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“La Puglia di Emiliano? Ecco la mia verità”


Attualità

di Dino Giarrusso





Nancy, qual è la tua verità?
Di verità ce n’è solo una ed è la mia.

Cos’è successo di preciso, al di là della cena?
La cena è importante, non è solo un aneddoto. Io da anni facevo già questo lavoro: portare investitori internazionali in Puglia, e volevo un contatto diretto con le istituzioni, cioè conoscere di persona il Presidente. Lui fece in modo che fossimo solo noi due in quel ristorante, dove discutemmo per quattro ore.

Quattro ore, voi due soli?
Sì, e sono servite. Abbiamo parlato della sua visione, della mia visione e di là a pochissimo, quella sera stessa, ecco perché è durata così tanto le cena solo con lui, mi chiede se io volessi occuparmi di promuovere la Puglia nel mondo come incarico ufficiale, quindi come ambasciatrice. Era interessante, ho chiesto di approfondire. Così poi mi ha mandato le carte, ci sono stati colloqui telefonici e altri incontri, dove mi presentava il suo disegno. La proposta quindi era di entrare in Puglia promozione e trasformarla, cosa che nei fatti è avvenuta. Ma non con me, appena due mesi fa. Questa è la proposta che io ho accettato, eravamo a fine gennaio 2019.

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Questo ruolo ti è stato assegnato con un concorso, con una assegnazione fiduciaria? che tipo di rapporto avevi formalmente?
Questo ruolo doveva passare attraverso una delibera della giunta regionale e quindi avere tutta una giusta procedura da affrontare: preparare la delibera e passare in giunta. Doveva essere veloce e invece siamo arrivati a metà febbraio 2019.

È passato un anno, perché? Stavi antipatica a qualcuno?
Sì, temo quasi a tutti. Il Presidente apertamente non me l’ha mai detto, ma con diversi messaggi mi ha fatto capire che aveva delle pressioni politiche contro di me, che c’erano degli ostacoli. In realtà è passato un anno e mezzo, io sono entrata formalmente in carica a luglio 2019.

Tu entri a luglio e il bando durava sei mesi, ho capito bene? E quanto era il compenso?
Io prendevo lordi 5 mila e 600 al mese diciamo 65 all’anno. Durata sei mesi, ma con proroga di sei mesi in sei mesi. Aspettando, e lavorando alla stesura della legge che avrebbe trasformato l’Agenzia di Puglia promozione in consiglio di amministrazione. Quello era l’obiettivo a quale io poi sarei certamente arrivata. Perché la Puglia, se è nella posizione di oggi è anche per il mio lavoro, per quel che ho fatto per la Regione ma anche quel che abbiamo fatto negli ultimi vent’anni.

Ok, ma torniamo al tuo contratto: cos’è successo?
Siamo andati avanti di proroga in proroga. Mancavano alcuni mesi quando doveva venire un’ulteriore proroga, ma era stato nel frattempo deciso, anche dal Presidente Emiliano, di prevedere un contratto di 3 anni. Anche per evitare ogni volta d’aspettare la proroga. Nel 2021 quindi doveva avvenire la trasformazione, e il contratto durare 3 anni, ma poi arriva l’assessore Bray, uomo di D’Alema, imposto a Emiliano, che non lo ammetterà mai, ma è così. Lui blocca tutto, ma mi rassicura personalmente: non deve preoccuparsi, a breve il nuovo bando. Il presidente mi diceva di continuare a fare ciò che stavo facendo, sarà una formalità.

E quindi tu ti sei fidata e hai continuato a lavorare?
Beh, ovviamente mi sono fidata, per due motivi: perché delle istituzioni pubbliche devono dirti qualcosa che non è; e per il rapporto personale. Su questo io non lo perdonerò Michele Emiliano, perché lui non ha salvaguardato neanche il rapporto umano, doveva avere il coraggio di dirmi, per qualsiasi motivo, che finiva lì. Ma io ho documenti che sveleranno la verità.

Ci dici qual è il tuo asso nella manica?
Non lo dico adesso, ma ho più di un asso. Ho ricostruito tutta una serie di cose, che riguardano alcuni poteri oscuri dell’Italia.

Tu per un anno e mezzo hai continuato a lavorare senza contratto: perché?
Perché c’è un capitale nel mio lavoro, i contatti, la mia esposizione con personaggi importanti, la mia reputazione. Se metti in atto progetti in cui vai a interpellare soggetti giuridici o privati, è difficile e brutto tirarsi indietro. E quindi ho voluto credere a quanto mi veniva detto anche per non interrompere rapporti importanti in atto. Peraltro dopo mesi e mesi di ritardo il bando viene fatto, costruito con una short list. Tre le figure c’ero anche io. Da gennaio 2023, quando doveva finalmente farsi, si arriva ad ottobre, finalmente.

Lo hai fatto? Lo hai vinto?
In teoria sì: mi dicono informalmente che sono nella lista dei vincitori, ma la comunicazione ufficiale non mi è mai arrivata. Poi qualcuno ha avuto il coraggio di mandare la documentazione alla Gazzetta del Mezzogiorno, e leggo “L’altro bando fatto ad hoc…”. Un modo subdolo per screditarmi, secondo me doloso. Sono arrabbiatissima, e a quel punto decido di denunciare tutti. Perché era chiaro il messaggio: non la vogliamo, troviamo un modo per allontanarla.

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È mai stato formalizzato chi avesse vinto il bando?
No, nessuna formalizzazione. Non si sa cosa abbiano fatto di quel bando. Poi è arrivata la mia lettera di diffida a febbraio 2024.

Tu adesso come stai? Che farai a riguardo?
Un’azione di risarcimento, chiederò danni, d’immagine ma anche danni morali e materiali. Mi hanno rovinato la salute, letteralmente. E sto valutando se possono esserci anche risvolti penali.
Da avvocato come ti spieghi queste incertezze in una pubblica amministrazione?
Non me le spiego… da mettersi le mani nei capelli! Non si può, e in particolare con la mia educazione e formazione anglosassone non me la posso spiegare. Perché non c’è logica e non ho elementi per concepirla. Una storia inaccettabile, riprovevole. Una cattiva gestione della cosa pubblica.

Perché hai fatto venire fuori adesso la storia?
Perché ora ne ho avuto la forza. E farò rumore perché non è solo un problema mio ma di tutti, sono soldi pubblici, uffici pubblici che fanno pasticcci. Io mi sono ammalata, ma queste storie riguardano interessi di tutti, è una condotta che è bene si sappia. La mia battaglia ha una valenza pubblica, non solo personale, e combatterò fino in fondo.


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