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[VIDEO] Ok, ma quanto costa la villa di Marc Marquez? Il 93 ha svelato la cifra da collasso (ma almeno le tasse le paga in Spagna) – MOW


Siete abituati al Marc Marquez solo corse e tute in pelle? Eccovi il 93 in versione business man, che parla del suo rapporto con il denaro, degli investimenti fatti, dei suoi guadagni e delle società che gestisce. E racconta pure quanto ha pagato la sua casa, oltre che scoprire le carte sulla filosofia che gli ha permesso di “non fare l’errore che hanno fatto e fanno molti giovani piloti”

Marc Marquez ha rinunciato a un sacco di soldi di Honda? Vero. Ha rinunciato pure alla sponsorizzazione di RedBull per poter correre con la Ducati ufficiale? Vero anche questo. Così come è vero che ha dovuto interrompere altre collaborazioni “non compatibili” con i nuovi colori che porta addosso. Però tranquilli: non farà la fame. Anzi. L’otto volte campione del mondo, proprio partecipando a un podcast di uno dei suoi nuovi sponsor, ha parlato del suo rapporto con il denaro, della vita che conduce e delle spese che fa. Spiegando che se c’è una cosa per cui è sempre pronto a fare follie è la casa. A Cervera, nel paese in cui è nato e cresciuto, aveva una villa che sovrastava l’intera collina, appena fuori dal centro abitato. Poi ha scelto di trasferirsi a Madrid a pochi passi dal centro che seguiva il suo programma di fisioterapia dopo il calvario che ha fatto seguito all’incidente di Jerez 2020. E anche lì non è che viveva in un monolocale. Da qualche tempo, invece, insieme al fratello Alex e adesso anche all’inseparabile fidanzata Gemma Pinto, Marquez ha aggiunto al suo patrimonio immobiliare – gestito attraverso una apposita società di cui è quasi socio unico – una impressionante villa a Pozuelo de Alarcon.

Piscina, spazi esterni, palestra, stanze fino a perdersi e pezzi di design ovunque. Il costo? L’ha svelato lui stesso proprio partecipando al podcast Imagin, con il conduttore che gli ha fatto la domanda diretta: “Si dice che tu l’abbia pagata oltre dieci milioni di Euro, quindi più dell’intero ingaggio di un anno dei tempi in cui correvi con la Honda”. Marquez ha prima fatto una faccia un po’ sorpresa per la domanda, ma poi ha scoperto le carte: “Sì, più o meno è quella la cifra. E’ pagata”. Una precisazione, l’ultima, per spiegare che chiaramente non c’è stato ricorso a mutui o cose da “persona normale”. Li guadagna. Li ha meritati. E è giusto che li spenda come vuole. Anzi, la considerazione che viene da fare è piuttosto un’altra, e cioè che i Marquez, almeno, le tasse le pagano nel loro Pese, visto che la stragrande maggioranza dei piloti spagnoli (ad eccezione di Pedro Acosta, che ci ha provato ma poi è tornato nella sua Mazarron) ha spostato la propria residenza in Andorra, per abbattere il peso delle tasse da pagare. E tutti, da Martin ai fratelli Aleix Espargarò, passando per Alex Rins, hanno le loro ville da favola proprio in Andorra.

Una scelta, quella di continuare a pagare le tasse nel suo Paese, che accomuna Marc Marquez al suo nuovo compagno di squadra Pecco Bagnaia. Anche l’italiano, infatti, in una recente intervista è stato categorico sulla questione: “Sono italiano e amo l’Italia. Pago le tasse come tutti, è normale: giusto. Ho la fortuna di non dover fare grandi sacrifici, il destino mi ha regalato molto di più rispetto a tanti altri. Vivo un’esistenza tranquilla, sono un cittadino italiano. Rispetto le regole. E non dimentico che c’è chi vive in situazioni difficili”. Stesso punto di vista, quindi, per due che da venerdì proveranno a battersi in ogni modo partendo dallo stesso box.

Nell’intervista di circa un’ora per il podcast di Imagin, Marc Marquez non ha comunque parlato solo di denaro e del suo rapporto con i soldi, ma anche dei suoi esordi e di alcuni aneddoti di quando era bambino e della sua infanzia sempre caratterizzata dall’ossessione per le motocilette e la competizione. Trovando anche la sintesi perfetta di quella che è sempre stata la sua filosofia: “Non dico che il denaro non è importante, ma che sempre, ma sempre davvero, ho scelto la moto migliore rispetto al denaro. Perché se hai la moto migliore poi vinci. E quando vinci arriva anche il denaro. Molti giovani piloti fanno proprio l’errore opposto di scegliere troppo presto il denaro o contratti significativi senza considerare, poi, con che moto dovranno correre”.

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