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Starbucks prevede di licenziare più di 1.000 dipendenti


Starbucks sta affrontando una delle più grandi riorganizzazioni della sua storia con il licenziamento di 1.100 dipendenti nel settore amministrativo. La decisione, comunicata dal CEO Brian Niccol, arriva in un momento delicato per l’azienda, che sta registrando un calo delle vendite e una perdita di clienti. L’obiettivo è semplificare la struttura interna e migliorare le performance operative, senza però toccare il personale delle caffetterie.

Licenziamenti e misure di contenimento

Starbucks ha annunciato una significativa riduzione del personale a livello globale, con il licenziamento di 1.100 dipendenti che svolgono ruoli amministrativi. Questa decisione, una delle più imponenti nella storia della catena di caffetterie, è stata presa dal nuovo amministratore delegato Brian Niccol per affrontare il calo delle vendite e la fuga dei clienti.

La società ha inoltre deciso di non procedere con l’assunzione di centinaia di posizioni attualmente vacanti. Tuttavia, il personale impiegato nei punti vendita e nella produzione non sarà coinvolto nei tagli. Si tratta infatti del licenziamento più massiccio nella storia della catena mondiale, ma sarà esentato tutto il personale dei negozi, dei magazzini e della tostatura.

Lettera ai dipendenti: le parole del CEO

In una lettera indirizzata ai dipendenti, Niccol ha dichiarato che la società comunicherà ai lavoratori interessati il loro licenziamento entro mezzogiorno di martedì. Ha inoltre spiegato che Starbucks necessita di una struttura più agile, riducendo la complessità organizzativa per migliorare l’efficienza. “Il nostro obiettivo è operare in modo più efficace, aumentare la responsabilità e semplificare i processi decisionali”, ha affermato Niccol nella comunicazione ufficiale.

Starbucks impiega circa 16.000 lavoratori in ruoli di supporto aziendale in tutto il mondo, ma i tagli non riguarderanno alcuni settori specifici, come la torrefazione e i magazzini. Niccol ha sottolineato come l’attuale struttura aziendale presenti troppi livelli gerarchici e un’eccessiva frammentazione dei compiti, elementi che rallentano il processo decisionale e l’operatività dell’azienda. I licenziamenti del 2025 faranno perciò parte di una “ristrutturazione” dell’area CEO.

Le difficoltà economiche di Starbucks

La decisione di ridurre il personale è arrivata dopo un significativo calo nei ricavi dell’azienda. Le vendite globali a parità di negozi sono diminuite del 2% nell’anno fiscale 2024, mentre il quarto trimestre ha registrato un calo dei guadagni del 23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo declino è stato attribuito, in parte, all’insoddisfazione dei clienti statunitensi, stanchi degli aumenti dei prezzi e dei tempi di attesa sempre più lunghi nei punti vendita.

Negli ultimi mesi, Starbucks ha assistito a un progressivo declino della clientela, un trend che il nuovo CEO è stato chiamato a invertire. Tra le misure previste per rilanciare il brand, Niccol ha annunciato una revisione degli orari di servizio, con particolare attenzione alle ore di punta del mattino, e una riorganizzazione dei punti vendita per rafforzare la loro funzione di spazi di aggregazione sociale.

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Strategie di rilancio: dal menu alla tecnologia

Oltre alle modifiche strutturali, Starbucks sta lavorando per ottimizzare la gestione degli ordini attraverso l’uso di algoritmi avanzati, con l’obiettivo di migliorare la rapidità del servizio e ridurre i tempi di attesa. Un’altra iniziativa riguarda la revisione dell’offerta del menu, con l’eliminazione di alcuni prodotti considerati meno performanti.

Nonostante la fase di difficoltà, il mercato sembra avere fiducia nel nuovo corso avviato da Niccol. Dall’insediamento del CEO, il titolo Starbucks ha registrato una ripresa significativa, passando dai minimi di 72 dollari agli attuali 113 dollari a Wall Street.

L’azienda, colosso mondiale del caffè, si trova a un bivio cruciale: da un lato, i licenziamenti e le riforme interne mirano a rendere Starbucks più competitiva e reattiva alle esigenze del mercato; dall’altro, la sfida più grande sarà riconquistare la fiducia dei clienti, offrendo un’esperienza più soddisfacente nei propri punti vendita. Il percorso di trasformazione avviato da Niccol dovrà dimostrare la sua efficacia nei prossimi mesi, in un contesto economico che rimane incerto e altamente competitivo.

Intanto, rimane ancora sospeso il rapporto di Niccol con il sindacato dei lavoratori di Starbucks: rappresentati da Starbucks Workers United, i lavoratori si sono sempre più sindacalizzati nel corso degli anni, ottenendo scioperi e vincendo numerose cause, come il miglioramento delle condizioni di lavoro e quelle economiche. Rimane aperto quindi il dialogo tra il CEO e il sindacato, sicuramente non senza difficoltà.

Lucrezia Agliani



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