultano aperti moltissimi progetti e si stanno seguendo diversi percorsi iniziati con la presidenza di Zeno D’Agostino, la continuità stessa assuma una valenza fondamentale in quanto legata ad una già acquisita conoscenza della “macchina” portuale e dei suoi processi.
“Tuttavia – ha precisato Torbianelli – non si deve considerare la continuità medesima soffermandosi solamente sul piano operativo, ma anche guardando alla definizione di strategie per incrementare l’innovazione, certamente tecnologica, ma anche in termini di applicazione di soluzioni smart legate alle reti di persone e di imprese e ai modelli di collaborazione organizzativa più adatti.
Essenziale, inoltre, è e sarà mantenere e rafforzare il dialogo con le istituzioni, in primis con la Regione e le due amministrazioni comunali di riferimento”.
Circa i principali impegni svolti e quelle che dovrebbero essere le priorità del prossimo Presidente, Torbianelli ha spiegato in primis come, il clima di collaborazione che vige in seno all’Authority, gli abbia consentito di affrontare le incombenze quotidiane con serenità e consapevolezza, senza peraltro guardare alla durata del suo incarico.
“Quasi ogni giorno – ha fatto rilevare il Commissario – sono a confrontarmi con tutte le istituzioni su varie tematiche e progettualità e, a questo proposito, desidero ricordare ad esempio quella, condivisa con Dogana, GDF, Capitaneria, Polmare, per il ridisegno del varco stradale dello Scalo Legnami”
Quanto alle priorità future, Torbianelli ha citato la definitiva ristrutturazione dei varchi che, grazie anche alla digitalizzazione, porterà ad ottimizzare la gestione dei flussi di merci e gli interventi necessari per migliorare ulteriormente le attuali viabilità ed accessibilità stradale urbana dei terminal portuali a Trieste.
“Un altro fronte che richiederà il massimo impegno – ha ricordato il Commissario – è proprio quello della digitalizzazione che ci consentirà di rendere operativo il meccanismo della Newco che si occuperà di Port Community System e digitale e che dovrebbe essere costituita all’inizio di giugno.
Altre sfide riguarderanno però anche l’avanzamento della Cybersecurity, la Gestione Infrastruttura ferroviaria portuale, l’adeguamento funzionale dell’infrastruttura ferroviaria nel Porto di Monfalcone e il rifacimento strutturale della piattaforma della banchina”
Torbianelli ha poi auspicato un avanzamento del percorso di integrazione del regime di «punto franco”, richiamando i vantaggi che esso potrebbe portare in un periodo di dazi elevati e citando a questo riguardo proposito l’Accordo di Programma che coinvolge Innoway Trieste S.r.l./MSC nell’area di Freeste.
Rammentati, da ultimo, anche l’importanza di uno sviluppo dei Corridoi logistici nazionali e internazionali e di quelli marittimi, in primis quello dell’IMEC, le opportunità che deriveranno dall’Hydrogen Valley ed il varo di una riforma portuale in grado valorizzare i terminal e di migliorarne la funzionalità, un’azione di cui beneficerebbero economia e competitività dell’intero Paese.
La tavola rotonda/Antonio Gurrieri
Il porto di Trieste alla luce dell’odierno scenario internazionale, il valore del Punto Franco alla luce dei dazi e la rete delle connessioni ferroviarie come valore aggiunto, sono state invece le tematiche al centro dell’analisi del Segretario Generale dell’Authority, Antonio Gurrieri che, in primis, ha ricordato come le politiche protezionistiche e l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni europee, stiano ridisegnando gli equilibri della logistica globale.
“Inoltre – ha spiegato-ulteriori elementi di instabilità derivano dal cambio delle governance in alcuni Paesi chiave, come la Germania e dalla fragilità delle relazioni fra UE e Cina. A tutto ciò si aggiunge pure la radicale trasformazione dei servizi marittimi oceanici da e per Il Nord Adriatico che inciderà significativamente sulle rotte commerciali globali ed influenzando le dinamiche degli hub serviti dalla nostra regione”
Uno scenario, per il Segretario dell’Authority, che, tuttavia, non deve destare eccessivi allarmi per quanto riguarda il porto di Trieste, capace di una resilienza non comune durante la pandemia di Covid-19 e destinato pertanto a rimanere un polo strategico di riferimento nel panorama logistico continentale.
