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Commercio a Genova, Salis: “Il Comune ha svenduto la città ai privati”. Piciocchi replica: “Dice falsità su uso dei fondi pubblici”


Il tema del commercio al centro di un dibattito a distanza fra i due principali candidati al ruolo di sindaco di Genova, Pietro Piciocchi e Silvia Salis.

Salis – In una nota, la candidata del Pd denuncia il fatto che “in questi anni il Comune ha svenduto la città abdicando al suo ruolo decisionale al tavolo con i privati. Ha favorito gli interessi di pochi dimenticando i bisogni dei cittadini.”

Salis mette in mezzo l’opera del Waterfront di Levante: “E’ costato 200 milioni di risorse pubbliche, anziché i 25 iniziali previsti, ci saranno residenze di lusso, un grande centro commerciale e un palasport, venduto al privato a 14 milioni e ricomprato a 24, rimasto unico spazio pubblico in mezzo a negozi e appartamenti extra lusso. Scomparso lo studentato, se non per pochi alloggi, scomparsa l’idea di uno spazio al servizio di tutti i cittadini. Cos’è questa se non un’operazione in cui si usano i soldi dei cittadini per favorire e finanziare funzioni private? E ancora una volta, quando l’operazione sarà conclusa, a pagare le conseguenze saranno le piccole attività e i residenti che perderanno i loro negozi sotto casa, risucchiati dalla grande distribuzione.”

Intanto questo pomeriggio il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi era nel quartiere Oregina, per il consueto appuntamento della Giunta di Quartiere. L’occasione per replicare alle parole di Silvia Salis:Chieda a Renzo Piano cosa ne pensi”, commenta Piciocchi riferendosi al progetto dell’area Waterfront di Levante, firmato proprio dallo studio del famoso architetto “Noi ci siamo vincolati al progetto di Piano e quanto dice Salis sulla mancanza di spazi pubblici è totalmente falso, avremo la Fabbrica delle Idee, avremo la Casa della Vela, avremo il Palasport, il parco, mi pare che ancora una volta si tenti di buttarla in caciara, è importante invece ricordare che il Waterfront è un progetto di altissima qualità peraltro premiato da organismi internazionali, anche per il concetto di fruizione pubblica su cui è organizzato ricordo alla sinistra che Lonely Planet, nel promuovere Genova come destinazione turistica per l’anno 2025, unica città italiana, ha definito il nuovo Waterfront imperdibile”.

Ieri pomeriggio, a Sestri Ponente, la candidata Salis si è presentata al fianco dei cittadini in presidio davanti al negozio Giglio Bagnara, a serio rischio chiusura. Proprio a Sestri Ponente, secondo Salis “l’amministrazione si è impegnata a finanziare parte delle opere idrauliche sul Chiaravagna, non per garantire la giusta sicurezza e tutela dei cittadini, ma solo perché indispensabile per autorizzare la realizzazione del nuovo supermercato Esselunga. Visto che è stato fatto solo per questo, perché il Commissario Bucci e poi il Comune di Genova hanno stanziato risorse pubbliche invece di chiedere al privato di provvedere al completamento della messa in sicurezza idraulica? Anche in questo caso, ancora una volta, fondi pubblici servono per agevolare il privato e la grande distribuzione.”

Su quest’ultimo punto, risponde ancora Piciocchi: “Fondi pubblici per agevolare il provato? Questo è falsissimo perché tutta la sistemazione idraulica di Sestri Ponente è stata fatta per consentire l’opera del ribaltamento a mare di Fincantieri“.

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Continua Salis – “Nel frattempo in centro la Rinascente è chiusa da sei anni, si aspettava l’insediamento di Primark che non si sa se aprirà più, perché i costi sono lievitati e non sono convinti che la sede sia strategica. Questa l’eredità di Bucci e Piciocchi lasciata a Genova. Stiamo assistendo a una desertificazione commerciale, in via XX Settembre sta per abbassarsi un’altra saracinesca, quella di Elena Mirò, bisogna invertire la rotta garantendo alle attività commerciali quel sostegno e quella visione di città che chiedono da tempo e che non guardi agli interessi di pochi ma a tutti i cittadini. Leggo con sorpresa che dicano che essere ideologici è una cosa negativa, mentre avere una visione è proprio quanto richiesto a un sindaco, che non può essere un passacarte. E devono augurarsi che rimanga il più generica possibile, perché, come dimostra quanto appena detto su Waterfront ed Esselunga, nel momento in cui entro nel dettaglio la situazione cambia in modo drasticamente negativo per il loro operato”, conclude la candidata del centrosinistra

Risponde Piciocchi: “Vorrei capire come vogliamo impostare questa campagna elettorale: se vogliamo, come dire, fare questi confronti a distanza, io non sono disponibile, io non sono abituato ai confronti a distanza, questo non è il mio modo di impostare la dialettica di una campagna elettorale, io voglio parlare di Genova, poi mi sembra che alcune uscite che sono state fatte manifestino una profonda mancanza di conoscenza dei fatti, della storia e dei territori. Se il terreno è questo, di una continua aggressione nei nostri confronti, non mi troveranno, la mia campagna elettorale sarà in mezzo alla gente”.

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