A confermarlo sono anche i dati, con il sistema portuale del Mare Adriatico Orientale capace di movimentare, nel 2024, 63 milioni di tonnellate di merci, con un incremento del 7,14% sul 2023 registrato nello scalo del capoluogo giuliano in virtù soprattutto dal segmento delle rinfuse liquide, cresciuto, sempre su base tendenziale, del 10,64%.
“Quanto al Punto Franco – ha proseguito quindi Gurrieri – si tratta di una componente essenziale per il porto di Trieste in quanto asset strategico per il commercio e, soprattutto, volano di forte attrattività in virtù delle sue peculiarità, ad esempio la possibilità di stoccaggio senza limiti di tempo delle merci e scevra dall’obbligo di pagamento anticipato dei dazi.
Non va tralasciato inoltre il beneficio costituito dal differimento doganale che, a Trieste, consente il pagamento di imposte come IVA e accise fino a 180 giorni dopo l’importazione delle merci, fruendo anche di interessi agevolati”.
In riferimento poi all’importanza delle connessioni ferroviarie, Gurrieri ha ricordato come, sin dalle origini, lo scalo giuliano sia stato concepito quale “porto ferroviario”, con una particolare attenzione data all’integrazione con la movimentazione dei traffici su rotaia e ulteriormente rafforzatosi per soddisfare le esigenze della logistica intermodale.
“Nonostante le specificità del nostro terminal che ne incrementano la competitività – ha però poi fatto notare Gurrieri – si devono e dovranno comunque fronteggiare le criticità derivanti dalle problematiche infrastrutturali in essere in vari Paesi, dalla chiusura dei Tauri, ai lavori di manutenzione in diverse aree di Austria, Germania, Repubblica Ceca e Slovenia.
Situazioni – ha continuato il Segretario dell’Authority – che hanno contribuito, lo scorso anno, ad una diminuzione del 9,9% dei treni movimentati dal sistema ferroviario giuliano.
Al di là di ciò – ha quindi aggiunto Gurrieri – desidero ancora sottolineare come la rete ferroviaria avanzata di cui disponiamo, non solo faciliti i traffici, ma anche contribuisca a ridurre l’impatto ambientale promuovendo soluzioni logistiche sostenibili.
La sinergia tra porto e connessione ferroviaria – ha concluso, è perciò un elemento distintivo di forte valenza che fa di Trieste un polo logistico di primaria importanza per l’intero scacchiere europeo”.
La tavola rotonda/Zeno D’Agostino
Il bilancio dei risultati ottenuti nel corso del suo mandato, il valore della continuità nell’ambito della gestione dello scalo e il futuro volto dell’hub marittimo giuliano, sono stati invece l’oggetto delle riflessioni di Zeno D’Agostino.
“Uno degli aspetti più importanti degli anni della mia presidenza – ha spiegato l’ex presidente dell’Authority – è collegato all’arrivo degli investimenti, sia pubblici che privati, non solo nei terminal di Trieste e Monfalcone, ma anche nel sistema portuale complessivo composto da interporti e FREEeste, il punto franco industriale del porto di Trieste. Ritengo pertanto che, una delle priorità dei prossimi anni, sia quella di dare sviluppo concreto a questi investimenti, attraendo nuove imprese attività e traffici in seno allo stesso sistema”.
Quanto alla continuità di gestione, per D’Agostino, è un elemento essenziale per mantenere quella fiducia acquisita da Trieste e Monfalcone, sotto vari aspetti, a livello internazionale.
“Tuttavia – ha proseguito D’Agostino – pure una discontinuità può essere positiva, se in grado di generare nuove opportunità, anche scollegate a quelle presenti e in linea con il motto “Il Futuro del Porto non è il porto”.
Uno scalo, peraltro, che, per l’ex presidente dell’Authority, dovrà preservare e, se possibile, potenziare, le sue peculiarità di integrazione con un apparato logistico ed industriale complessivo almeno di livello regionale, rafforzando al contempo il suo ruolo di cerniera tra il contesto economico continentale ed i diversi attori globali che sono e saranno i protagonisti dei mercati internazionali.
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